CRONACAPRIMO PIANO

Per Capuano niente faccia a faccia col pm, la difesa rinuncia

Salta l’interrogatorio per il giudice del tribunale di Ischia, accusato di corruzione nell’ambito dell’attività investigativa della Procura di Roma. I legali del magistrato hanno scelto di attendere la chiusura delle indagini

Non si è svolto il programmato interrogatorio del giudice Capuano dinanzi il Pubblico Ministero. La difesa del magistrato, attualmente detenuto nella casa circondariale di Poggioreale con l’accusa di corruzione, non ha infatti ritenuto conveniente sottoporsi all’interrogatorio proprio in un momento in cui l’attività di indagini preliminari sta volgendo al termine. È stato ritenuto più opportuno venire prima a conoscenza delle determinazioni del pubblico ministero sulle imputazioni, per poi regolarsi in merito alle prossime mosse. Si è quindi voluto evitare di sostenere l’interrogatorio senza essere a conoscenza di eventuali nuovi atti. Comprensibile quindi la scelta difensiva di rinviare l’appuntamento col p.m., il quale a breve dovrebbe adottare nuove determinazioni in corrispondenza della chiusura delle indagini.

Come si ricorderà, il dottor Capuano, magistrato in forza alla sezione penale del Tribunale di Ischia, fu colpito da un ordine di arresto il 3 luglio scorso nell’ambito di un’indagine anticorruzione della Procura di Roma, da cui sarebbero emersi anche dei collegamenti con la camorra (reato che comunque non viene contestato a Capuano). Insieme a lui furono arrestati il consigliere circoscrizionale della Decima municipalità di Bagnoli, Antonio di Dio, l’imprenditore Valentino Cassini e il pregiudicato Giuseppe Liccardo, ritenuto da investigatori ed inquirenti vicino al clan Mallardo di Giugliano. Per tutti si aprirono le porte del carcere. Gli arresti domiciliari furono invece disposti nei confronti di Elio Bonaiuto, avvocato partenopeo.

Per Capuano fu infruttuoso il ricorso al Tribunale del Riesame: i giudici della Terza sezione penale di Roma lo rigettarono, confermando quasi interamente l’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip. Su una delle varie contestazioni mosse all’indagato, quella relativa alla vicenda Sorrentino, l’ordinanza era stata annullata, lasciando in piedi le altre.

Lo schieramento dei legali di fiducia del giudice ha comunque proseguito nelle attività di indagine difensiva, acquisendo una serie di elementi, documenti e verbali che saranno utilizzati successivamente. Quando saranno chiuse le indagini dell’accusa, si decideranno le prossime strategie, tramite nuovi elementi di prova allo scopo di smontare gli indizi di colpevolezza delineati dall’accusa: in questi mesi si è infatti ritenuto controproducente provare a contestare le interpretazioni del p.m. davanti al Gip. Convincimenti che secondo la difesa sarebbero piuttosto influenzati da intercettazioni ritenute non decisive e forse selezionate in maniera parziale: un’attitudine che avrebbe portato a determinare un provvedimento, quello dell’arresto e della custodia in carcere, esageratamente punitivo in relazione a quelli che sono gli indizi raccolti dalla Procura. Una durezza forse frutto anche della “lotta” tra correnti interne attualmente in corso nella magistratura. In ogni caso, la difesa di Alberto Capuano punta a smentire l’impianto accusatorio montato nei confronti del proprio assistito: innanzitutto la presunta corruzione, ma anche ponendo l’accento con particolare e reiterata attenzione verso le eventuali pressioni che l’indagato avrebbe dovuto esercitare nei confronti di un magistrato della Corte di Appello, che di fatto non sarebbero avvenute, in quanto quest’ultimo era ormai in pensione.

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