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Free Market, riflettori sui mercatini baranesi

DI FRANCESCO FERRANDINO

NAPOLI. Ieri nuova udienza del processo Free Market, il cui dibattimento continua a essere concentrato sul ramo d’inchiesta relativo alla presunta gestione illecita dell’attività mercatale nelle varie zone del comune di Barano negli anni tra il 2012 e il 2013. Anni cui si riferiscono i fatti contestati ai vari imputati. L’udienza è iniziata in forte ritardo, addirittura dopo le  14, con un ritardo di oltre due ore sul programma. La deposizione dei quattro testimoni si è protratta fino alle ore 17:30. La prima a essere ascoltata è stata Chiara Esposito, moglie di Alessandro Slama, colui che con la propria denuncia nei confronti del tenente dei vigili urbani Antonio Stanziola innescò le indagini dei Carabinieri.

SLAMA. La giovane donna ha risposto alle domande del pubblico ministero Giuseppina Loreto spiegando cosa accadde in quella ormai famigerata stagione 2013. In estate, l’attività gestita dai coniugi Slama partecipò alla manifestazione fieristica baranese intitolata “Il Villaggio del Gusto”, organizzata dai fratelli Irace. La moglie di Slama ha dichiarato che i versamenti relativi a tale partecipazione furono versati agli organizzatori. In contemporanea, una sera si svolgeva la manifestazione “Testaccio in Festa”, dove il referente per i mercatali era il tenente Stanziola. Fu proprio quella sera che avvenne il famoso battibecco tra Stanziola e Slama. Il primo aveva richiesto una fornitura di panini, che erano venuti a mancare alla festa del Testaccio. Secondo Chiara Esposito, lo Stanziola avrebbe preteso tale fornitura con atteggiamento minaccioso e arrogante. Fu un altro commerciante presente, titolare dello stand “Il Principe del Torrore” a convincere Slama a fornire circa settanta panini a Stanziola, il quale tuttavia avrebbe imposto all’organizzatore Irace di non invitare più i coniugi Slama nelle manifestazioni. Anche la signora Esposito ha confermato che il tenente della polizia municipale ogni sera riscuoteva il 30% dell’incasso da ogni commerciante, così come ha confermato la presenza di una signora a cui venne dato il compito di “piantonare” lo stand di Slama a mo’ di “controllo”. Chiara Esposito scattò una foto alla signora in questione, che è stata ieri mostrata in aula dal pubblico ministero alla teste. Dopo il riconoscimento, la dottoressa Loreto ha chiesto l’acquisizione della e della copia di un documento d’identità del soggetto ritrato. Dopo un fugace intervento della parte civile, rappresentanta dall’avvocato Scolarici, ha preso la parola l’avvocato Sorge, difensore di fiducia di Antonio Stanziola, presente ieri in aula insieme al comandante della polizia municipale di Barano, Ottavio Di Meglio. Il penalista ha fortemente insistito nel chiedere alla signora Esposito se ella avesse avuto conoscenza dell’esistenza di tutte le certificazioni amministrative e sanitarie necessarie per lo svolgimento dell’attività fieristica da parte dell’azienda dei coniugi Slama. La teste ha però più volte ribadito di non essersi mai occupata della parte burocratica, incombenza sempre svolta dal marito, al punto che le domande dell’avvocato sono state oggetto d’opposizione da parte del p,m., che se l’è vista accogliere dal collegio giudicante presieduto dal dottor Francesco Pellecchia. L’avvocato Sorge ha quindi virato sulle attività svolte dagli Slama nel 2012, quando i coniugi parteciparono anche ai mercati del venerdì, versando sempre il dovuto a Stanziola, e all’Expo organizzato dai fratelli Irace. Sull’episodio dei panini, la signora Esposito ha spiegato che essi venivano venduti a circa 40-50 centesimi l’uno. L’avvocato Sorge ha poi cercato di  mettere in rilievo la circostanza per cui all’Expo gli Slama parteciparono in società con i coniugi Hassler e con Mustafa, mentre un mese dopo a “Testaccio in festa” la società era costituita soltanto dalle due coppie di coniugi. Uno dei giudici del collegio ha voluto chiarire la circostanza secondo cui negli altri anni l’occupazione di suolo pubblico era pagata senza riferimenti percentuali all’incasso, mentre su domanda del pm la teste ha spiegato che negli anni precedenti le cifre versate per partecipare agli eventi non erano fisse. Il giudice ha domandato alla signora Slama se nel versare il 30% dell’incasso essi si fossero mai chiesti se in quell’importo era compresa anche l’occupazione di suolo pubblico: secondo la testimone, veniva dato per scontato che fosse Stanziola a occuparsi di questo distinguo.

MATTERA. È stata poi la volta del dottor Luigi Mattera, responsabile del settore amministrativo-legale, oltre che di quello dei tributi e commercio del Comune Barano dal 2009 al 2012. Le domande del p.m. si sono inizialmente concentrate sulle ordinanze di revoca delle autorizzazioni per l’occupazione di suolo pubblico firmate dal dottor Mattera nel 2009 nei confronti di diciotto mercatali, alcuni dei quali avevano accumulato morosità anche superiori ai 4mila euro. Il dirigente ha spiegato che tali revoche furono precedute da avvisi inviati a ogni singolo commerciante inadempiente coi pagamenti, e da una diffida inviata al sindacalista che li rappresentava. Nel corso della non breve deposizione, è emerso che esisteva un ruolo di mercato relativo all’assegnazione degli spazi, e della categoria degli “spuntisti”, cioè coloro che in caso di defezioni di alcuni stand, potevano subentrare avendo accumulato un certo numero di presenze ai precedenti mercatini. Il dottor Mattera ha specificato che fino al 2012, anno in cui il suo incarico scadeva, non fu emanato nessun altro bando per l’assegnazione di suolo pubblico. Un dato importante nell’ottica complessiva del dibattimento è quello relativo alle modalità del versamento dovuto dai commercianti: il dottor Mattera ha ribadito che il versamento andava effettuato da ciascun ambulante in maniera individuale, non cumulativamente. Il pubblico ministero ha poi voluto approfondire la questione del cosiddetto “mercato contadino”, nato per promuovere i prodotti agricoli, ma non certo per giocattoli e vestiti. Oltretutto, il teste ha sottolineato che il bando “sperimentale” per tale tipo di mercatino era incentrato su Fiaiano, ma nessuna procedura era mai stata attivata per il Testaccio. E qui il pubblico ministero ha lanciato una stoccata, mostrando al dirigente alcune ordinanze di polizia municipale firmate dal Comandante Ottavio Di Meglio. Il dottor Mattera ha riconosciuto che tali ordinanze fanno riferimento al mercato contadino al Testaccio, luogo dove tuttavia il dirigente non aveva mai istituito tale evento. Un’altra “bordata” lanciata dalla dottoressa Loreto riguardava la presunta “ubiquità” del tenente Stanziola all’interno della macchina amministrativa baranese. In sostanza, l’accentramento su di sé di diversi ruoli.  L’avvocato Sorge ha provato a opporsi, ma il pm è riuscito a far emergere il “conflitto d’interessi” che gravava su Stanziola, il quale come responsabile all’urbanistica non avrebbe potuto firmare un’autorizzazione paesaggistica come quella rilasciata per l’albergo Casa Bianca dei Maronti: questa  la considerazione del testimone, che all’epoca dell’imputazione ricopriva il ruolo di presidente della commissione disciplinare. Un dato che getta luce sull’altro ramo processuale, quello relativo a una presunta illecita strategia da parte del Tenente Stanziola per ottenere indebiti vantaggi nella vendita (o nella locazione) dell’immobile situato presso la grande spiaggia dei Maronti, con l’ausilio del signor Raffaele Piro che per decenni lo aveva gestito, e dell’avvocato di quest’ultimo,  l’attuale consigliere regionale Maria Grazia Di Scala.

DI MEGLIO. Sul banco dei testimoni è poi salito il luogotenente dei vigili urbani di Barano, Riccardo Di Meglio, in forza alla locale polizia municipale sin dal 1982. È il terzo esponente dei vigili che viene ascoltato nel processo, e come per i predecessori, anche per Di Meglio è arrivata la domanda relativa ai rapporti tra Stanziola e Ottavio Di Meglio. Il luogotenente ha spiegato che non erano buoni, e che anzi anche le relazioni tra il sindaco Paolino Buono e il tenente, improntati all’amicizia sin dalla giovinezza, ebbero un momento di “turbolenza” proprio quando l’avvocato Ottavio Di Meglio divenne Comandante della Polizia Municipale.

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SIMEONE. L’ultimo teste della lunga giornata è stato il signor Umberto Simeone, commerciante di calzature, anch’egli partecipante all’attività mercatale in quegli anni. Rispondendo al pubblico ministero, Simeone ha spiegato che fu un’associazione locale (la Testaccio Grandi Eventi) ad avergli proposto la partecipazione alle manifestazioni fieristiche. Tramite le sommarie informazioni rese all’epoca, tuttavia, la dottoressa Loreto ha indotto il teste a riconoscere che fu specificamente il tenente Stanziola a invitare il commerciante a partecipare. Erano ormai passate le 17:30 quando il presidente della prima sezione penale ha concordato con le parti la data della prossima udienza, che si svolgerà tra due mesi esatti. Sarà ancora il pubblico ministero a scegliere i testi da esaminare.

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