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La pianificazione territoriale dell’isola di Procida

di Vincenzo Muro

PROCIDA – Qualche mese fa, su  questo giornale, facevamo presente come, per la impossibilità di fare un nuovo Piano Urbanistico Comunale (PUC) fosse necessario assolutamente portare la questione in sede regionale, per capire, innanzitutto, se esiste la volontà dell’amministrazione De Luca di ripresentare un progetto di legge che consenta di superare le pesanti divergenze tra Piano Paesistico (PTP, ormai vecchio di 45 anni e dichiarato obsoleto dalla stessa Regione) e il Piano Regolatore esistente, quest’ultimo assolutamente inapplicabile e quindi inutile.

Nel frattempo la Città Metropolitana (ex Provincia), in vista delle elezioni per il rinnovo del sindaco di Napoli (che è anche sindaco della città metropolitana), ha organizzato alcuni incontri con i Comuni per arrivare all’approvazione del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale  (PTCP), prima delle elezioni, previste fra qualche mese.

I nostri amministratori, che hanno partecipato a questi incontri, si sono resi conto che il PTCP (al quale dovrebbe comunque attenersi qualunque futura pianificazione della nostra isola) non prevede, per Procida, né più né meno, che una conferma dell’ormai vecchio, obsoleto ed esaurito Piano Paesistico vigente, redatto nel 1971.

Infatti il  PTCP, per alcuni aspetti ancora più restrittivo del Piano Paesistico, non prevede nemmeno i piccoli ampliamenti in alcune zone che sarebbero ammessi dal PTP  attuale, non prevede zone per insediamenti produttivi o artigianali, di cui Procida ha assoluta necessità, né consente zone di edilizia convenzionata come indicato nel PRG vigente ma inattuabile; di contro, prevede letteralmente, per la maggior parte del territorio (non importa se già coperto anche da edifici magari condonati), la sola possibilità di piantare le patate e ciò indipendentemente dalla reale presenza dei  contadini e degli orti.

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I nostri amministratori hanno fatto presente che una pianificazione del genere era assolutamente inadeguata  per l’isola, ma si sono sentiti rispondere che i giochi era ormai sostanzialmente fatti e che, perdurando l’esistenza del Piano Paesistico vigente, i tecnici redattori incaricati dalla Provincia dovevano, per forza di cose, attenersi a questo. Non erano quindi possibili variazioni a quanto era stato previsto nel  PTCP anche se, forse, qualche speranza poteva ricercarsi solo con  un rapporto forte  in sede politica di alto livello (cioè Regione). L’unica possibilità per la soluzione del problema di una pianificazione adeguata ai tempi e all’isola continua quindi a risiedere nel rapporto con la Regione e nella volontà dell’amministrazione regionale di rimettere mano alla legge di applicazione del Piano Paesistico Regionale.

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La precedente amministrazione a presidenza Caldoro, aveva preparato un disegno di legge (il n. 321 del marzo 2012) che avrebbe consentito ai comuni come Procida di dotarsi del PUC al posto sia del PRG che del PTP, ma non fu in grado di farlo approvare in Consiglio regionale. Alla luce di quanto sopra, appare quanto mai necessario, quindi, che il nostro Sindaco si rapporti urgentemente con la Regione e faccia i passi necessari per rappresentare l’urgenza e la indifferibilità di una nuova pianificazione adeguata alle esigenze della nostra isola (peraltro una  ipotesi analoga è stata prospettata anche dal prof. Gerundo, consulente dell’amministrazione).

Senza una risposta adeguata a queste esigenze, tra qualche tempo potrebbe riprendere piede il piccolo abusivismo di necessità, non si riuscirebbe, per esempio, a rendere pedonale via Roma perché non si potrebbero spostare gli artigiani presenti e i commercianti all’ingrosso, non si potrebbe mai avere, contrariamente ad altri comuni italiani, alcun insediamento di edilizia convenzionata seppur prevista dal PRG e lo sviluppo di attività ricettive sarebbe limitato soltanto agli affittacamere o a strutture analoghe in appartamenti esistenti. Purtroppo, però, l’amministrazione comunale afferma di aver chiesto udienza all’assessore regionale alla pianificazione (avv. Bonavitacola) fin dal mese di ottobre ma di non aver ancora avuto alcuna risposta o appuntamento. La cosa lascia alquanto perplessi. Qualche anno fa, su una nota rivista internazionale venne dimostrato come, per arrivare al presidente degli Stati Uniti, per un qualunque cittadino del mondo, potevano essere sufficienti solo cinque (5!) passaggi (attraverso le persone giuste anche di più nazioni) e nel tempo massimo di qualche settimana; (per arrivare al Papa bastano due passaggi italiani e alcuni giorni).

Forse spettano ad altri considerazioni di tipo squisitamente politico ma, se i nostri amministratori, dopo ben 9 (nove) mesi dalla loro elezione e oltre quattro dal momento che il problema della pianificazione è stato prospettato da più parti, non sono nemmeno riusciti a parlare con un assessore regionale che  risiede a pochi chilometri, può voler dire solo due cose: o non hanno capito l’enorme importanza di una questione vitale come la pianificazione territoriale dell’isola e perciò la prendono sotto gamba (e d’altronde non sentono, su questo argomento, nemmeno la necessità di confrontarsi con operatori e cittadini), oppure fanno sorgere il dubbio  di avere capacità molto limitate, unite peraltro alla carenza di una visione e di un  programma di sviluppo per Procida e, arroccati nelle loro stanze, di essere buoni (oltre che a chattare su facebook? ), solo a sistemare qualche insegna o qualche persona.

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