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“Libera”, arrivano sull’isola i prodotti provenienti dalle proprietà confiscate

di Sara Mattera

ISCHIA – Prosegue l’attività del presidio isolano di “Libera”, associazione che dal 1995 sollecita la società civile alla lotta contro le mafie, promuovendo giustizia e legalità. Ad un mese dall’inaugurazione della sede del presidio ischitano -avvenuta lo scorso 26 maggio in alcuni locali nel Comune di Lacco Ameno messi a disposizione dall’Associazione 20 Luglio – arrivano, finalmente, anche sulla nostra isola i prodotti provenienti da beni confiscati alla criminalità organizzata. Vino, olio extravergine d’oliva, pomodorini, biscotti, confetture e pasta, rigorosamente coltivati e prodotti in centinaia di ettari di terreni sottratti alle associazioni criminali in Sicilia, Puglia, Calabria e Campania e il cui riutilizzo sociale è stato possibile grazie al progetto “Libera Terra”.

Il progetto in questione – che coinvolge numerose cooperative – è infatti nato sulla scia della legge  di iniziativa popolare  n. 109/96, avente come oggetto il riutilizzo sociale dei beni confiscati alla criminalità organizzata. Difatti, la legge prevede l’assegnazione dei patrimoni e delle ricchezze di provenienza illecita a quei soggetti – quali associazioni, cooperative, Comuni, province e regioni – che siano in grado di restituirli alla cittadinanza, tramite attività di promozione sociale e lavoro.

Un obiettivo questo, promosso non solo dall’associazione Libera, ma anche dall’Agenzia Nazionale per l’Amministrazione e la Destinazione di beni confiscati alla criminalità la quale programma l’assegnazione e la destinazione dei beni in questione in previsione di confisca.  «Sui dati confiscati alle mafie – ha dichiarato Egidio Ferrante, uno dei referenti della sezione isolana di Libera, dedicata alla memoria della guardia giurata, Gaetano Montanino, rimasto vittima della mafia – i dati ci dicono che negli ultimi anni i sequestri sono aumenti del 60%».

Stando, infatti, agli ultimi aggiornamenti, risalenti al 30 settembre 2015, gli immobili confiscati, grazie alla legge 190/96 sarebbero in totale quasi 18.000, di cui 2852 quelli confiscati nella sola Regione Campania. «I beni confiscati – ha proseguito Ferrante – devono ritornare alla comunità in termini di servizi sociali e culturali ed imprese giovanili collegate ad un economia etica, pulita e trasparente. È questa la scommessa, il valore aggiunto, per una vera trasformazione civile».  Ad ospitare i prodotti di Libera nell’ambito del nostro territorio isolano, la Bottega “Vino e Oli” di Michele D’Ambra, nel Borgo di Ischia Ponte.  Un vero e proprio patrimonio di lavoro, coraggio, sacrificio e legalità – come lo ha definito lo stesso Ferrante –  forse il segno più visibile dell’attività di contrasto alla criminalità e che potrà arrivare finalmente anche sulle tavole della comunità isolana. Insomma, il presidio ischitano di Libera continua a svolgere la propria attività nell’ambito della legalità e, certamente, su questa scia, proseguirà, anche nei prossimi mesi, il percorso intrapreso per la rivalutazione dei beni confiscati alla malavita.  Una rivalutazione che Ferrante ci aveva già preannunciato lo scorso mese manifestando l’intenzione di fare una censimento anche di quei beni confiscati alle mafie presenti sul nostro territorio isolano al fine di  poterli destinare ad usi sociali.

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