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Frana ai Maronti, terriccio e fango finiscono in mare

Ieri paura sulla spiaggia baranese, per fortuna nessun danno alle persone. Il sindaco firma un’ordinanza con cui interdire il transito pedonale e carrabile in via Fondolillo, perché non si escludono altri smottamenti. Il ricordo è subito andato alla tragedia del 2015, quando nella stessa zona perse la vita Peppe Iallonardo

Per un attimo, e forse anche più di un attimo, la memoria è tornata indietro nel tempo, a quella maledetta tragedia che si verificò nel 2015 e di cui racconteremo tra poco. Ieri, nella zona dei Maronti, la paura è tornata ad essere un sentimento di quelli “forti”, con il timore di un deja-vu che nessuno naturalmente si augurava. Stavolta, per fortuna, è andato tutto per il meglio ma ancora una volta emergono le criticità di un territorio “fragile” come quello della nostra isola, che sotto l’aspetto idrogeologico lascia sempre più di qualche timore specialmente dopo giornate di pioggia intensa come quelle che hanno caratterizzato la scorsa settimana. Ieri all’improvviso diversi metri cubi di terreno e roccia sono franati e finiti in mare alla spiaggia dei Maronti. Fortunatamente senza procurare danni a persone, dal momento che di questi tempi le condizioni meteo non sono certo tali da invogliare a frequentare l’arenile più grande dell’isola. A venire giù è stata ina parte consistente di un costone nella zona di Cavascura, già interdetto proprio per rischio idrogeologico.

L’episodio di fatto ha bloccato anche il passaggio via terra in direzione Sant’Angelo. Nello specifico il sindaco di Barano, Dionigi Gaudioso, ha firmato un’ordinanza (la n. 76/2000) con la quale dispone “di provvedere ad horas all’interdizione del traffico pedonale e carrabile del tratto di strada denominato via Fondolillo”, e che “l’ufficio manutenzione provveda al transennamento del predetto tratto di strada ed alla disposizione della segnaletica necessaria”. A far propendere in questo senso il primo cittadino è stata anche la relazione di accertamento compiuta subito dopo la frana dai tecnici comunali, nella quale si legge tra l’altro: “… un tratto del costone posto lungo la spiaggia dei Maronti (dopo l’Hotel Vittoria, circa 100 metri) su cui si sviluppa (a monte) parte della via Fondolillo risulta franato per circa 10, 15 metri, riversando a valle terreno e rocce. Inoltre, nel tratto successivo a quello oggetto di frana, si è rilevata la presenza di una lesione alla quota di calpestio, segno evidente che anche quest’ultimo ha iniziato a distaccarsi con possibile conseguente crollo…”. Insomma, una “diagnosi” tutt’altro che rassicurante e che non esclude ulteriori crolli. Già questa mattina il sindaco Gaudioso incontrerà i cittadini per ulteriori accertamenti e per fare un punto più accurato della situazione.

L’episodio verificatosi ieri, come ricordavamo in apertura di servizio, manda inevitabilmente all’indietro nel tempo, al 25 febbraio del 2015. Peppe Iallonardo, innamorato dei Maronti e di Olimitello, si recò a verificare le condizioni del ristorante di famiglia, dal momento che in quella giornata pioveva a dirotto in maniera violenta dalle prime luci dell’alba, ma fu travolto da uno smottamento di terreno. Il corpo fu ritrovato dopo l’allarme lanciato dai suoi familiari che non lo avevano visto far ritorno a casa. Una tragedia che fece tornare d’attualità quelle di Monte Vezzi del 2006 e dell’alluvione di Casamicciola nel 2009. Ma la frana dei Maronti, peraltro, è un po’ lo specchio di quanto accade da anni a Cava dell’Isola, dove l’arenile è costantemente minacciato e dove gli smottamenti più o meno significativi sono ormai all’ordine del giorno. E allora sarebbe forse il caso di cominciare a interrogarsi su certi fenomeni e come studiare una progettualità “globale” in grado di limitarne i rischi. Prima di dover raccontare l’ennesima tragedia e doverla poi – magari anche in maniera cinica – doverla definire annunciata.

Foto Franco Trani

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Jack

Interessante … quel piccolo villaggio sul costone franato. Costruito con permesso o abusivamente?

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