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Giornate Elleniche 2016, «Siamo figli della Grecia, riscopriamone insieme la cultura»

di Isabella Puca

Ischia – Si sono aperte con una conferenza tenutasi ieri mattina al Liceo Statale di Ischia le giornate Elleniche 2016, un luogo significativo da dove partire che vede coinvolti soprattutto i ragazzi che, le lingue classiche, hanno scelto di studiarle sui banchi di scuola. È stato il preside del liceo Gianpietro Calise a dare il benvenuto ai ragazzi, all’assessore di Lacco Ameno Cecilia Prota e ai professor Galli e Capriglione che hanno dato ufficialmente inizio ai lavori. «Siamo lieti di partecipare attivamente a queste giornate. Ischia è legata alla Grecia antica ed è un vanto per noi che abbiamo il liceo classico. Nel panorama della cultura della Magna Grecia, Ischia fu colonia significativa e la presenza di reperti importanti come la coppa di Nestore lo testimonia. Queste circostanze devono spronarci a tenere alta questa tradizione attraverso lo studio, la ricerca e la promozione di quelle che sono le nostre ricchezze archeologiche e storiche». È così che il preside Calise ha aperto la conferenza, sottolineando l’importanza del luogo in cui viviamo che ci porta a essere coinvolti direttamente in queste importanti giornate di studio. «Ringrazio il professor Galli che ha messo al centro di queste giornate Lacco Ameno, così come la tradizione e la nostra storia. Dico Lacco Ameno, ma voglio precisare che quello di Villa Arbusto è il museo di tutta l’isola. Voi liceali dovete comprendere bene il valore di quello che studiate. Comprendere le origini è fondamentale per il futuro, soprattutto oggi. Importante è conoscere le origini per promuovere il territorio e far sì che venga conosciuto nel mondo». Da parte dell’assessora di Lacco Ameno, inoltre, un invito al preside Calise per avere, in futuro, una più massiccia collaborazione dei ragazzi che saranno inseriti al museo per il progetto dell’alternanza scuola lavoro.  Al centro della mattinata la spinta a scoprire le proprie radici, capire chi siamo per proiettarsi al meglio nel futuro. La partita sul turismo culturale che sta giocando l’Italia vede la Campania tra i primi posti in classifica per i numeri dei turisti che hanno scelto i nostri luoghi per visitarne le bellezze storico artistiche, «credo che siano numeri ancora bassi – ha sottolineato il prof. Gallo – rispetto alle potenzialità della nostra terra. La strada del turismo culturale offre grandi opportunità anche legate al lavoro e l’Italia, con la sua storia e la sua tradizione, potrebbe vivere di questo».  Quest’anno l’avere queste giornate filelleniche qui sull’isola d’Ischia è una grande occasione per riacquistare la consapevolezza della nostra origine, «siamo terra di greci – ha detto ancora il prof Gallo – nell’ 8 sec a.C. i greci euboici hanno raggiunto le coste di Ischia e stabilito qui un loro insediamento. È stata una presenza importante da cui si è sviluppata la storia della grecità. Parte tutto da qui. Lo scopo principale della nostra società, nata nel 2014, è proprio questo: far sì che i giovani capiscano il debito che hanno dalla Grecia antica». Il professor Gallo ha poi sottolineato come molte parole del greco parlato oggi siano le stesse che utilizzava Omero, c’è infatti una continuità con la Grecia contemporanea che continua ad esprimere poeti e artisti che danno un contributo davvero importante. «La cultura è il frutto dell’umanità intera che con il tempo si è espressa, ora sta a noi inserirsi in questa continuità culturale. Non ci sarebbe stata la filosofia, la matematica, il teatro, la fisica e tante altre discipline se non ci fosse stata la Grecia antica, alla quale siamo tutti debitorii». Da ormai tre anni la società filellenica promuove queste iniziative per richiamare questo debito culturale e, dopo Ascea Marina nel 2014, Cuma e Pozzuoli è significativa la loro presenza qui sull’isola d’Ischia. Tra le iniziative di cui si  è fatta promotrice quest’associazione quella di far sì che la lingua e la cultura greca siano riconosciute come patrimonio dell’umanità. «In un momento di difficoltà come questo la Grecia ha bisogno di persone che esprimano questa gratitudine. È da lì che ha origine la nostra cultura che oggi è viva e può ancora dare tantissimo all’umanità. Dobbiamo acquisire questa consapevolezza e perché no, magari, fare rete. Siamo figli di una grande cultura e tradizione, essere consapevoli d questo ci può dare una mano a guardare al futuro diversamente».

 

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