GIANCARLO CARRIERO: «TARGET DA CAMBIARE, IL TURISMO DEVE APPORTARE RICCHEZZA AL TERRITORIO». «Le cifre confermano che, a livello di quantità di afflusso, non c’è stato quello “svuotamento” dell’isola che nelle settimane scorse veniva paventato da taluni, anche nei dibattiti sui social. Piuttosto, tale sensazione a mio parere è dovuta al fatto che si sta sempre più abbassando il livello medio del turismo che attiriamo, e di conseguenza anche della capacità di spesa di coloro che sbarcano a Ischia. Diversi commercianti dicono che il fatturato viene prevalentemente realizzato grazie a pochi turisti che spendono molto, a volte moltissimo. Quindi, nonostante i vari errori che spesso sono stati commessi nel gestirla, la nostra isola è comunque ancora piena di appeal e con tante carte importanti da giocare sul mercato del turismo. Dobbiamo dunque attrarre un turismo che abbia una maggiore capacità di spesa perché a quel punto, che ci sia un 3% in più o in meno di oscillazione rispetto all’anno precedente, sarebbe completamente ininfluente. Non è quindi il dato numerico, da solo, che mi preoccupa più di tanto. A me interessa soprattutto guardare al ricavato complessivo, compreso l’indotto, del sistema turistico isolano. Bisogna concentrarsi sulla ricchezza che viene apportata al territorio. Tuttora, invece, attiriamo un tipo di turismo di fascia estremamente bassa. Dobbiamo quindi smetterla con la strategia, vantaggiosa solo nell’immediato ma miope nel complesso, di attrarre visitatori soltanto sulla base di offerte dal prezzo basso e particolarmente conveniente, perché in tal modo i risultati saranno sempre gli stessi. Parallelamente dobbiamo motivare le persone a scegliere Ischia per le sue bellezze naturali tra cui, me lo lasci ripetere, c’è un mare senza eguali (ed è per questo che io ribadisco la necessità che l’Area marina protetta del Regno di Nettuno vada finalmente a regime per tutelare le coste e i fondali dei nostri litorali). Oggi, il turista di un certo livello guarda al Mar Mediterraneo come un paradiso incantato, la cui ricchezza e varietà non è raggiungibile da nessun Oceano. Se invece il visitatore si trova davanti al solito caos, al traffico, l’affollamento, resterà inevitabilmente deluso e certamente non tornerà. Ecco perché sono convinto che le nostre bellezze vanno curate meglio, oltre ad attuare delle serie politiche, ad esempio per ridurre il traffico e fare in modo che Ischia torni ad essere quella che uno straniero si immagina pensando a un’isola del Mediterraneo. In questo modo muterebbe radicalmente il tipo di turismo, attirando visitatori con importanti capacità di spesa, e a quel punto non avremmo nemmeno più bisogno di interpretare le statistiche annuali. In ogni caso, l’afflusso in aumento a partire dalla Francia è un dato interessante: Ischia è sempre stata molto gettonata per i visitatori provenienti dalla Germania e dal Centro Europa dove i tour operator nostrani hanno sempre avuto grande presenza, per cui l’aumento di tedeschi non mi stupisce, mentre per la Francia non esiste analoga tradizione, quindi va salutato positivamente il trend in aumento di turisti transalpini che scelgono Ischia».
LACCO AMENO – «Il problema ovviamente è sentitissimo – afferma Giancarlo Carriero – e quindi non si può che essere d’accordo con Castagna. A livello isolano bisogna progettare una politica del traffico, dove politica significa indicare orari in cui si può circolare, limiti e divieti di transito, perché per andare da un posto all’altro magari bisogna attraversare due comuni diversi, e quindi non avrebbe senso non essere coordinati. Però va fatta, urgentemente. Il problema dei mezzi pesanti è quello più clamoroso, ma il traffico ordinario non se la passa di certo meglio e, per tale motivo, esso andrebbe in qualche maniera regolamentato. Ci sono orari e zone in cui a mio avviso il traffico – suggerisce Carriero – dovrebbe essere fortemente limitato. Dovrebbe essere incentivato l’utilizzo dei mezzi pubblici e andrebbe costretta la gente a usare di più i taxi. Dico una cosa banalissima: se noi vietassimo negli orari di punta l’uso dell’auto e imponessimo quello del taxi, i tassisti lavorerebbero molto di più. A questo punto si potrebbe dimezzare la tariffa, e sarebbe una cosa che, secondo me, farebbe benissimo al traffico, all’inquinamento e al rumore di tutta l’isola. Queste politiche del traffico – conclude – vanno assolutamente prese in maniera coordinata tra tutti i comuni».