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Forio e l’agghiacciante resoconto di una delle ragazze stuprate

ISCHIA. Le telecamere di videosorveglianza hanno ripreso i due ragazzi napoletani nelle prime fasi dello stupro, quando approcciano le due ragazze in un pub di Forio. È stata la conferma alla storia raccontata dalle due quindicenni e che ha fatto scattare le indagini culminate con l’arresto dei due napoletani con la gravissima accusa di stupro su minore. Nel dispositivo ci sono anche le testimonianze delle due ragazze. Ecco quella notte dell’orrore raccontata dalla loro voce:

«Ieri sera – esordisce ragazza 2 – intorno alle 20.45 sono andata a mangiare un panino con la mia amica. Mentre stavamo mangiando sedute in uno dei tavolini all’aperto, lungo la strada, si avvicinavano a noi due ragazzi che non conoscevamo né io né la mia amica e probabilmente di 17/18 anni non dell’isola d’Ischia, i quali iniziavano a fare avances nei nostri confronti. Difatti, a turno mi si buttavano addosso nonostante i miei ripetuti inviti ad allontanarsi e lasciarci in pace. Quindi, dopo aver finito di mangiare mentre i due continuavano a cercare di attaccare discorso con me e la mia amica, dicendo “sono il tuo fidanzato”, io e la mia amica ci incamminavamo in direzione del porto di Forio. Mentre stavamo camminando, i due ci seguivano e a un certo punto venivo afferrata per il polso sinistro da uno dei due giovani di prima, il quale, tirandomi, diceva “vieni”. Ho cercato di opporre resistenza ma venivo sopraffatta e condotta sul molo del porto sottostante la strada principale e nella circostanza mi accorgevo che anche la mia amica era stata obbligata a scendere già. A quel punto, scherzando e ridendo, i due giovani ci facevano sedere su una poltrona di colore bianco. Mentre eravamo seduti sul divano, uno dei due, ovvero quello con i capelli più lunghi sopra che mi aveva afferrata al polso, mi si buttava addosso baciandomi sulla bocca. Io divincolandomi cercavo di respingerlo, ma il giovane mi diceva con tono minaccioso di stare zitta, che comandava lui, e quindi mi palpeggiava il seno mettendo le mani sotto la mia maglietta. Quindi, mi prendeva per un braccio e mi costringeva a seguirlo dietro una piccola cabina tipo ricovero attrezzi, sito nelle vicinanze delle poltrone. A quel punto, coperti dalla cabina, sempre tenendomi per il polso, il ragazzo si abbassava i pantaloni cercando di abbassare anche i miei. Mentre li stava abbassando, paralizzata dalla para, gli dicevo che avevo il ciclo mestruale e pertanto, pure apparentemente non credendoci, mi intimava di abbassarmi e mi colpiva con schiaffi al viso costringendomi ad un rapporto orale. Dopo aver terminato, il giovane, cercando l’amico, mi faceva contattare la mia amica per sapere dove fossero e quindi, nonostante non volessi, il ragazzo mi fece andare da lui con loro dicendomi: “ti fidi di me?”. Arrivati all’altezza del pontile vedevamo, all’estremità dello stesso, la mia amica e l’altro ragazzo. Ci incamminavamo in direzione loro ma ci fermavamo a pochi metri dagli stessi e lì il ragazzo che mi aveva presa si abbassava nuovamente i pantaloni cercando ancora di abbassarmi i pantaloni colpendomi con schiaffi al volto. Non riuscendoci per la mia resistenza e per il fatto che avevo il ciclo, mi costringeva nuovamente ad avere un rapporto orale. Ad un certo punto sentivo i due dire: “facciamo cambio” e ho visto la mia amica che se ne andava. Per tanto, tutti e due si avvicinavano a me e mi costringevano ad avere rapporti orali ed io terrorizzata, dicevo loro che dovevo andarmene mentre gli stessi si proponevano di accompagnarmi a casa con il motorino. Io mi rifiutavo e dopo un altro paio di minuti durante i quali i due continuavano a rimanere con i pantaloni abbassati palpeggiandomi senza lasciarmi andare via, raggiungevano l’orgasmo eiaculandomi sulla maglietta. A quel punto, finalmente, mi lasciavano andare via e io raggiungevo la fermata dell’autobus sulla strada principale”.

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