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Tabacco e adolescenti: anche a Ischia spopola la moda del narghilè

di Sara Mattera

ISCHIA – Nel mondo occidentale ha fatto una delle sue prime comparse nel cartone animato della Disney, tratto dall’omonima fiaba “Alice nel paese delle meraviglie”, dove il Brucaliffo lo fumava seduto su di un fungo. Stiamo parlando del narghilè, conosciuto anche come pipa ad acqua, molto comune tra le popolazioni del vicino Oriente che ancora oggi ne fanno uso, fumando tabacco aromatizzato o puro in sostituzione della classica sigaretta. Uno strumento dai gusti orientaleggianti che da qualche anno sta diventando di moda anche in Italia, catalizzando sempre più l’attenzione dei giovani a causa dell’idea, largamente diffusa, che il fumo esalato da esso sia meno nocivo grazie alla presenza di acqua che può diminuire la concentrazione delle sostanze tossiche presenti nel tabacco e alla minore concentrazione, presente nello stesso, di nicotina. Così, anche sulla nostra isola – non esente dal farsi influenzare da usi e costumi di tradizioni lontane – la pipa orientale ha cominciato a prendere piede negli ultimi anni in alcuni locali pubblici, che hanno ormai preso l’abitudine, in diverse occasioni, di offrire ai clienti l’opportunità di fumare il narghilè in cambio di pochi euro.

Una circostanza, questa, ripetutasi anche in occasione di queste festività natalizie, durante le quali un noto ristorante ubicato nella zona di via Roma avrebbe offerto alla propria clientela la possibilità di fumare narghilè al costo di cinque euro per un’ora. Fin qui, nulla di strano, dal momento che l’uso del narghilè non è vietato nei locali pubblici, a patto che essi siano dotati di autorizzazioni e di area a norma per il fumo. L’accesso al narghilè, però, è stato consentito anche a minori, che hanno potuto tranquillamente fumare il tabacco – messo a disposizione dallo stesso esercente del locale –  dallo strumento in questione, nonostante la normativa italiana vieti categoricamente la vendita e la somministrazione di prodotti da fumo a chi non abbia ancora compiuto i 18 anni. A segnalarci l’accaduto è stato un nostro lettore, rimasto piuttosto sconcertato dal fatto che gli esercenti del ristorante non abbiano neppure provveduto a controllare il documento di identità dei giovani.

«Qualche giorno fa – ci racconta – mi sono recato a cenare in questo ristorante dove è stata data l’opportunità alla clientela di poter fumare il narghilè, che in questo caso conteneva tabacco puro. Ho subito notato che c’erano diversi giovani, senza la presenza di alcun adulto, che lo stavano fumando. Per curiosità ho chiesto che età avessero, e un paio di loro mi hanno risposto che non avevano neanche raggiunto la maggiore età. «Sono cosciente che ormai molti ragazzi minorenni fumano tranquillamente in barba alle normative vigenti in materia, però ho trovato decisamente fuori luogo che in un locale pubblico avessero facile accesso al fumo del narghilè. Sarà pure considerato meno nocivo alla salute, ma stiamo parlando pur sempre di fumo».

Per chi non lo sapesse, è bene precisare che in commercio esistono vari prodotti da fumo per il narghilè, come il tabacco aromatizzato o alcune melasse senza tabacco e quindi anche a 0% di nicotina. Questo però, come abbiamo già detto, pare non essere stato il caso del fumo “offerto” dal ristorante in questione, che conteneva invece tabacco puro che è stato fatto fumare tranquillamente a minorenni, infrangendo così, in linea teorica, le normative vigenti in materia di fumo e minori.

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Norme che, tra l’altro, è bene ricordare, dallo scorso maggio sono state inasprite con l’entrata in vigore del decreto legge n.6/2016 che, recependo la direttiva europea 2014/40 Ue, ha introdotto, tra i diversi divieti, anche quello di vendere ai minori di 18 anni sigarette elettroniche, contenitori di liquido di ricarica con presenza di nicotina e la vendita e immissione nel mercato di prodotti di tabacco di nuova generazione, tra i quali rientra proprio il tabacco aromatizzato usato anche per i narghilè. Del resto c’è poco da stupirsi se le norme, ancora una volta, parrebbero essere state infrante: questo che vi abbiamo raccontato non è né il primo né l’ultimo caso che vede un locale pubblico ischitano infrangere le direttive su alcool e fumo. Dopo aver inasprito i controlli su alcol e sostanze stupefacenti, chi di competenza dovrebbe cominciare a prestare maggiore attenzione anche al fumo, che sia esso di un narghilè o meno.

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