GIANNA GALASSO (assessore Comune di Forio) «Fatti passi avanti, ma c’è ancora tanto da lavorare»

Interessanti sono state le dichiarazioni di Gianna Galasso, consigliere del comune turrito: «Negli anni ci sono state tante battaglie per i diritti delle donne che hanno portato a dei risultati impensabili fino agli inizi del secolo scorso. La situazione sta cambiando, ma non siamo ancora arrivati a un livello di parità soddisfacente. In Italia, in particolare, c’è un gap culturale rispetto ad altri paesi perché da noi la donna paga ancora uno scotto legato a un retaggio culturale che la vuole lontana dal mondo del lavoro, o comunque lontana da incarichi apicali nella propria professione. Se vogliamo davvero una parità di genere è necessario che anche le donne possano ricoprire importanti ruoli decisionali che oggi, ahimè, sono in gran parte nelle mani degli uomini». Ha continuato parlando delle donne nel mondo della politica: «Tanti anni fa erano pochissime le donne che scendevano nell’agone politico, mentre oggi la situazione per fortuna è cambiata e sono sempre di più le donne che accettano una sfida del genere. Basti pensare che il numero di sindaci donne è aumentato considerevolmente rispetto al passato e sono sicura che oggi i cittadini non guardino al sesso del candidato, bensì alla sua preparazione. Dico questo per ribadire che anche in Italia abbiamo fatto dei passi avanti, ma molto deve essere ancora fatto sul versante culturale e della sicurezza. Più le donne si emancipano e si rendono libere, più aumentano di pari passo i femminicidi perché tanti uomini non accettano l’indipendenza femminile. Questo è inaccettabile e non si possono più tollerare le efferate violenze a cui assistiamo ogni giorno». Gianna Galasso ha concluso parlando delle battaglie da perseguire: «Oggi il tasso di disoccupazione delle donne è purtroppo molto alto e questa è la conseguenza di uno schema sbagliato che impone alla donna o di lavorare o di stare a casa coi figli. Io credo che nel 2022 sia giunto il momento di porre fine a questa ingiustizia ed è per questo che nel nostro paese ci si deve battere affinché ci siano delle strutture preposte e delle politiche atte a scardinare tale meccanismo. Non è accettabile che una donna lasci il lavoro per motivi familiari ed è necessario che tutta la società comprenda che una donna può essere sia essere madre che lavoratrice. Una realtà non deve escludere l’altra».

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