LE OPINIONI

IL COMMENTO Il fermento culturale di settembre

Siamo isolani e, in quanto tali, estimatori del buon vino. Ripassiamoci perciò la lezioncina scientifica che vuole che, per arrivare a vinificare, bisogna far fermentare il mosto. Tutti sappiamo che il mosto si ottiene dalla pigiatura delle uve. Non sempre invece facciamo mente locale sul fatto che nel mosto ci sono componenti che rimarranno nel vino (acidi,polifenoli,sali minerali, aromi) e altri che subiscono una trasformazione chimica durante la fermentazione alcolica ( zuccheri, pectine, enzimi, lieviti). E’ altrettanto risaputo che il vinificatore, per ottenere il miglior risultato, può intervenire con delle manovre correttive sul mosto (chiarificazione, filtrazione, centrifugazione ecc.). Ora, trasferiamo questo processo produttivo sul piano turistico e culturale, riguardante la nostra isola. Otterremo che il “succo” che riusciamo a ricavare, dal flusso turistico invasivo di luglio e soprattutto agosto , per “spremitura” di turisti, nel resoconto di settembre, risulti un buon vino o un vino cattivo, secondo che saremo riusciti a trasformare perfettamente i componenti e nella misura in cui opportune “manovre correttive” siano riuscite a dare la giusta dose di “chiarificazione e filtrazione”. Fuori di metafora, a settembre tiriamo le somme del lavoro svolto in piena estate e offriamo un prodotto più raffinato. Ci lamentiamo quando, come quest’estate, alla quantità dell’uva raccolta, non corrisponde una buona qualità del vino prodotto. Ma se è avvenuto ciò è, molto probabilmente, conseguenza della mancanza di opportune “manovre correttive”, come un necessario “filtraggio”. E come si fa a filtrare, a setacciare il buono dal cattivo turismo? Sicuramente Ischia sconta una buona dose di rigidità ed anelasticità della domanda turistica proveniente dalla Regione Campania. In altre parole la vicinanza territoriale, il breve tratto di mare che ci separa dall’hinterland napoletano, la frequenza dei collegamenti marittimi agevolano l’ingresso di un certo tipo di turismo (che facciamo male ad offendere quando ci offende solo esteticamente e quando è solo frutto di una arretratezza culturale del sud e di una insufficiente educazione) ma che indubbiamente mette a dura prova il nostro apparato ricettivo. L’unico modo per “ filtrare” il turismo volgare, senza peraltro offendere chi aspira legittimamente ad emanciparsi e migliorarsi attraverso la vacanza, è quello di sottrargli il terreno fertile sotto i piedi, di fargli mancare il contesto entro cui si muove a suo agio. Dobbiamo trasformare il “brodo di coltura” entro cui il turismo cafonal si muove in “ brodo di cultura” per un turismo eco sostenibile.

Se noi presentiamo un paese incontrollato, sporco, chiassoso, tollerante di ogni abuso e sopruso, offriamo a questo tipo di turisti il contesto a loro più congeniale. Se da un lato non facciamo arrivare motoveicoli ed autoveicoli targati Regione Campania e poi facciamo proliferare decine e decine di agenzie di noleggio automezzi e motoveicoli senza alcuna regola; se consentiamo un uso incontrollato delle spiagge libere, un trasporto gratuito non già sostitutivo delle auto private ma come semplice bonus inaspettato per soggetti che se la sarebbero comunque fatta a piedi o in autobus a pagamento, se offriamo loro bancarelle, salsicciate, fuoco a volontà, avremo offerto loro un’edizione aggiornata del populismo borbonico. Perché allora adeguare i nostri eventi e le nostre capacità creative, organizzative di accoglienza alla domanda turistica di basso rango che ci viene rivolta in agosto e non tentare, al contrario, di manovrare la domanda con un’offerta tesa ad orientare la tipologia di turismo che vogliamo? E gli esempi che faremo su quello che siamo capaci di organizzare nel fertile mese di settembre, rafforza l’idea che non dobbiamo scandire secondo i mesi la caratura dei nostri eventi. Perché attivare le domeniche di “senso civico” solo a settembre , come ha inteso disporre l’amministrazione comunale d’Ischia? Forse che è possibile sospendere o archiviare il senso civico negli altri mesi? Sotto questo profilo, confesso di essere stato molto deluso dall’editoriale del Sindaco d’Ischia su Il Golfo di mercoledì (fermo restando che ogni intervento pubblico è utile). In tale editoriale, al netto di qualche positività come il mare pulito (non certo merito del Comune) e del nuovo dispositivo di imbarco sulle navi-traghetto e dell’esaltazione di Feste (stranamente mescolate quelle civili con quelle religiose) non si legge traccia di una seria analisi dell’andamento della stagione turistica. Un solo esempio di mancato interventismo comunale: la movida incontrollata della riva destra. E’ mai possibile che debba essere il Questore di Napoli ad assumere il provvedimento di chiusura per 7 giorni del locale più indisciplinato, senza che il Comune, che pure è l’Ente che rilascia la licenza amministrativa, abbia preso un provvedimento qualsiasi, una sanzione, una sospensione, per mancata osservanza di regolamenti ed ordinanze?

Ma veniamo alle note liete di settembre, sulle quali dobbiamo lavorare, prendendole a modello per estenderle all’intera stagione turistica. Ne elenco alcune: la XV edizione di Pe’ terre assaje luntane che ha per tema l’emigrazione verso le Americhe e che si svolgerà dal 12 al 15 settembre e vedrà impegnati studiosi sulla storia, letteratura e cinema che parlano di “ritorni” di emigrati o del crocevia del Mediterraneo come teatro di popoli in eterno movimento, temi di estrema attualità e che potrebbero contribuire a svelenire un diffuso clima di paura, odio, respingimento dell’altro in un non meglio identificato altrove. Sarebbe però il momento che, approfittando di queste riflessioni sull’emigrazione, ci ponessimo con serietà il problema della grave emorragia dei giovani cervelli isolani che vagano nei paesi d’Europa e del mondo. Citiamo ancora l’annuale Festival di filosofia che, organizzato da Insophia, diretta dal prof. Raffaele Mirelli, si articolerà dal 22 al 29 settembre, trattando un tema universale come il rapporto tra l’uomo e Dio e il bisogno della sacralità. Buone anche alcune presentazioni di libri al Torrione o nel sagrato della, Chiesa di Santa Maria di Visitapoveri a Forio, segnatamente il libro “ L’Italia al tempo dei populismi” del’ex ministro socialista della prima Repubblica, Carmelo Conte e il bel libro di poesie di Angela Barnaba, mamma di Massimi Colella, uno dei giovani cervelli più brillanti dell’isola d’Ischia. Di grande interesse, dall’8 al 15 settembre, sempre al Torrione, l’Omaggio a Luchino Visconti, mostra pittorica autobiografica che lascia la speranza che il Comune di Forio trovi una destinazione idonea alla Colombaia, dopo indescrivibili vicissitudini. E mi piace sottolineare anche l’esordio della nuova dirigenza del Centro Studi dell’isola d’Ischia, presieduto dal prof, Pasquale Balestriere. Per esso, l’agronomo Francesco Mattera, ha messo in campo la lodevole iniziativa di un report sullo stato di salute della pineta della Maddalena ( 27 ettari sui 46 totali del Bosco).

Direte voi lettori: ma cosa c’entra questo interesse alla conservazione e recupero del verde col discorso degli eventi e del livello del turismo a Ischia? E’ presto detto: l’ambiente e il verde costituiscono una delle prerogative più importanti dell’isola. Non possiamo permettere che Ischia perda questo bene. E’ la prima cosa che affascina i visitatori quando arrivano in nave per la prima volta a Ischia. Il Presidente di Federalberghi Ischia va alla ricerca di un “marchio” per l’isola, ma il marchio c’era già “isola verde”; solo che lo abbiamo smarrito. E’ triste oggi passeggiare in via Alfredo De Luca ad Ischia ed osservare i pini spellacchiati dalla cocciniglia Toumeyella Parvicomis. Il rapporto uomo-ambiente è cultura, è civiltà, è turismo! Amici e non della politica e delle amministrazioni locali, approfittate dell’insediamento di un nuovo Governo che appare (almeno sulla carta) più sensibile ai temi dell’ambiente e della cultura. Approfittiamo della presenza di Giosi Ferrandino in un ruolo importante in Europa. Sindaco d’Ischia, riprenda con decisione l’idea e il progetto di candidare l’isola d’Ischia a Patrimonio dell’Umanità Unesco. Sento dire che si vorrebbe puntare al solo Castello Aragonese, indubbiamente bene unico ed inestimabile. Tuttavia appare più logico e soprattutto in possesso di maggiori chance inserire Ischia nel contesto dell’Area Flegrea, per la quale esiste già un’opzione di candidatura. Alziamo il tiro, Ischia lo merita!

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