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Forio e quel lungomare deturpato da rifiuti d’ogni genere

Passeggiando sul lungomare di Forio, è difficile non rimanere rapiti dalla bellezza del suo paesaggio e delle sue architetture, ben rappresentate – queste ultime – dal Torrione, che dall’alto sorveglia l’abitato e il porto del Comune più occidentale dell’isola verde. Una cartolina meravigliosa quella che ci viene quotidianamente regalata dalla città delle torri, e che non a caso ci è invidiata da tutto il mondo. Vivere in un paradiso terrestre come l’isola d’Ischia dovrebbe essere un privilegio per gli abitanti che la popolano. Infatti, nonostante l’abusivismo edilizio che nel corso degli anni ha deturpato e non poco il nostro territorio, Ischia – e quindi anche il Comune di Foro – resta una delle perle più preziose e stimate del mar Mediterraneo. Una terra benedetta da Madre Natura, e che per tale motivo meriterebbe ben altri cittadini e, più in generale, frequentatori civili.

Negli scorsi mesi, attraverso accurati servizi giornalistici, abbiamo avuto cura di mostrarvi materiale fotografico che farebbe mettere le mani nei capelli anche al più convinto anti-ambientalista. Appena sette giorni fa, sulle colonne di questo quotidiano, abbiamo denunciato le deprecabili condizioni in cui versa la chiesa del Soccorso, la cui immagine è stata vilipesa da alcuni writer che speriamo possano essere presto assicurati alla giustizia e condannati ai lavori socialmente utili. Questa settimana, tuttavia, la nostra lente d’ingrandimento si sposta di poco e fa tappa nel porto di Forio, e per l’esattezza nello spiazzale ubicato a due passi dalla spiaggia dell’impiccato, che durante la stagione estiva è letteralmente presa d’assalto così come la vicina Chiaia e gli altri arenili del Comune turrito.

A questo punto, lecitamente, qualche lettore si chiederà: «E quindi? Con ciò dove vuoi andare a parare?». Rispondiamo subito a questa domanda evidenziando che nel sopraccitato spiazzale – che a dirla tutta assomiglia più a una lurida area di stoccaggio dell’hinterland napoletano – sono presenti da un bel po’ di tempo rifiuti d’ogni sorta, che fanno bella mostra di sé in un luogo che a rigor di logica dovrebbe rappresentare un attrattore turistico. A trionfare sono sacchetti della spazzatura, bottiglie di vetro e di plastica, taniche della benzina (fortunatamente vuote), pneumatici, elettrodomestici arrugginiti e (udite, udite!) ben tre natanti!  Se ciò non bastasse, su una delle facce di un ingombrante parallelepipedo grigio campeggia una scritta rosso sangue, che invita «cortesemente» i cittadini a depositare la spazzatura all’interno degli appositi bidoni.

Una raccomandazione che, inutile sottolinearlo, stride e non poco con il contesto nella quale è stata inserita. Infatti le istantanee che vi mostriamo oggi (talmente eloquenti da parlare da sole) testimoniano in maniera incontrovertibile il degrado di quella zona, che ogni giorno è frequentata da cittadini e turisti di ogni età, che dinanzi ad un simile spettacolo non possono far altro che rimanere basiti e domandarsi: «Ma è mai possibile vivere o soggiornare in un posto del genere?».

Un interrogativo, quello degli abitanti di Forio e dei nostri ospiti, al quale speriamo possa dare presto una risposta il sindaco Francesco Del Deo, che prima ancora di essere “primo cittadino” è anche e soprattutto la massima autorità sanitaria del paese, e quindi ha il dovere – istituzionale e morale – di affrontare di petto questa seria problematica, la cui soluzione non può essere ulteriormente procrastinata. Siamo certi che il sindaco e la sua amministrazione sapranno far fronte – e con la dovuta efficacia – alla vicenda che stiamo denunciando quest’oggi, e che va risolta senza esitazione alcuna. Come abbiamo evidenziato anche nel recente passato, la civiltà di un paese – soprattutto se a vocazione turistica come il nostro – si misura anche dal modo in cui i suoi cittadini riescono a preservarne la dignità. E per avere un paese dignitoso e accogliente è necessario che tutti – dal netturbino al sindaco, dal muratore all’avvocato – siano consapevoli che questo auspicabile obiettivo sarà raggiunto soltanto quando ogni cittadino imparerà ad amare e a rispettare concretamente la terra che gli ha dato i natali.

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Francesco Castaldi

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