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Forio, dopo sedici anni una strada per l’avvocato Domenico d’Ambra

Anche l’avvocato Domenico d’Ambra, padre dello storico foriano Nino, avrà una strada che porterà ufficialmente il suo nome. La Giunta municipale di Forio, nella seduta del 25 gennaio scorso, ha infatti approvato all’unanimità la delibera avente ad oggetto l’intitolazione di una strada del Comune di Forio al noto professionista. Ad onor del vero, nell’agosto del 2001 l’amministrazione Monti aveva già intitolato all’avvocato d’Ambra l’attuale via degli Agrumi e il primo tratto di via Chiena dall’incrocio con via degli Agrumi alla piazza San Vito (nella zona sono presenti tre targhe, e il nome dell’avvocato è indicato anche nello stradario comunale). Nel novembre dello stesso anno, l’atto in questione venne inviato alla Prefettura di Napoli per ricevere la necessaria autorizzazione di competenza. Passano gli anni, e nel 2012 l’amministrazione guidata da Franco Regine sollecitò la restituzione della delibera. A ottobre giunse la risposta dell’Utg di Napoli che «comunicava che avendo questo Comune rinnovato gli organi elettivi, si rendeva necessario procedere all’adozione di una nuova deliberazione corredata da planimetria». A quasi sedici anni di distanza dall’approvazione di quella delibera, il tanto atteso epilogo: la memoria dell’avvocato Domenico d’Ambra (fondatore della prima sezione socialista dell’isola), dopo tante lungaggini burocratiche sarà indissolubilmente legata alla toponomastica di un territorio – quello isolano – per il quale tanto si spese in vita.

Per rappresentare la figura di Domenico d’Ambra, ne riportiamo i tratti descritti dall’ex sindaco di Forio, Franco Monti, nell’introduzione (che potete leggere anche sul sito internet de “La Rassegna d’Ischia) al libro di Antonio Alosco “Domenico d’Ambra e il suo tempo”, edito dal Centro di Ricerche Storiche d’Ambra nel 1977. «L’excursus politico dell’avvocato Domenico d’Ambra (1894-1919) – esordisce Franco Monti – si colloca a cavallo tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900,  e rappresenta, per i tempi in cui si è svolto, per le difficoltà e la complessità del momento politico e per le idee di avanguardia di cui fu propugnatore, un esempio alto di elaborazione politica ed istituzionale. In questo contesto giova ricordare la sua valente opera di Consigliere Provinciale (1914-1919) in difesa dei ceti popolari e meno abbienti con forti iniziative per migliorare l’assistenza sanitaria e degli ospedali (i poveri morivano in strada), contro il rincaro del prezzo del pane, giungendo a chiedere la requisizione del grano e stabilendo un prezzo equo per la vendita. Fu altresì propugnatore della neutralità dell’Italia contro la guerra. Come pure non lesinò i suoi sforzi per la eliminazione della precarietà dei rapporti di lavoro dei dipendenti provinciali e per un’organizzazione più moderna e qualificata degli uffici: argomenti ancora di enorme attualità».

«Questa sua opera di attento ed oculato amministratore – prosegue Monti – ebbe modo soprattutto di significarla nella veste di Assessore all’Annona e all’Avvocatura del Municipio di Napoli, nonché di Vice Sindaco in Sezione Vicaria dal maggio 1917 al febbraio 1919, cioè nel periodo più difficile causato dalla guerra. Fu oggetto di denunce e di gelosie politiche, ma la conclusione dell’inchiesta stabilì che “egli ha dato conto del pubblico danaro (sette milioni di lire) in modo da fargli onore”. Valente giornalista, redattore prima e direttore poi del settimanale socialista napoletano La Propaganda, con veementi battaglie contro la corruzione e il connubio esistente tra politica e organizzazioni malavitose a Napoli; nonché contro la guerra di Libia sostenuta anche con convegni, conferenze e comizi».

«Fondatore a Forio, a fine Ottocento, della prima sezione Socialista dell’isola d’Ischia, intitolata significativamente al martire foriano della Repubblica Napoletana del 1799, sacerdote Gaetano Morgera, fu il primo consigliere comunale socialista dell’isola eletto a Forio nel 1905», ricorda ancora l’ex primo cittadino di Forio. «La libertà come scelta di vita e di impegno politico-culturale rappresenta il filo conduttore dell’agire politico dell’avvocato Domenico d’Ambra. Le sue battaglie costituiscono la testimonianza di una esperien­za di lotta e di una capacità di riflessione intellettuale che lo rendono particolarmente prezioso e un forte punto di riferimento; egli ha saputo essere nello stesso tempo militante politico, amministratore pubblico e brillante uomo di diritto. Perciò – chiosa Monti – gli aspetti sopra evidenziati del suo agire, che sono solo una piccola parte di quanto Domenico d’Ambra ha scritto e operato, offrono degli squarci sulla vita culturale e politica ischitana e napoletana e, nello stesso tempo, forniscono contributi significativi al dibattito generale della sinistra».

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