CRONACAPRIMO PIANO

Gianpaolo Buono annuncia: «Sono positivo al Covid-19, vincerò questa battaglia»

Il presidente dell’associazione forense dell’isola d’Ischia lo ha reso noto con una nota indirizzata alla stampa: l’esito del tampone domenica sera, i primi sintomi risalgono al 22 marzo

Il gesto di chi, prima ancora che un professionista serio, è un uomo vero. Che non ha problemi a rendere pubblica la sua positività al Covid-19, in barba a quella caccia all’uomo che dalle nostre parti è diventato uno sport ormai consolidato e gettonato negli ultimi tempi e soprattutto opera di chi – con questa testimonianza – crede di poter essere eventualmente d’aiuto anche al prossimo. E’ la tarda mattinata di ieri quando il presidente dell’Associazione Forense dell’isola d’Ischia, Gianpaolo Buono, in una nota inviata agli organi di informazione ufficializza di essere affetto da coronavirus. L’esito del tampone c’era stato nella tarda serata di domenica, quando Barano aveva fatto registrare il dodicesimo caso di positività, praticamente la metà di quelli fin qui “contati” sull’intero territorio isolano.

A Il Golfo l’avvocato rivela: «Dall’ospedale Rizzoli finora non mi è pervenuta alcuna indicazione, è sempre stato il medico curante a darmi una serie di prescrizioni. Da ieri (domenica per chi legge, ndr) sto assumendo dei farmaci».

Gianpaolo Buono avrebbe potuto far calare il silenzio così come già accaduto per chi lo ha preceduto ma non ci ha pensato su due volte e così, come detto, è uscito allo scoperto scrivendo quanto segue: «Buongiorno a tutti, volevo comunicarvi che da stamane ho un nuovo ed inatteso compagno di “ventura”. Si chiama “Corona”, mi dicono trattarsi di virus estremamente subdolo. Devo ammettere che è proprio così, avendolo immediatamente accertato sulla mia pelle. Ho preso tutte le precauzioni, tutte le accortezze: è arrivato lo stesso! Ho ridotto le uscite al minimo, ho usato mascherina e guanti, disinfettanti, ecc. Non è bastato! E’ proprio vero che non fa sconti ad alcuno; non distingue tra giovani ed anziani, benestanti ed indigenti. Colpisce davvero tutti; è, come dire, molto “democratico” (sic!). Io, però, non gliela darò vinta. Ho seguito e continuerò a seguire i precetti dei medici. Andiamo ai fatti! Ho avuto contatti con due persone che ho appreso, poi, essere risultate positive al virus. Domenica 22 marzo ho iniziato ad accusare mal di testa e dolori articolari. Il medico mi ha imposto, immediatamente, l’isolamento domestico. Nei primi giorni, non ho avuto febbre; la temperatura è arrivata a non più di 37,2 gradi. Ho solo continuato ad avere dolori articolari, fino a quando tra mercoledì e giovedì, in serata, la febbre è salita a 37,7, per poi scendere naturalmente, senza assunzione di farmaci. Da tre giorni, non ho febbre, non ho dolori articolari, ma avverto una accentuata alterazione dell’olfatto. Niente più! Non ho avuto dubbi, appena ieri sera mi è stata comunicata la positività al tampone, a rendere pubblica la mia condizione, per assolvere al primario dovere di informazione, come tributo verso la cittadinanza, i familiari, gli amici, clienti, colleghi, ma anche e soprattutto gli operatori sanitari. Il monito che umilmente intendo rivolgere a chi mi legge è di assumere comportamenti quanto più virtuosi, rigorosi ed attenti, evitando, il più possibile, contatti esterni e frequentazioni che non siano quelle domestiche. Io ho tentato di essere quanto più attento e responsabile e non è bastato. Il fatto che siate asintomatici non vi esime dal rispetto delle regole. Potreste essere ancor più pericolosi e dannosi! Se avete a cuore le sorti dei vostri cari e degli amici, l’unico serio contributo che potrete dare è “RESTARE A CASA”. In questo modo, darete un senso agli eroici sforzi fin qui fatti da operatori sanitari e da quanti, mettendo a repentaglio la propria incolumità, tentano minuto dopo minuto di salvare vite umane. Con affetto, Gianpaolo Buono».

Parole significative, quello del presidente degli avvocati isolani, e che dovrebbero far riflettere una volta di più tutti noi isolani. Perché testimoniano in maniera eloquente come questo virus sia dietro l’angolo e possa colpire anche se si adottano tutte le precauzioni del caso. Un messaggio forte soprattutto per quegli ischitani – che fortunatamente ormai sembrano davvero essere una sparutissima minoranza – che tra jogging, interminabili passeggiate con i cani e magari sortite nei supermercati anche duplicate nel corso della giornata, proprio non ne vogliono sapere di rimanere rinchiusi tra le mura domestiche senza accollarsi rischi particolari. Ma che speriamo possa essere anche da esempio per tante altre persone che sono risultate o dovessero risultare positive al Covid-19: non c’è nulla da nascondere, in fondo non è che si è commesso un reato grave o un peccato mortale, spesso uscire allo scoperto può servire a chi magari è venuto a contatto con una persona e prendendo le opportune precauzioni evita di fare in modo che un eventuale contagio (d’altronde, quando si è asintomatici ad esempio non scatta nessun campanello d’allarme) possa ulteriormente propagarsi con tutte le conseguenze del caso. Noi, ieri pomeriggio, ci siamo messi in contatto telefonico con Gianpaolo Buono al quale abbiamo rivolto alcune domande.

Come sta, innanzitutto, avvocato?

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«Sto bene, fisicamente non presento né manifesto nessun segno di una malattia. Come ho avuto modo di spiegare nella nota, la perdita di olfatto è l’unico sintomo reale. Ma per il resto nessun problema».

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Da quanti giorni è in isolamento e quante persone che frequentano lei o i suoi ambienti di lavoro hanno deciso di adottare analoga misura precauzionale?

Resta qualche dubbio sulla genesi del contagio: «Ho avuto contatti con due persone risultate positive, posso avere un’idea in tal senso ma non certezze assolute».

«Era la sera del 22 marzo quando ho iniziato ad accusare alcuni dolori e da quel momento mi sono isolato in casa. E quando dico isolato, intendo anche dai miei familiari, perché il medico curante si era raccomandato in tal senso. Per quanto riguarda lo studio, aveva già chiuso al pubblico lo scorso 5 marzo, quando erano iniziate a ricolare una serie di voci relativi al fatto che il diffondersi del virus dovesse portare a una serie di linee comportamentali, tra cui quella di non avere contatti con la clientela. Io ho continuato a frequentarlo con qualche mio collaboratore, ma quando abbiamo appreso che una persona a noi vicina era risultata positiva, abbiamo assunto tutti comportamenti molto responsabili. E poi anche prima del 22, voglio sottolinearlo, le occasioni in cui sono uscito si contano davvero sulle dita di una mano…».

Ci sono raccomandazioni particolari che le hanno dato i medici?

«Dall’ospedale Rizzoli finora non mi è pervenuta alcuna indicazione, è sempre stato il medico curante a darmi una serie di prescrizioni. Da ieri (domenica per chi legge, ndr) sto assumendo dei farmaci».

Al di là di quello che ha già reso noto, cosa puoi dirci relativamente alla genesi del tuo contagio?

«Ho avuto contatti con due persone risultate positive, posso avere un’idea in tal senso ma non certezze assolute».

Ci sono persone a lei vicine tra famiglia e lavoro in attesa dell’esito del tampone?

«L’esame del tampone sarà ovviamente esteso al mio nucleo familiare ed a quello di mio fratello».

Come trascorre la giornata in isolamento, una condizione inusuale per chi come lei è sempre stato particolarmente attivo e dinamico?

«Guarda, ho ripreso la lettura, cosa che mi mancava da tempo. Ho fatto una bella scorta e selezione di libri, prevalentemente questo. La televisione, invece, l’ho praticamente bandita. E poi ci sono i rapporti sociali e professionali che, grazie anche alle moderne tecnologie, restano abbastanza estesi: sono spessissimo al telefono a rispondere agli inviti dei colleghi o alle richieste che mi giungono da parte loro oltre che a sincerare delle mie condizioni i tanti amici che conoscono la mia attuale situazione».

Qual è la prima cosa che farà quando questo incubo sarà finalmente finito e la vita di tutti noi tornerà alla normalità?

«Cercherò di stare più vicino possibile agli amici veri, e credo che per me si tratterà di un evento: ma ne riparliamo quando inizierò a vedere la luce in fondo al tunnel, adesso è prematuro».

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