LE OPINIONI

IL COMMENTO Utopia per non morire

Ischia 2023: che c’entra, direte voi? A partire dal 1990 ogni tanto mi diverto a pensare come avrebbe potuto essere l’isola d’Ischia nei successivi dieci anni. Ora ho 75 anni e mi piace immaginare, Ischia, la mia isola, in una giornata di primavera di quando ne avrò 85. Scriverò collocandomi in quell’anno. Premetto che nel 2013, con la fine della seconda Repubblica, si era verificato nella mentalità degli ischitani una specie di rivoluzione culturale. Molti politici avevano deciso di affrontare con metodo diverso dal solito la crisi economica che stava attanagliando l’isola e una grande parte del mondo. La creazione del comune unico nel 2014 aveva dato l’ulteriore scossa. Un solo sindaco per l’intera isola. Era diventato sindaco un giovane ischitano di 40 anni che dopo gli studi alla Bocconi aveva lavorato in una struttura finanziaria a livello mondiale. Era stato chiamato ad Ischia e aveva vinto le elezioni.

Il 21 Marzo del 2023 stavo scendendo da Piano Liguori con una funivia dopo aver giocato a golf in un campo a terrazzo che quando era stato inaugurato nel 2018 aveva meravigliato il mondo perchè l’architetto aveva saputo inserirlo molto bene nell’ ambiente. La Club house era piccola ed accogliente ed il vicino campo per l’atterraggio degli elicotteri quasi non si notava tanto era stato inserito bene. Gli elicotteri arrivavano da ogni parte della Regione e persino da Roma tanto era bello questo campo. Come dicevo, stavo in funivia per poi arrivare a Campagnano dove un servizio di bus elettrici mi avrebbe condotto al centro. Nel bus arrivato a Fondo Bosso avrei dovuto cambiarlo perchè dal terminal costruito nel 2016 si diramava un servizio diverso creato per attraversare tutta l’oasi di Ischia a vivibilità globale che era stata realizzata.

Vivere in questa oasi aveva reso gli ischitani molto più felici. Tutto questo si trasferiva anche sui tanti turisti che avevano ripreso in massa a frequentare l’isola dopo che il prodotto turistico dell’isola era andato completamente fuori mercato fino al 2015. I sacrifici che sopportavano i cittadini erano ridicoli rispetto ai vantaggi di vivere in una slow city. Tutto andava più a rilento. Questo fatto permetteva, in assenza di scarichi delle auto, di poter sentire i profumi delle acacie e dei tanti alberi che si susseguivano nella fioritura durante l’anno. Avrei attraversato via Leonardo Mazzella con la pineta a sinistra che grazie a Peppe Sollino e Franco Mattera incominciava ad essere splendida come nel 1960. Il bus arrivava ad Ischia Ponte fin da Cocò che nel 2015 aveva rimodernata la struttura facendola diventare all’esterno come l’avevano disegnata per il film Mister Ripley di Minghella.

Il bus sarebbe passato per la Mandra. Nel 2013 avevano iniziato a sgomebrare le obbrobriose cabine che per decenni erano state l’emblema della “sciatteria”. Pian piano La Mandra era diventata come una spiaggia di SaintTropez, frequentata da benestanti clienti. Si era provveduto verso il 2015 a creare solo due stabilimenti balneari e tre punti ristoro compreso ”’O sole mio”. Lo Chalet Primavera completamente ristrutturato aveva inglobato anche le cabine vicine e si era formata una specie di cooperativa per dividere gli utili. L’altro punto era il carcere di Punta Molino. Questo avveniva nel 2016. Non vi dico cosa era il corso principale! Bei negozi che vendevano prodotti agricoli a KM zero di cui i turisti facevano incetta, boutique di grido ma anche artigianato locale che aveva sostituito tutte le paccottiglie vendute dai vecchi commercianti, che non avendo saputo stare con i tempi durante la grande crisi partita nel 2008, erano falliti ed erano stati sostituiti dai figli più lungimiranti e capaci. L’oasi di Ischia era stata possibile realizzarla perchè dal 2013 l’amministrazione allora guidata da Giosi Ferrandino aveva pensato di togliere anche le auto dalle strade creando parcheggi interrati. Gli abitanti dell’isola non avevano più tanto bisogno di auto private perchè era stata istituita una metropolitana su gomma che arrivava in tutti i comuni dell’isola a dei terminali dai quali si dipartivano servizi elettrici “navette” che servivano le periferie. Al porto non si sentivano più le puzze dato che era andato in funzione nel 2017 il depuratore di San Pietro. Nel 2013 per tentare di non inquinare eccessivamente il mare, in attesa dei depuratori, vi era stata una ordinanza dei sindaci dell’isola che vietavano la vendita e l’uso dei prodotti inquinanti. Fu raggiunto un risultato sufficientemente buono finché non si attuarono anche dei depuratori di Casamicciola e Forio nel 2020.

Nel 2014 era partita la campagna per il recupero dei terreni incolti per cui si era alleviata la disoccupazione e l’isola sembrava ritornata agli anni 30 del 1900 quando per necessità si coltivava ogni angolo di terreno. Quello che meravigliava però era la sistemazione del territorio. Nel 2013, come tutti ricordano, la Sovraintendenza non voleva capire che l’isola andava regolamentata. La rivoluzione culturale del 2013 dovuta a Grillo e l’allontanamento di un funzionario miope e cazzimmoso avviarono il problema condono alla risoluzione. Vi era stata pero a fine 2013 una violenta protesta dei sei sindaci che si erano incatenati sotto il Parlamento per chiedere che lo Stato doveva intervenire su Ischia. Demolire quello che andava demolito ma razionalizzare il resto. La battaglia aveva portato risultati e il Sindaco unico dell’isola dal 2015 con più potere di rappresentanza aveva fatto il resto.

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Mentre scrivo, primavera 2023,esistono nell’isola l’oasi di Citara, dove i Poseidon hanno creato anche una struttura per il pattinaggio su ghiaccio, l’oasi di S.Angelo dove ormai dal 2015 il villaggio è stato organizzato con concetti a conduzione centralizzata e dove però ogni singola attività è libera di fare la politica commerciale che ritiene migliore per se. Poi vi è una oasi che parte da Lacco Ameno e attraverso Mezza Torre, Zaro e San Francesco dona a quella zona tutto il rispetto ambientale che una isola deve offrire. L’oasi dell’Epomeo è un incanto di pulizia. Da’ l’idea di un territorio ben tenuto. I boschi ed i terreni sono tutti coltivati e le schiere di turisti si incamminano verso l’eremo traendone un salutare benessere.

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P.S. – Questa giornata di primavera segna il successo degli ischitani di buona volontà. Un’isola che nel 2013 era avviata alla morte è rinata grazie al cambiamento di mentalità. Erano bastati dieci anni di sacrifici e intelligenza del sindaco del Comune Unico per riuscire a fare il miracolo. Aveva fatto giungere sull’isola capitali di un grande fondo di investimento per invertire la rotta e coinvolgere gli operatori turistici nella progettazione di questa isola ritornata splendida. Tutti i parassiti che avevano preso in mano le amministrazioni comunali sono stati, con l’istituzione del Comune Unico, sostituiti da cittadini responsabili. A Forio nel 2013 c’era stata un’elezione comunale che aveva dato la vittoria a un promotore del Comune Unico. Fu la svolta decisiva per il cambiamento di un andazzo amministrativo che non poteva più durare. Anche il Regno di Nettuno, dopo le difficoltà degli anni intorno al 2013 che ormai erano state superate, è ora il fiore all’occhiello dell’isola. Chiudo questo mio sogno, con la speranza che chi debba capire… capisca (27 giugno 2013).

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