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Gianfranco Marelli: «Non solo nella capitale nascono i fiori del male»

ISCHIA –

«“Non solo nella capitale nascono i fiori del male / Qualche assassino senza pretese lo abbiamo anche noi, qui in paese”. È l’incipit di una famosa canzone di Georges Brassens, tradotta a suo tempo dall’indimenticabile Fabrizio De André. Non so dire il perché, ma appena letta la notizia su “Il Golfo” dell’indagine giudiziaria che lo scorso giovedì ha scoperchiato un giro di droga e soldi fra la Spagna, Napoli e Ischia, producendo ben 18 ordinanze di custodia cautelare, fra le quali 4 hanno raggiunto residenti ischitani, il motivetto – peraltro frizzante e allegro – mi è frullato subito in mente. Invece di frizzante e di allegro nella vicenda c’è ben poco, tutt’altro; c’è l’apparire di una realtà, di un mondo, in cui la differenza tra la percezione di ciò che si reputa lontano da noi – e per questo visto con il distacco con cui un entomologo osserva un insetto – e ciò che invece è vicino e pertanto ci appartiene, ormai si confonde e ci confonde. Quando il “crimine” è tenuto a debita distanza dal nostro vissuto quotidiano assume contorni sfumati e definisce ambiti temporali raggiungibili soltanto attraverso strumenti mediatici (i quotidiani, le televisioni, la Rete) che è possibile interrompere con un semplice “non ci riguarda. Sono cose che succedono ad altri. Sono lontane da noi”. Al contrario, la vicinanza del “crimine” alla nostra vita quotidiana ci interroga sulla “criminalità” come fattore presente all’interno della nostra comunità, che non ne è più immune, ma permea sotterraneamente il nostro destino, nel senso che modifica il modo con il quale sentiamo e ci approcciamo al “crimine”. Soprattutto quando il “crimine” non ha i tratti violenti e barbari di un delitto, ma i contorni melliflui e insinuosi dello spaccio di droga, del furto, della rapina. Quando il “lontano da noi” diviene il “vicino a noi” si è rotto un argine che  occorre riparare al più presto. Non certo per distanziare e distanziarci dal “crimine” [impresa del tutto impossibile e improbabile poiché connaturato alla natura umana], ma per comprendere le cause che hanno avvicinato ciò che ci sembrava così distante dal nostro “paese”. Sì, perché “non solo nella Capitale nascono i fiori del male…”».

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