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Ripascimento degli arenili, via alla gara per la progettazione

È partito l’iter per la selezione dei tecnici che dovranno redigere il progetto per il ripascimento degli arenili isolani. Il Comune di Lacco Ameno, in qualità di ente capofila nell’ambizioso progetto, ha infatti diramato presso le altre amministrazioni dell’isola l’avviso pubblico di indizione di gara per la procedura ristretta, con la quale si concluderà l’accordo-quadro per «i servizi di progettazione, di fattibilità tecnico economica, definitiva ed esecutiva per il ripascimento e la manutenzione pluriennale delle spiagge, nonché per la difesa dei litorali dell’isola d’Ischia». Sugli albi pretori comunali appariranno dunque in queste ore il capitolato, il cronoprogramma, il modulo con la domanda di partecipazione alla gara, la relazione di calcolo dei costi, la relazione tecnica e lo studio di fattibilità. Una documentazione che sfiora le cento pagine per tradurre in numeri e prospetti l’idea di mettere finalmente mano a uno dei tanti problemi finora tanto dibattuti quanto, alla prova dei fatti, sostanzialmente ignorati. Come si ricorderà, le varie amministrazioni si accordarono oltre un anno fa per essere ammesse ai finanziamenti regionali tramite l’apposito bando che scadeva a settembre 2016. La proposta lanciata dai comuni è stata poi ammessa a beneficiare dei fondi di rotazione previsti dal Piano operativo complementare 2014-2020,  entrando nella graduatoria dei progetti finanziabili. Il contributo stabilito è di euro 3.676.017,67 per la fase di progettazione. Il ripascimento, il monitoraggio e la manutenzione pluriennale delle spiagge e la difesa dell’isola d’Ischia costituisce un tema di stringente attualità, vista la costante erosione che da tempo  insidia i nostri litorali, e che incide pesantemente sull’attività delle strutture ricettive, in particolare gli stabilimenti balneari, che vedono ridursi progressivamente lo spazio vitale.

Le conseguenze negative si estendono ovviamente anche all’indotto, con pesanti ripercussioni sociali ed economiche sulla popolazione che nell’economia turistica ha la sua principale fonte di reddito. Dopo le preliminari attività di studio e di indagine per reperire i materiali sabbiosi necessari, la progettazione e l’esecuzione sarà incentrata su interventi e zone individuate dalle singole amministrazioni. Tutto ciò è alla base di un Piano generale d’intervento che interessa l’intera isola, e che funge da documento programmatico. In tal senso, come già accennato, il comune di Lacco Ameno  è stato indicato come comune capofila delle attività da svolgersi, compatibilmente con quanto previsto dal bando. Ciascuna delle amministrazioni firmatarie contribuirà per le attività di propria competenza, in termini d’impegno organizzativo generale; per le attività di progettazione si è stabilito che la ripartizione delle spese progettuali per ogni ente locale sarà basato sul criterio del “costo sabbia a metro cubo”. Per completare il ripascimento delle venti spiagge prese in considerazione nell’ipotesi occorrono oltre 3 milioni di metri cubi di sabbia, un terzo dei quali per i due interventi del comune di Forio. Il costo della progettazione, che sarebbe normalmente a carico dei comuni, avrebbe raggiunto come minimo la somma di 2,8 milioni di euro. Ecco perché le amministrazioni isolane hanno afferrato al volo l’occasione dei fondi rotativi: questi ultimi copriranno i costi relativi, senza  esborsi per le casse comunali.

Il sindaco di Lacco Ameno Giacomo Pascale è stato un grande fautore della partecipazione isolana al bando regionale. Su suggerimento del potente vice di De Luca, Fulvio Bonavitacola, titolare di una delega strategica come quella all’Ambiente, il primo cittadino del paese del Fungo si era sempre più convinto che l’isola avrebbe potuto tentare con successo la corsa ai fondi rotativi, nonostante i tempi davvero ristretti. Nella seconda metà di agosto 2016, cioè quando mancavano poche settimane alla scadenza del bando, si arrivò a una concreta ipotesi di costi, messa nero su bianco. Il resto è cronaca. Il cammino, comunque, è ancora molto lungo prima di arrivare alla fase realmente operativa. Il ripascimento, tra l’altro, andrebbe logicamente a braccetto col programma di sistemazione delle scogliere, il cui ruolo è tutto da studiare per evitare di vanificare lavori e investimenti, e mantenere il fragile equilibrio tra coste, correnti marine e spiagge. Per ora si pensa al progetto, sperando di vederlo poi effettivamente realizzato.

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