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Forio e il giro di vite sui lavori pubblici

DI GAETANO FERRANDINO

FORIO – L’impressione è che adesso la faccenda si stia facendo seria, maledettamente seria. L’autorità giudiziaria per la prima volta sembra aver messo le mani e soprattutto gli occhi nel settore dei lavori pubblici che si svolgono a Forio, o meglio per la prima volta in maniera davvero decisa e marcata, al punto tale da dare tutta l’intenzione di volerli passare al setaccio. Poi, da qui a capire se emergeranno o meno delle irregolarità o quanto meno delle anomalie, beh questo ci vorrà tempo per capirlo perché l’attività investigativa si preannuncia lunga, articolata e difficile: anche laddove dovessero venir fuori dei fatti che potrebbero rivestire un certo interesse, bisognerà poi dimostrare che ci sia mossi in un contesto diverso da quello della legalità, ed in settore così “border line” la cosa si presenta tutt’altro che agevole. Ieri mattina i carabinieri della Stazione di Forio sono nuovamente entrati in azione, stavolta indirizzando la propria attenzione nella zona denominata delle Pietre Rosse, dove sono in corso una serie di opere per la realizzazione di reti pluviali. Lavori che, come peraltro sta accadendo in ogni angolo dell’isola, devono essere necessariamente completati entro il prossimo 31 dicembre, pena la revoca dei finanziamenti erogati dalla Regione per il tramite dell’Unione Europea.

In questa fase non è particolarmente significativo quanto i militari dell’Arma riscontrano in termini di rispetto delle norme sulla sicurezza sul lavoro (che pure nei giorni scorsi è stato dimostrato che sono tutt’altro che impeccabili, così come dimostrato in maniera impeccabile e se vogliamo anche “comica” da chi ha postato sui social certe foto prima e dopo l’intervento dei carabinieri) ma capire cosa li ha spinti a distanza di pochi giorni in due posti diversi. Prima al Molo Borbonico e successivamente alle Pietre Rosse, nella zona di Citara. E’ acclarato che le forze dell’ordine si muovano su disposizioni della Procura della Repubblica di Napoli, che da tempo immemore ha ricevuto una serie di denunce sulla gestione e l’affidamento dei lavori sul territorio comunale. Evidentemente, però, la “tecnica” e la “cultura” di specie” di chi ha presentato questi esposti col tempo deve essersi affinata, cominciando a risultare evidentemente materia ritenuta abbastanza interessante dai magistrati che hanno deciso di prenderla in carico e di vederci chiaro. Così come, da indiscrezioni che trapelano, le denunce indirizzate all’autorità giudiziaria non sarebbero da ricondurre a questa o quella ditta esclusa magari da un appalto quanto piuttosto al tessuto politico locale, con qualche consigliere comunale che avrebbe cambiato le carte in tavola: prima di scrivere, cioè, avrebbe condotto una dettagliata indagine mirata a mostrare in maniera più o meno inoppugnabile una serie di collegamenti ed intrecci tra le varie ditte che si sono occupate delle opere da realizzarsi all’ombra del Torrione, a prescindere dalla loro natura.

A metà settimana, sempre i carabinieri avevano fatto visita ad un altro cantiere che è finito decisamente nel mirino. Ci riferiamo a quello relativo ai lavori del Molo Borbonico, dove l’intenzione è quella di voler studiare tutto attentamente ed ai raggi x, monitorando ogni singolo dettaglio e senza lasciare nulla al caso. Ecco perché i tutori dell’ordine hanno provveduto ad acquisire anche tutti gli atti che hanno portato al bando di gara, alla procedura della stessa e di conseguenza all’affidamento dei lavori. E quali possono essere gli eventuali punti di collegamento tra il porto e Citara? E’ chiaro che gli inquirenti cerchino punti di collegamento ed è chiaro che anche le denunce partite mirino a dimostrare esattamente questo. L’impressione, detto senza usare mezzi termini, è che si voglia arrivare a dimostrare la presenza di un monopolio più o meno “mascherato” degli appalti in quel di Forio ma bisogna sottolineare con chiarezza ed onestà che la cosa non si preannuncia per niente facile. In primis perché bisognerebbe trovare l’elemento di congiunzione tra una serie di aziende e società che alle volte si aggiudicano dei lavori senza nemmeno avere una specifica competenza in materia, e su questo chi si è preoccupato di scrivere alla Procura della Repubblica ha presumibilmente fatto un lavoro di “fino” ed anche abbastanza lungo e faticoso. Ma poi non finisce nemmeno lì, perché anche questo teorema che da teorico diventerebbe pratico non andrebbe a rimuovere il maggiore ostacolo, quello che può dare o meno una svolta ad un’attività della magistratura: dimostrare che non si tratti di semplici casualità ma che dietro possa nascondersi una condotta marcatamente dolosa, inequivocabilmente dolosa. E la cosa, allo stato dell’arte, appare davvero decisamente complessa, per non dire che ha tutte le sembianze di una utopia…

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