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Free Market, il brigadiere “torchiato” dalla difesa

Si è conclusa ieri mattina la lunga deposizione del brigadiere Flavio Trani nell’ambito del processo originato dall’inchiesta “Free Market”. Una vicenda che vede implicati tredici imputati, a vario titolo ritenuti responsabili tra l’altro di più episodi di peculato, concussione, corruzione per l’esercizio della funzione, abuso d’ufficio, falsità materiale ed ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atto pubblico, truffa in danno del Comune di Barano. Il brigadiere dei Carabinieri di Barano fu lungamente ascoltato nell’udienza del 6 aprile, durante la quale illustrò la genesi dell’inchiesta, a partire dalla denuncia di Alessandro Slama nei confronti del tenente della polizia municipale di Barano Antonio Stanziola, entrambi ieri presenti in aula, denuncia che diede origine a un’indagine via via sempre più estesa, fino a coinvolgere un gran numero di personaggi della comunità baranese: Paolino Buono, Salvatore Di Costanzo, Alexandra Eugenia Di Meglio, Ottavio Di Meglio, Maria Grazia Di Scala, Ernesto Napolano, Ciro Pinelli, Raffaele Piro, Antonio Schiano, Antonio Scordo, Nicola Antonio Stanziola, Antonio Vuoso e Giorgio Vuoso. Stavolta, prima di procedere al controesame del teste, le parti hanno deciso di ascoltare prima il luogotenente Giuseppe Maresca, che all’epoca ricopriva il ruolo di comandante della stazione dei Carabinieri di Barano.

Nella prima parte della deposizione, il militare ha illustrato il contenuto del Dvd sul quale erano riversate due tracce video realizzate da Alessandro Slama con il suo telefono cellulare. Nel primo video, ha spiegato Maresca, si vedevano due venditori ambulanti di generi alimentari, Carmine Hassler e Antonella Napolitano, soci di Slama in diversi eventi fieristici, con la seconda che conteggiava una serie di scontrini non fiscali. Una contabilità che arrivava a circa 900 euro, di cui 285 venivano consegnati al tenente Stanziola. Il secondo video riprende una conversazione tra la Napolitano, Slama e Hassler, mentre parlano di futuri eventi fieristici, come i mercati del periodo natalizio. In quel video, secondo quanto affermato dal teste, si assiste anche a un battibecco tra Stanziola e Slama, col primo che accusa il secondo di averlo denunciato. La difesa, tramite l’avvocato Alfredo Sorge, ha insistito a lungo sull’attività investigativa riguardante il Dvd in questione, che a Maresca e al collega Imparato fu consegnato dall’allora responsabile della Compagnia di Ischia, capitano Melissa Sipala. L’avvocato ha chiesto se l’iniziativa di trascrivere i dialoghi dei video era stata del luogotenente, o se invece erano arrivate disposizioni, ma soprattutto ha chiesto perché gli inquirenti non avevano pensato al sequestro a fini probatori del cellulare di Slama, fonte originale delle riprese. In ogni caso, le trascrizioni furono esaminate dal capitano Sipala e poi depositate in Procura nell’ottobre 2013. Maresca ha poi negato di essere a conoscenza di eventuali screzi tra il maresciallo Bonavoglia e il tenente Stanziola.

CONTROESAME. È stata poi la volta del controesame del brigadiere Flavio Trani, in forza alla stazione di Barano per sette anni, dal 2010 fino a pochi mesi fa. Inizialmente è stato l’avvocato di parte civile, Scolarici, legale di fiducia di Slama, a porre alcune domande al militare. Dopo aver ricordato che, in una telefonata di denuncia per presunti abusi edilizi nel panificio di Slama, il tenente Stanziola usò un “alias” qualificandosi come Giuseppe Mazzella, l’avvocato Scolarici ha domandato se spettasse all’ufficio tecnico stabilire le regole per le aree da assegnare agli ambulanti durante gli eventi fieristici. Secondo Trani, dalle indagini emerse che Stanziola era il punto di rifermento anche per tali assegnazioni. Dopo alcune domande circa i metodi di pagamento al comune per l’occupazione di suolo pubblico con bollettino “cumulativo” e l’eventuale congruità delle cifre in ballo, sono state chiamate in cause le determine firmate da Stanziola per l’acquisto dei generatori e del palco per gli spettacoli. Secondo il brigadiere, il fornitore fu scelto autonomamente da Stanziola. Quest’ultimo, ha spiegato il teste, non avrebbe mai minacciato Slama in modo diretto, ma soltanto indirettamente, nelle telefonate intercettate.

LA DIFESA. Il controesame è proseguito a lungo con le domande dell’avvocato Alfredo Sorge, legale di fiducia di Stanziola, domande che inizialmente vertevano sulle modalità e l’arco temporale dell’approfondimento istruttorio delle indagini da parte dei Carabinieri. Il teste ha spiegato sinteticamente l’attività investigativa sui vari eventi, quelli del Natale 2012 e dell’estate 2013 ma anche a ritroso, con indagini riguardanti i mercatini di Fiaiano al mercoledì. Secondo il militare, il coinvolgimento di Stanziola in tali mercatini settimanali emergerebbe a partire dal 2010-2011. Dal 2009, cioè da quando erano scadute le autorizzazioni comunali, per il successivo quinquennio non era mai stata elevata alcuna sanzione amministrativa contro i morosi, né risulterebbero, da allora in poi, provvedimenti di restituzione dei pagamenti. Secondo l’avvocato Sorge, sin dal 2009 era in auge il metodo del pagamento “cumulativo”, mentre a Trani risultava fosse invalso soltanto dal 2012 in poi, come è emerso da una serie di testimonianze raccolte dagli investigatori.

È seguita poi una serie di domande circa i ruolini di mercato. Trani ha spiegato che Stanziola aveva un ruolo chiave nelle formali assegnazioni degli spazi ai mercati, dato il notevole accentramento di diversi incarichi amministrativi nella sua persona. L’avvocato ha chiesto anche al brigadiere il motivo per cui gli inquirenti non si posero il problema di acquisire il telefono di Slama, come fonte originale dei video che dettero il via all’indagine. È stato poi passato al vaglio il ruolo di Rusciano e della sua ditta “Vita eventi” nell’organizzazione dell’October Fest a piazza Mar del Plata. A partire dal 2013, i mercatini non si svolsero più. L’avvocato ha fatto emergere la circostanza che fino a quell’anno non erano mai stati effettuati controlli ai mercati, mentre Trani ha poi specificato che i rapporti con Stanziola erano sempre stati piuttosto buoni.

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CASA BIANCA. Concluso il controesame dell’avvocato Sorge, è subentrato il collega Tuccillo, difensore del consigliere regionale Maria Di Scala (presente in aula ieri insieme a un altro imputato, il comandante della polizia municipale di Barano, Ottavio Di Meglio). L’avvocato Tuccillo ha concentrato le proprie domande sulla vicenda dell’albergo Casa Bianca. La pubblica accusa, come si ricorderà, aveva delineato una presunta illecita strategia da parte del Tenente Stanziola per ottenere indebiti vantaggi nella vendita (o nella locazione) dell’immobile situato presso la grande spiaggia dei Maronti, con l’ausilio del signor Raffaele Piro che per decenni lo aveva gestito, e dell’avvocato di quest’ultimo, appunto l’attuale consigliere regionale Maria Grazia Di Scala. Tuccillo ha chiesto al militare alcuni particolari sulle procedure protocollari del Comune di Barano, relative in dettaglio alla famigerata autorizzazione paesaggistica n. 24 firmata da Stanziola, prodotta dall’avvocato Di Scala nel giudizio di secondo grado tra la proprietaria dell’immobile e il gestore Raffaele Piro.

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A una precisa domanda del penalista partenopeo, il brigadiere ha affermato di non avere effettuato sopralluoghi presso la “Casa Bianca”, mentre sulla “cronistoria” edilizia dell’immobile in questione furono compiuti alcuni accertamenti. Dopo due rapidi interventi degli avvocati Giuseppe Di Meglio e Massimo Stilla, il legale di fiducia di Ottavio di Meglio, l’avvocato Ida De Maio, ha chiesto al teste la natura dei rapporti tra Ottavio e Stanziola, rapporti che Trani ha definito “molto conflittuali”. Il militare ha tuttavia ammesso di non conoscere l’esito di un processo per mobbing intervenuto tra i due, e ha spiegato che dal 2012 le disposizioni ai vigili urbani venivano date dal luogotenente Riccardo di Meglio. Anche all’avvocato De Maio il teste ha spiegato che i pagamenti cumulativi degli ambulanti subentrarono solo in un secondo momento, ma ha pure specificato che il cosiddetto “mercato contadino” rimase sulla carta.

IL P.M. Da alcune successive domande del Pubblico Ministero Loreto è emerso che  in uno dei dispositivi digitali sequestrati allo Stanziola, una pen drive, fu rinvenuta una cartella con otto immagini che ritraevano il brigadiere Trani, mentre nella memoria volatile di navigazione del pc c’era traccia di un’immagine della palestra di arti marziali frequentata dal figlio del militare. Trani ha poi spiegato che la documentazione relativa all’autorizzazione paesaggistica n. 24 fu acquisita tramite un’intercettazione del 22 gennaio 2014 e una successiva convocazione dell’avvocato Elena Nonno, difensore della signora Migliaccio, proprietaria della Casa Bianca. In seguito, oltre alla copia dell’autorizzazione, fu acquisita anche l’ordinanza di demolizione n.70 nei confronti dell’albergo. Fra l’altro, l’ultima autorizzazione paesaggistica legittimamente rilasciata risultava essere la n. 23, mentre quella riguardante la Casa Bianca recava il n. 24. In Soprintendenza dissero di non aver mai ricevuto la nota con la firma di Di Costanzo e Stanziola, e lo stesso geometra Luigi Di Costanzo disconobbe la firma a lui attribuita. Infine, i Carabinieri riscontrarono il versamento delle oblazioni per la richiesta di condono edilizio,ma non le richieste di restituzione delle oblazioni stesse.

DUBBI. Sui due video che furono allegati alla denuncia di Slama che dette il via alle indagini, il Presidente del Collegio della prima sezione penale ha rilevato nel fascicolo una nota di un anno fa con cui il consulente chiamato a riversare dal cellulare di Slama le riprese su supporto magnetico, faceva sapere di non esserci riuscito visto il grado di danneggiamento del telefonino. Il pubblico ministero si è riservato di produrre aggiornamenti in merito, ma tra gli avvocati della difesa qualche sussulto c’è stato, subito dissimulato per scaramanzia. Tuttavia se non vi fossero novità sul punto, potrebbe nascere qualche dubbio sull’utilizzabilità della prova. Staremo a vedere. Prossima udienza il 7 novembre alle 11.30, con la deposizione di vari altri testi dell’accusa.

Francesco Ferrandino

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