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Genitori autismo Ischia, i primi passi dell’associazione

di Isabella Puca

Ischia  – È trascorso più di un mese da quando l’associazione “Genitori autismo Ischia” si è presentata al nostro territorio. Lo scorso 27 ottobre al Hotel Parco dei Principi di Forio accorsero in tanti per conoscere questa realtà appena nata sul nostro territorio di cui però già si intuisce l’importanza per il sostegno che può offrire alle famiglie, che da poco hanno avuto una diagnosi, e per il futuro di questi ragazzi nella nostra società. «Dobbiamo essere propositivi abbiamo bisogno di una forma di normalità, abbiamo bisogno di integrarci, ma non da soli, c’è bisogno di figure specializzate. Sono ragazzi ipersensibili e abbiamo bisogno di formazione, noi  genitori per primi. La famiglia ha bisogno di non sentirsi sola, scoprire di avere un figlio autistico è un trauma  fortissimo e potersi confrontare con chi vive la stessa situazione è importantissimo. Non possiamo rimanere isolati, ci sono tante terapie e bisogna capire quale è funzionale per il nostro territorio. Qualcuno mi ha detto che non vale la pena investire sull’ autismo, ma meglio avere rimorsi che rimpianti e noi ci stiamo provando». Furono queste le parole di Annalisa Nicotra, presidentessa dell’Associazione che, insieme a tutto il direttivo e alle famiglie associate, sta muovendo i primi passi. «Dall’indomani dell’inaugurazione – ha dichiarato la Nicotra – abbiamo iniziato ad andare avanti cominciando così il cammino dell’associazione. Il quattro dicembre c’è stato il primo incontro con i genitori ai quali è stato esposto il programma dell’associazione in maniera più specifica. Punto per tutto sono stati elencati tutti gli obiettivi, il sostegno alle famiglie, la collaborazione con le scuole, e l’obiettivo di avere la terapia Aba e la terapia multisistemica in acqua qui a Ischia». Fondamentale per l’associazione è la collaborazione con le scuole per stilare così dei protocolli d’intesa e avere una partecipazione più forte tra famiglia e scuola, «l’associazione può diventare un tramite per facilitare la comunicazione tra scuola e famiglia, dialogo che spesso è latente. Inoltre è stata presentata domanda all’istituto comprensivo Ibsen per usufruire di spazi interni alla scuola e la dirigente scolastica Marinella Allocca ha colto questa richiesta in modo molto positivo dimostrandosi aperta. Questa volontà di collaborare per noi è molto importante». Durante l’inaugurazione il Vescovo di Ischia mons. Pietro Lagnese promise la piena disponibilità del centro “Madre Della Tenerezza” e continua ad appoggiare l’associazione nel progetto realizzato ad hoc per i disabili, per i ragazzi con autismo e con disturbi pervasivi dello sviluppo. «In tutti questi progetti è importante la raccolta fondi sul territorio. Essendo un’associazione appena nata – ha detto ancora la Nicotra – non abbiamo la possibilità di avere accesso a bandi e quindi questo è un piccolo appello rivolto a chiunque senta di essere promotore di idee per la raccolta fondi». Qualcuno ha già risposto come il signore Peppe Verde che, approfittando del Natale e sfruttando la sua bravura, si è proposto di costruire dei presepi artigianali per contribuire a una raccolta fondi destinata all’associazione. Altre mamme hanno poi pensato di realizzare dei bellissimi centro tavola da vendere e dare così una bella spinta all’inizio del cammino dell’associazione. «È importante che le famiglie che vivono questa situazione ci contattino per associarsi. Siamo in tanti e questo numero ci serve per farci voce, per farci sentire con le istituzioni. Bisogna fare gruppo, riuscire ad arrivare a capire sul territorio. Al primo incontro non eravamo pochi, ma non eravamo tutti.  Pensare adesso al problema evita di pensarci dopo, la storia insegna che fin quando non verrà scoperto un farmaco e quant’altro non c’è una soluzione. Non ci rivolgiamo solo ai ragazzi con l’autismo, ma a tutta la fascia cognitiva comportamentale. Non stiamo lì a risolvere il problema, ma possiamo dare una mano a  portare un terapista a scuola che possa interloquire con il ragazzo, con la famiglia e trovare così una sorta di abbraccio tra chi ci è già passato e chi ha avuto da poco una diagnosi. Il fatto di non sentirsi soli è già una grande risorsa».

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