“Tutto quanto premesso ed esposto i consiglieri comunali concludono pertanto con la richiesta di annullamento e/o revoca del bando e per la revisione del capitolato e degli oneri al fine di non esporre l’amministrazione a contenziosi da parte anche degli utenti per i costi eccessivi imputati”. Si conclude così una nota firmata dai consiglieri comunali di minoranza di Forio Ignazio Di Lustro, Vincenzo Di Maio, Jessica Maria Lavista, Stani Verde, Leonardo D’Abundo e Nino Savio, che ha un oggetto abbastanza chiaro ed emblematico: “Richiesta annullamento del bando per l’affidamento del servizio integrato e di gestione dei rifiuti per il settennio 2020-2027 nel Comune di Forio, con revisione del capitolato e gli oneri per non esporre l’amministrazione a contenziosi da parte anche degli utenti per i costi eccessivi imputati e dai partecipanti alla procedura stessa”. Insomma, tornano sotto i riflettori all’ombra del Torrione le questioni legate alla “monnezza” che in quel di Forio – come ricorderanno i più attenti lettori del nostro giornale – portò anche ad una inchiesta della magistratura sull’asse che comprendeva anche i Comuni di Lacco Ameno e Monte di Procida.
Gli esponenti politici passano il predetto bando ai raggi X evidenziando quelle che ritengono essere diverse anomalie che proveremo per ovvi motivi a riassumere. In primo luogo si fa notare che nel capitolato è stato previsto l’acquisto di nuovi automezzi per l’esecuzione dell’appalto settennale. A tal proposito i consiglieri comunali scrivono che “un utilizzo di 7 anni non esaurisce la vita utile dei suddetti beni (mediamente 10-15 anni) specialmente con le limitate percorrenze giornaliere in termini di chilometri percorsi nel Comune di Forio”. Poi Verde e gli altri aggiungono ancora che “non si ritiene sia stato corretto applicare il 12% di costi generali ed utile d’impresa anche al costo degli automezzi e attrezzature ‘pagati’ dal Comune all’appaltatore, già remunerati a costo di listino come evidenziato nel documento”. I firmatari della nota fanno anche un’altra osservazione: “Nessun riferimento al rifiuto di prendere in carico gli automezzi dell’appalto in scadenza: è stata fatta una perizia degli automezzi? Sono stati valutati talmente degradati da non avere alcuna utilità o valore? Come mai il Comune rinuncia ad esempio ad acquisirli ed a metterli sul mercato, se proprio non vuole riutilizzarli e pretende mezzi sempre nuovi?”.
Diverse anomalie, secondo i consiglieri foriani, si evidenziano in una sezione che riguarda l’incremento dell’organico ed i livelli del personale. ad esempio anche relativamente ai costi di sicurezza. A riguardo viene osservato che “il nuovo appalto prevede n. 60 addetti di cui 7 impiegati ed uno con livello di quadro. Si osserva e domanda quanto segue: chi ha autorizzato e quando l’incremento di pianta organica da 50 a 60 unità con oneri derivanti a carico del Comune e dei cittadini in quanto soggetti passivi TARI con copertura 100 per cento dei costi? Chi ha autorizzato e quando (con quale provvedimento e quale istruttoria) l’inserimento di una figura di livello ‘Quadro’ a oltre 74.000 euro annui? Quale piano industriale ha previsto tali incrementi di spesa? Per ottenere quali risultati?”.
Ci sono un’altra serie di osservazioni che vengono poste da Verde & company. Per quanto riguarda i costi del gasolio si legge che “l’analisi del costo automezzi non tiene conto del fatto che le aziende esercenti raccolta e trasporto possono recuperare le accise”. Poi, in conclusione, c’è un altro invito all’approfondimento: “Vi sono ulteriori profili di illegittimità e di valutazione nel bando di gara de quo per i quali si invita sin d’ora la maggioranza e gli uffici preposti a volere attivare per ogni approfondimento l’apposita commissione consiliare permanente”. Insomma, quando si tratta di rifiuti a Forio è destino che non debba esserci pace.
