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Sotto Tiro – La mobilità sull’isola

Leggendo la stampa locale, discutendo sui social e parlando con tante persone mi sto convincendo che il problema del traffico che rende Ischia poco vivibile è, e soprattutto è destinata a rimanere, una delle problematiche più difficili da affrontare dalle amministrazioni locali, ovviamente anche da quelle future.

Già in uno studio degli anni 70 del secolo scorso fatto effettuare da una Consulta di commercianti, emerse chiaramente che Ischia non poteva fare a meno delle auto. La politica errata delle amministrazioni locali e della Regione nel privilegiare l’auto al trasporto pubblico e la comodità degli isolani che usano ancora la macchina come una sorta di status symbol da esibire per spararsi la posa, hanno negli ultimi tempi dato il colpo di grazia all’isola.

Bisogna convenire che un intervento deciso va preso nella regolamentazione del traffico, ormai davvero non esistono alternative. Le discussioni che avvengono dappertutto propongono soluzioni tra le più diverse e disparate. Targhe alterne, una macchina per famiglia, oasi di vivibilità (10) nell’isola con azzeramento di circolazione e sosta e tante altre cose. Quello che manca, evidentemente, è l’approccio scientifico al problema.

Bisogna affidare ad una Università lo studio dell’insieme. Esistono satelliti, algoritmi, statistiche ed esempi di altri posti dove il problema è stato risolto. Possiamo ipotizzare un’isola a trazione elettrica per evitare i rumori e l’inquinamento da idrocarburi come possiamo fare tante altre cose senza mai dimenticarci che viviamo in un territorio in cui non esiste assolutamente il rispetto delle norme che disciplinano il codice della strada. Per farla breve siamo un popolo di abusivi, e non soltanto per le costruzioni ed il fenomeno legato all’edilizia.

Due sono le cose più difficili da superare: la comodità degli isolani che vogliono andare in bagno con l’auto e la voglia matta degli amministratori di assecondarli pur di essere votati. Due nemici mortali, due piaghe apparentemente impossibili da sconfiggere. Eppure bisogna provarci, ne va del nostro futuro.

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