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Clotilde di Meglio: «Sogno un paese 2.0 e improntato alla trasparenza»

Avvocato civilista, sempre impegnata nelle aule dei tribunali a farsi carico delle istanze dei propri clienti. Un’esperienza ventennale quella di Clotilde di Meglio che il prossimo 11 Giugno concorrerà con la lista “Progetto Comune”, per la carica di sindaco del Comune di Barano. Meno conosciuta, forse, rispetto all’avversario Dionigi Gaudioso, ma, tuttavia con le idee ben chiare sul futuro del suo territorio.

Cosa l’ha spinta ad entrare in politica e come ha maturato la scelta di candidarsi come sindaco di Barano?

«Le condizioni attuali del mio paese mi sono sembrate tali da farmi decidere che fosse giunto il momento di impegnarmi in prima linea.  Grazia al mio lavoro di avvocato, ho ritenuto di aver acquisito competenze e un’ adeguata attenzione alle persone, tale da potermi impegnare anche per un ruolo pubblico in favore del mio paese».

Quali sono  i suoi  obiettivi principali qualora fosse eletta sindaco?

«Sicuramente risanare complessivamente il territorio di Barano. Ritengo che ci sia una condizione di stagnazione e che in questi ultimi anni non si sia fatto assolutamente nulla né ci sia stata alcuna volontà per rendere Barano migliore per  residenti e turisti. Credo che sia d’obbligo risanare, prima di tutto,  la spiaggia dei Maronti che è la perla dell’isola di Ischia. Il fatto che sia trascurata, infatti, fa sì che il Comune di Barano sia solo il fanalino di coda dell’isola.  Vorrei, invece, renderlo un territorio adeguato all’accoglienza turistica, cosa che oggi non accade. Abbiamo i Maronti, Nitrodi, la pineta di Fiaiano, ma tutt’ intorno non c’è assolutamente niente. Ecco perché credo che sia indispensabile far nascere attorno a questi luoghi una serie di servizi che non solo incentivino il turismo, ma che creino anche ricchezza per il paese».

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Nel suo programma elettorale ha dato particolare attenzione alle nuove tecnologie: wifi gratuito su tutto il territorio comunale e un sistema di comunicazione 2.0  con gli addetti comunali. Come mai questa scelta?

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«Reputo l’uso delle nuove tecnologie importante in termini di garanzia della trasparenza da parte dell’amministrazione comunale. I cittadini devono essere in grado di conoscere quali siano le iniziative intraprese dai propri amministratori e avere la possibilità di controllare se questi stiano svolgendo al meglio il ruolo loro conferito. In secondo luogo, un nuovo sistema di informatizzazione del Comune permetterebbe ai cittadini di rivolgersi all’amministrazione in modo pratico e veloce.  Credo che di questi tempi sia importante munirsi di determinate tecnologie che, pur nascondendo alcune insidie, restano servizi molto utilizzati, soprattutto dai giovani. Sono in fondo loro il futuro della nostra isola ed è importante che  anch’essi possano comunicare con l’amministrazione comunale con i mezzi che sono loro più congeniali».

Parliamo della sanità. Come avrà notato di recente si è scatenato il malumore di molti cittadini che hanno lamentato scarsa attenzione sulle criticità che affliggono il settore sanitario di Ischia da parte degli amministratori in carica.  Come si ripropone  di scendere in campo su questa tematica?

«La sanità è certamente un settore che merita le dovute attenzioni. Il presidio ospedaliero di Lacco Ameno  è  importantissimo per il territorio isolano ed è fondamentale che questo sia in grado di fornire servizi adeguati alle necessità della popolazione. Da parte mia, mi prenderò, quindi, l’impegno di rivolgermi anche a persone che ne sanno più di me del settore al fine di essere di supporto a quanti in questo momento stanno lottando per la conservazione del presidio ospedaliero di Ischia e per il suo  efficientamento».

Veniamo alla sua lista. Quali sono i criteri che ne hanno ispirato la composizione?

«Beh, innanzitutto, c’è da dire che sono stata io la prima a prendere l’iniziativa di candidarmi e ho così contattato quelle persone che avevano già avuto esperienza sul campo in precedenti tornate elettorali, come l’avvocato Maria Grazia di Scala e il geometra Giovanni Migliaccio. Purtroppo non sono riuscita a trovare un contatto con colui che, nel 2012, rappresentò il Movimento 5 Stelle, Mario Goffredo. Ho, però, contattato alcune persone  isolane che sapevo facessero parte del movimento in questione, ma ho constatato che, aldilà di un appoggio da parte di alcuni di loro, non c’era, in questo momento, la volontà di impegnarsi in questa tornata elettorale. O almeno questa è l’impressione che io ho ricevuto. Successivamente, dopo aver ricevuto l’appoggio di Maria Grazia e Giovanni,  insieme ci siamo impegnati nell’individuare quelle persone che potessero esserci vicine in questo progetto. Nella mia lista ci sono tecnici, geometri e avvocati, ma anche persone più semplici, che tuttavia vivono quotidianamente la realtà baranese e che possono sicuramente dare un contributo proficuo al territorio. Mi è dispiaciuto che qualcuno abbia definito le persone presenti nella mia lista “senza arte né parte”, perché non è vero.  Ritengo che si debba avere rispetto dell’essere umano a prescindere dagli studi che ha fatto e dai titoli che  si possiede. Non è certo la laurea a fare l’uomo onesto e a dare la correttezza morale che proviene da ben altre cose. La mia lista è fatta da persone per bene, nuove e che si vogliono impegnare per Barano».

Non teme, però, che il fatto che i candidati della sua lista siano poco conosciuti sul territorio possa influenzare la scelta degli elettori?

«Qualcuno, spesso, mi ha detto  “tu non conosci nessuno e nessun conosce te”. Questo non è vero. Io conosco tante persone, ma in ogni caso ritengo che non ci sia bisogno di essere noti per fare l’interesse del cittadino. Anzi, il cittadino deve trovare supporto a prescindere dalla conoscenza che il sindaco può avere di lui e viceversa. E questo discorso, quindi, vale anche per i Consiglieri».

Cinque anni fa, Maria Grazia Di Scala perse contro Paolino Buono per quattrocento voti. Qualcuno dice che anche questa volta finirà così. Lei pensa, invece, che ora i cittadini di Barano potrebbero essere pronti al cambiamento?

«Io penso di si o, comunque, lo spero. Sicuramente il dato emergente dalla scorsa tornata elettorale è che l’attuale amministrazione non ha ricevuto l’approvazione della maggioranza dei votanti che si è orientata, difatti, poi verso altre liste. Personalmente sono fiduciosa. Ho pensato che lontana da certi meccanismi politici, magari avrei potuto ottenere, in qualche maniera, la fiducia di persone diverse: un po’ anche per la storia della mia famiglia che si discosta da altre famiglie per un passato politico differente. E così si sta rivelando essere.  Fin’ora, infatti, in tanti mi stanno dando fiducia e io continuo a credere nella possibilità di concretizzare questo progetto.  Da parte nostra c’è l’impegno di far capire alla popolazione di Barano che ha la possibilità di scegliere e di cambiare. Se questa cosa non dovesse poi essere colta dai cittadini, allora vorrà dire che sarà stato un nostro limite e ne prenderemo atto. Noi, comunque speriamo di vincere, ma non per cambiare il centro di potere di Barano, ma per fare qualcosa di serio, partendo anche e soprattutto dalle piccole cose. Nel Comune di Barano sono 50 anni che non si muove niente e questo fa sì che gli amministratori attuali non sentano, evidentemente, l’esigenza di fare qualcosa per il popolo, dato che pensano di vincere ugualmente».

Lei potrebbe essere, potenzialmente, il primo sindaco donna nel Comune di Barano. Come si sente a riguardo?

«È un enorme responsabilità sicuramente, ma sarebbe un forte segnale di cambiamento».

Negli ultimi anni, l’opposizione al Comune di Barano sembra essere stata piuttosto dormiente. Nel caso non diventasse sindaco come ha intenzione di lavorare dalla parte dell’opposizione? Sarà più presente di quanto non abbiano fatto i suoi predecessori?

«Assolutamente. Quello che voglio assicurare a tutti i cittadini è che a prescindere dall’esito di queste elezioni  mi impegnerò fortemente.  Salvo imprevisti, sarò presente a tutti i Consiglio Comunali, e mi appurerò di quello che bisogna fare per il benessere delle collettività. Mi  impegnerò a 360 gradi, in qualsiasi veste.  Grazie al mio lavoro di avvocato  mi sono sempre fatta portatrice delle istanze dei miei clienti nelle aule dei tribunali, e così farò anche al Comune, sia che io  diventi sindaco sia come Consigliere dell’opposizione. Sicuramente, se farò parte dell’opposizione, darò alla Maggioranza del filo da torcere».

Se dovesse vincere le elezioni, nei suoi primi cento giorni da sindaco, quale’è la prima cosa che si ripropone di fare?

«Sarà sicuramente quella di verificare le criticità dello stato delle finanze, dell’edilizia, la questione Puc eccetera. É inutile  promettere opere importanti se prima non si parte dalle questioni più urgenti e pregnanti.  Il problema di Barano è che i cittadini non sanno cosa succede nel Comune e di come si agisce all’interno di esso.  Ed io come altri cittadini, in questo momento, non ho il polso della situazione. Nel momento in cui  dovrò essere eletta sindaco, la prima cosa che farò sarà, quindi, visitare tutti gli uffici comunali per verificarne lo stato.  Soltanto dopo aver fatto questo, potrò dire ai miei  concittadini quali sono le azioni immediate  che possono essere fatte.  Nel lungo periodo, invece, come ho già detto, voglio risanare il mio paese su più fronti: commercio, turismo, rafforzamento delle forze comunali».

In conclusione, qual è il suo auspicio per questa tornata elettorale?

«Beh, è scontato dire che vorrei diventare sindaco, ma io vorrei  davvero prendermi cura del mio paese e dei miei cittadini. Voglio restituire loro la casa Comunale. I cittadini devono sapere che  darò loro le dovute attenzioni.  Qualcuno dice che quanto affermo sia solo uno slogan elettorale, ma per quanto banale possa sembrare, desidero ascoltare sul serio le istanza della mia comunità e fare qualcosa di concreto per essa».

C’è qualcosa che vorrebbe dire a tutti coloro che, nei giorni scorsi, hanno sostenuto che sia meglio non andare a votare?

«L’astensionismo non ci premia e non scegliere significa allinearsi con le scelte altrui.  Se, invece, si vuole avere una possibilità di cambiamento bisogna andare a votare.  Ora  i cittadini potranno scegliere tra due liste: una  che è l’espressione della amministrazione uscente e un’altra che si propone di fare delle cose diverse e nuove. Con queste elezioni,  il cittadino di Barano ha la possibilità, quindi di  scegliere se continuare a  far restare il Comune nell’attuale immobilismo oppure abbracciare  il cambiamento».

Sara Mattera

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