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Casa demolita, arriva una “sfogliatella” da 82.000 euro

FORIO – Con l’Ordinanza/Ingiunzione n. 218, il Comune di Forio – I Settore Urbanistica – Edilizia Privata – LL.PP., considerato il provvedimento di demolizione da parte della Procura Generale  della Repubblica, con il quale è stata disposta la demolizione delle opere abusivamente realizzate in via G. Morgera, visto che alla demolizione ha proceduto con proprie risorse, in danno, la Regione Campania, adesso, ne ha richiesto la restituzione. Si tratta di una somma di 82.782.40 euro, derivante dal quadro economico riepilogativo, riferita al totale complessivo sostenuto per la demolizione della villetta.  Il Comune di Forio, quindi, sollecitato dalla Regione Campania, che ha anticipato tale somma, ne ha ordinato il pagamento alla signora Impagliazzo Carolina. Questa storia, che risale a qualche anno fa, non ha avuto solo degli effetti, giuridico – amministrativi, ma da questa vicenda si sono avuti dei risvolti politici di non poco conto. La signora Impagliazzo risulta essere infatti la madre dell’ex Assessore al Comune di Forio, con la Giunta Regine, Nino Savio. All’epoca dei fatti, la casa apparteneva anche al fratello dell’ex Assessore. La vicenda ha inizio nell’aprile del 2009, quando la Procura di Napoli iscrive Regine, insieme agli altri cinque sindaci dell’isola, nel registro degli indagati. Per loro l’accusa era di abuso di ufficio e omissione in atti d’ufficio, in relazione ai ritardi nell’applicare le demolizioni di alcuni fabbricati abusivi presenti sui rispettivi territori. Edifici sorti peraltro, secondo i giudici, con la connivenza degli amministratori locali che, per non perdere consensi, cercarono di non ostacolare chi edificava case pur non avendo la necessaria autorizzazione a costruire e nulla osta della Soprintendenza ai Beni architettonici di Napoli. In più di un caso – lamentava all’epoca la Procura – i sindaci ischitani non si attivarono per richiedere alla Cassa Depositi e Prestiti il mutuo per poter pagare le imprese che avrebbero dovuto procedere agli abbattimenti. E’ il caso di Forio, dove nell’ottobre del 2011, dopo le proteste dei giorni precedenti da parte di alcuni cittadini, il Consiglio comunale con voto a scrutinio segreto si espresse contro la variazione di bilancio – di circa 500mila euro –, che avrebbe appunto permesso di sostenere le spese per abbattere una decina di costruzioni illegali. Tra le quali anche quella dell’assessore Savio. “Il tutto però si dimostrò inutile – dichiarò in un’intervista l’allora coordinatore del Pool Ambiente della Procura di Napoli, il dott. Aldo De Chiara – perché alla fine quella villetta venne abbattuta”. Seppur in un clima di alta tensione: poco prima della demolizione, durante le proteste di familiari e amici della madre dell’assessore di Forio, vennero lanciate due bombe carta contro gli agenti delle forze dell’ordine che scortavano i bulldozer e due poliziotti rimasero feriti. Ma anche sulla mancata approvazione di quella variante la Procura volle vederci chiaro e, come ricordò De Chiara, venne perciò aperta una seconda inchiesta. Francesco Regine venne rinviato a giudizio insieme alla madre dell’ex Assessore Savio, proprio sulla vicenda della villetta abusiva. I magistrati ipotizzarono, infatti, una sorta di favoritismo nella gestione della pratica, al fine di evitare la demolizione della casa della famiglia dell’ex Assessore Savio. Da questa accusa l’ex Sindaco è uscito a testa alta, in quanto è stato assolto, perché il fatto non sussiste. Su questa storia, però, il Corriere del Mezzogiorno, pubblicò un dettagliato articolo, con tanto di intervista al Procuratore De Chiara. In quei giorni Franco Regine aveva ufficializzato la sua candidatura alla Camera con la lista “Scelta civica con Monti per l’Italia”. L’intera storia, creò non pochi imbarazzi, tanto che alla fine fu lo stesso ex Sindaco a ritirare la candidatura, dichiarando però, di “essere la vittima e non il carnefice” sulla vicenda degli abusi edilizi. Un gesto, quello del ex Sindaco Franco Regine, che fu molto apprezzato tanto che molti esponenti politici locali e nazionali, ebbero parole di approvazione e vicinanza per Regine, certi di una sua estraneità ai fatti contestati. Estraneità, come detto, dimostrata poi dalla sentenza di assoluzione. Fatto sta, che, comunque alla fine la demolizione è avvenuta, e come emerge da questo ultimo atto del Comune di Forio, anche le somme impiegate, in danno, per l’abbattimento dovranno essere restituite una ad una, fino alla fine.

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