Forio, l’Evi risolve il mistero del mini geyser della Borbonica
Il fiotto d’acqua calda che ha suscitato curiosità ma anche allarme tra i residenti della Borbonica e i numerosi automobilisti che hanno assistito al fenomeno è stato finalmente risolto: i tecnici dell’Evi hanno trovato un tombino nelle vicinanze ostruito
Aveva suscitato curiosità, ansia e anche un certo allarmismo lo strano fenomeno osservato nei giorni scorsi da più di un automobilista presso la Borbonica, la strada che unisce località Fango al cuore di Forio. I testimoni hanno raccontato di aver visto un piccolo ma vigoroso fiotto d’acqua fuoriuscire dal bel mezzo della strada, proprio a pochi passi dalla zona vessata dal terribile sisma che il 21 agosto del 2017 ha sconquassato l’intera isola. Un ricordo ancora vivo, traumatico, ben radicato nel ricordo di chi ancora oggi vive con un certo timore la possibilità che tutto possa ripetersi. 5 secondi che hanno talmente traumatizzato l’isola che a ogni episodio particolare che possa essere ricondotto a quei momenti viene preso in considerazione, anche quello che potrebbe essere più insignificante.
Il fiotto si è fatto strada tra l’asfalto, segno che il getto d’acqua che si era mosso sotto la strada doveva essere davvero vigoroso. Acqua limpida e trasparente che quindi non doveva essere di fogna, ma soprattutto calda, tant’è che in contemporanea alla fuoriuscita del liquido si poteva vedere anche vapore acqueo sprigionarsi dalla strada verso l’alto. Un fenomeno curioso per molti, decisamente preoccupante per altri che hanno letto nel mini geyser della Borbonica un preavviso di qualcosa di ben più grave.
In molti hanno pensato che il piccolo fiotto di acqua, tra l’altro bollente, potesse essere un segnale di una qualche attività geotermica o peggio, un preavviso di recrudescenze di fenomeni sismici a addirittura vulcanici. D’altro canto siamo ormai abituati a leggere con una certa periodicità un numero di crescente di articoli, commenti e pareri che ricordano quanto vivace sia l’attività che si concretizza sotto i nostri piedi, e quanto sia potenzialmente pericolosa l’attività dei Campi Flegrei. Cosa sta succedendo quindi in via Baiola’ L’inizio di un fenomeno naturale che ha origine nell’attività geotermica dell’isola? O semplicemente un particolare mix di riversamento nelle fogne di acqua calda termale ad alta gittata che le vecchie tubature che si articolano al di sotto del manto stradale di via Baiola non è in grado di sostenere?
A risolvere il mistero ci ha pensato una squadra di operatori dell’Evi. I tecnici del gestore del servizio idrico isolano si sono recati in zona, hanno individuato il punto da dove sgorgava l’acqua, non senza difficoltà visto che il fenomeno si è manifestato saltuariamente. Con picconi alla mano è stato riportato alla luce il pozzetto di ispezione che, forse in maniera poco responsabile, è stato coperto dall’ultima colata d’asfalto realizzata per migliorare il manto stradale.
All’interno il tombino è stato trovato completamente ostruito, questo quindi il problema che obbligava l’acqua a cercare altre vie di fuga fino a raggiungere la superficie. Con l’intervento di un camion degli espurghi il tombino è stato liberato consentendo così all’acqua di poter defluire naturalmente.
Rimane però il mistero riguardo all’origine dell’acqua calda che fuoriusciva dalla strada. Ma la spiegazione più plausibile è da identificare nello scarico di acqua, presumibilmente termale, effettuata da una piscina di qualche struttura ricettiva della zona. Acqua calda e termale la cui origine non è data sapere e nemmeno se si tratta di uno scarico autorizzato.
Il timbrare i tombini, è una usanza ancora in uso. Ai pilastri, dopo il rifacimento del manto di asfalto, sono scomparsi tutti i tombini, rigorosamente sottoposti al livello stradale. Ovviamente chi ha collaudato il lavoro non vi ha fatto caso, visto che dopo mesi dei tombini non vi è più traccia.
Scusate ma intendevo dire, tombare i tombini.