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Furto di carburante a Ischia Ambiente, è “fuga” dal processo

I giudici della Quarta Sezione hanno disposto l’accompagnamento coattivo in aula per l’ultimo teste indicato dall’accusa, resosi al momento irreperibile

Stavolta i giudici della Quarta Sezione, collegio c, del Tribunale di Napoli non si sono limitati al mero rinvio, uno dei tanti che hanno caratterizzato questo processo. Parliamo della vicenda relativa al presunto furto di carburante ai mezzi della società Ischia Ambiente. Infatti, come qualche lettore attento ricorderà, dopo la rinuncia della pubblica accusa a uno dei testimoni, restava soltanto una deposizione per esaurire la lista dei testi indicati dal pubblico ministero. Già nell’udienza dello scorso marzo si impose il rinvio, causato dall’assenza del testimone che avrebbe dovuto deporre, il signor Marco Russo (che avrebbe dovuto essere ascoltato insieme a un testimone di parte civile, il signor Pinelli).

I militari avrebbero dovuto accompagnare fino all’aliscafo il teste Russo, assente anche ieri: per la prossima udienza, fissata al 13 ottobre, il collegio ha stabilito che i Carabinieri dovranno individuarlo e accompagnarlo fino in aula

Il collegio fissò una nuova udienza a giugno, ma la costante assenza del teste indusse i giudici a stabilire, per l’udienza di ieri, l’accompagnamento del teste da parte dei Carabinieri fino all’aliscafo, che lo avrebbe trasportato nel capoluogo. Tuttavia i militari non sono riusciti a rintracciare il testimone, resosi irreperibile, di conseguenza ieri mattina il collegio ha disposto l’accompagnamento coattivo fino in aula, delegando ai Carabinieri il compito di rintracciarlo e accompagnarlo nei locali del tribunale il prossimo 13 ottobre, giorno in cui si celebrerà la nuova udienza, sempre se stavolta i militari dell’Arma riusciranno nell’impresa.

Come detto, il processo in questione non è nuovo a simili rallentamenti, tra anomale composizioni del collegio e impedimento di qualcuno dei quattro imputati, Salvatore Mazzella, Andrea Sorice, Ciro Cenatiempo ed Emiddio Ungaro. Questi ultimi sono chiamati a fronteggiare l’accusa di furto, abuso d’ufficio, ricettazione e incauto acquisto, ipotesi di reato legate alla presunta illecita sottrazione di carburante ai danni di Ischia Ambiente, società che gestisce il servizio di nettezza urbana sul territorio dell’ente di via Iasolino, partecipata al 100% dal Comune di Ischia, rappresentato dall’avvocato Michele Calise. I fatti risalgono a circa nove anni fa. Secondo l’accusa il furto di benzina sarebbe stato perpetrato tramite un accordo tra Ciro Cenatiempo, che all’epoca rivestiva il ruolo di direttore di Ischia Ambiente, e Salvatore Mazzella, magazziniere della stessa società. Nel dettaglio, Mazzella è accusato di furto perché, si legge nel decreto di rinvio a giudizio, «s’impossessava del carburante destinato al rifornimento dei mezzi della società predetta, incaricata del servizio di trasporto rifiuti per poi rivenderla a terzi, cagionando, per il solo periodo effettivamente accertabile (da agosto a dicembre 2013) attraverso comparazione con gli stessi mesi dell’anno successivo, un danno patrimoniale di rilevante gravità pari a Euro 21.640,76».

I fatti contestati risalgono all’ormai lontano 2013: Mazzella, Cenatiempo, Sorice, e Ungaro sono accusati di furto, abuso d’ufficio, ricettazione e incauto acquisto

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Altra ipotesi di reato è quella di abuso d’ufficio, in concorso, per Mazzella e Cenatiempo, «perché il Cenatiempo [..] intenzionalmente procurava al Mazzella Salvatore l’ingiusto vantaggio patrimoniale di cui al reato di furto, nonché a sé il vantaggio patrimoniale consistente nel rimessaggio gratuito e nelle riparazioni della imbarcazione da diporto, dallo stesso utilizzata, che veniva regolarmente effettuato (a partire dal 2009) presso il Cantiere navale del padre di Mazzella Salvatore». Nei confronti di Andrea Sorice, l’accusa è di ricettazione, perché «al fine di assicurare a sé ed altri un profitto, in occasione della propria attività di titolare di falegnameria, con la consapevolezza della illecita provenienza del carburante lo riceveva dal Mazzella Salvatore per rivenderlo a terzi ed effettivamente lo rivendeva a terzi». Infine, a Emiddio Ungaro, viene contestato l’incauto acquisto di cose di sospetta provenienza «perché, senza averne prima accertata la legittima provenienza, acquistava dal Mazzella Salvatore e dal Sorice Andrea il carburante provento del furto». Tuttavia il difensore di fiducia di Ungaro, l’avvocato Cristiano Rossetti, ha già chiesto al Tribunale di dichiarare l’intervenuta prescrizione per l’accusa di incauto acquisto. Finora però i giudici non si sono ancora espressi sulla richiesta. Visti i continui rinvii, sembra difficile che il processo possa concludersi entro fine anno, come alcuni addetti ai lavori avevano pronosticato prima della stagione estiva.

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