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Free Market, spazio ai testimoni dell’accusa

Di Francesco Ferrandino

ISCHIA. Stamane, innanzi alla prima sezione del Tribunale di Napoli, riprenderà il processo scaturito dall’inchiesta “Free Market”, nel quale sono imputate tredici personalità del comune di Barano: Paolino Buono, Salvatore Di Costanzo, Alexandra Eugenia Di Meglio, Ottavio Di Meglio, Maria Grazia Di Scala, Ernesto Napolano, Ciro Pinelli, Raffaele Piro, Antonio Schiano, Antonio Scordo, Nicola Antonio Stanziola, Antonio Vuoso e Giorgio Vuoso. Oggi verranno escussi alcuni testimoni indicati dall’accusa, tra cui Nicola Trani e Mario Rusciano.

Lo scorso 16 giugno fu ascoltato Alessandro Slama, il titolare del panificio che con la sua denuncia nei confronti del tenente Stanziola di fatto diede il via alle indagini da parte dei Carabinieri della Compagnia di Ischia, all’epoca diretta dal capitano Melissa Sipala, anche lei ascoltata il mese scorso quando raccontò le iniziali preoccupazioni dello Slama nel consegnarle il materiale probatorio consistente in due filmati realizzati col telefono cellulare dove si vedevano alcune persone maneggiare del denaro. Poi fu la volta dello stesso Alessandro Slama, che fu lungamente escusso dal pubblico ministero col controesame delle difese in una seduta che si protrasse per l’intero pomeriggio. Slama illustrò le presunte vessazioni subìte dal tenente Antonio Stanziola durante lo svolgimento dei mercatini in quel di Barano, dall’ormai famoso episodio della fornitura dei duecento panini, che avrebbe costituito il primo di una lunga serie di atti intimidatori e umilianti, come il rapido e inopinato aumento del prezzo da pagare per occupare il suolo col proprio stand, imposto dallo Stanziola, o anche l’esclusione dai mercatini nel 2013 per ritorsione compiuta dallo stesso tenente. Non mancò di spiegare che il 30% dell’incasso della manifestazione veniva versato allo Stanziola, episodio documentato da uno dei due video in questione.

La lunga escussione di Slama impedì l’esame di ulteriori testimoni, che verranno appunto sentiti oggi, salvo imprevisti. Le udienze sono calendarizzate a breve distanza l’una dall’altra: Stanziola è infatti ancora ai domiciliari, circostanza che induce a velocizzare il dibattimento. Uno dei cardini delle indagini coordinate dal pubblico ministero Giuseppina Loreto e poste a fondamento delle accuse nei confronti dei tredici imputati, è costituito dalle intercettazioni telefoniche sulle quali il giudice si riservò, come richiesto da alcuni legali, di disporre una perizia.

Un’inchiesta, quella baranese, che divenne di pubblico dominio lo scorso ottobre, quando il comune collinare si svegliò mentre i Carabinieri eseguivano un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Napoli nei confronti di cinque persone: Nicola Antonio Stanziola, Maria Grazia Di Scala, Raffaele Piro, Antonio Schiano e Giorgio Vuoso. I cinque erano ritenuti dal pubblico ministero responsabili a vario titolo di più episodi di peculato, concussione, corruzione per l’esercizio della funzione, abuso d’ufficio, falsità materiale ed ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atto pubblico, truffa in danno del Comune. L’inchiesta, e l’attuale processo, girano sostanzialmente intorno a due nuclei d’indagine: l’attività mercatale promossa dalla “Testaccio Grandi Eventi” nell’omonima località baranese, e l’albergo “Casa Bianca” sito ai Maronti. Al collegio presieduto dal giudice Francesco Pellecchia, il compito di dirimere la matassa.

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