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Giosi, il caso Cpl e gli “inquietanti” dubbi di Scafarto

Impazza sui vari media nazionali il caso-Scafarto. Il capitano del Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri è accusato di aver falsificato alcuni atti nell’indagine Consip: in particolare, di aver falsamente attribuito una frase all’imprenditore napoletano Romeo, il quale diceva di aver incontrato Tiziano Renzi, padre dell’ex premier, frase che in realtà era stata pronunciata dall’ex parlamentare Italo Bocchino, collaboratore dell’imprenditore napoletano.  La Procura di Roma avrebbe inoltre appurato la falsità della presunta attività di pedinamento da parte di alcuni componenti dei Servizi nei confronti dei Carabinieri del Noe  durante l’indagine a carico di Alfredo Romeo. Le pesanti ombre che tali accuse gettano sull’operato del sottufficiale si allungano anche sul procedimento Cpl Concordia, che riguarda la metanizzazione dell’isola di Ischia, oggetto d’indagine della Procura di Napoli su impulso del dottor Woodcock insieme ai pubblici ministeri Carrano e Loreto, i quali per le indagini si erano avvalsi proprio del gruppo dei Carabinieri del Nucleo operativo ecologico, col capitano Scafarto a coordinare le attività di intercettazione. Come si ricorderà, l’attività d’indagine iniziò nel 2013  a carico della società cooperativa Cpl Concordia con sede a Modena e che riguardava la metanizzazione della nostra isola in particolare del comune di Ischia, fu assegnata alla Cpl nel 2004. In relazione all’attività di indagine della Procura di Napoli e svolta dai Noe – fra cui il capitano Scafarto – il gip di Napoli adottò un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di undici persone, fra cui anche il sindaco di Ischia  Giosi Ferrandino. L’attività d’indagine si indirizzava principalmente sull’appalto della metanizzazione assegnata alla Cpl ormai tredici anni fa, in relazione ad una convenzione con l’hotel della famiglia del sindaco stipulata con la  società nel 2014. Anche durante l’istruttoria dibattimentale, tuttora in corso, sarebbero emerse alcune discrasie e contraddizioni, più volte messe in evidenza dal collegio difensivo del primo cittadino. L’avvocato Gennaro Tortora, uno dei legali di fiducia di Giosi, ci aiuta a far luce su tali incongruenze: «Il primo punto interessante che va segnalato – afferma il penalista –  è che l’appalto veniva assegnato alla Cpl concordia nel 2004 da un Sindaco diverso, il dottor Brandi, e non il sindaco Ferrandino che venne eletto a tale carica soltanto nel 2007. Per cui non vi poteva essere una corruzione per un appalto assegnato nel 2004 da un sindaco diverso». Ma esistono ulteriori circostanze nell’indagine svolta dal Capitano Scafarto, dalle quali si evincerebbe una  discrasia di alcuni elementi di indagini – inseriti nella informativa di reato – rispetto alle risultanze del dibattimento: innanzitutto, «in un passaggio dell’informativa – continua l’avvocato Tortora – viene trascritta una conversazione telefonica dove i soggetti che parlano, attribuiscono al sindaco Ferrandino tale espressione “ha detto Giosy andiamo tutti in galera…”. Tale attribuzione è confermata dal Capitano Scafarto in sede dibattimentale dinanzi al Tribunale di Napoli, prima sezione penale collegio b, presieduto dal giudice Pellecchia. Viceversa come si può ben notare nel verbale dibattimentale, nella perizia trascrittiva delle intercettazioni il nome Giosy non viene mai pronunciato. Il presidente Pellecchia, a riprova della serietà del Tribunale di Napoli, chiede insistentemente al capitano se vi fosse il nome “Giosy”, fino a quando lo stesso Scafarto afferma che non c’era il nome del sindaco, bensì una parola incomprensibile». Un altro punto controverso riguarda il controesame effettuato dalla difesa: nel verbale gli avvocati chiedono al capitano se nel deporre leggerà la perizia trascrittiva o il brogliaccio: Scafarto attesta che leggerà la perizia, cosa che invece  non farà perché poi sosterrà di aver letto il brogliaccio. Annota l’avvocato Tortora: «Si evidenzia dunque, anche in sede dibattimentale, un’evidente discrasia tra le affermazioni iniziali del sottufficiale e gli atti poi effettivamente consultati». Le anomalie non finiscono qui: «Un’altra riguarda un elemento importante dell’indagine – afferma il penalista – e in particolare una telefonata fra il sindaco di Ischia Ferrandino ed il Sindaco di Forio Francesco Del Deo. Nella fase delle indagini, nell’informativa di reato e nell’ordinanza di custodia cautelare viene scritto: prova dell’asservimento del sindaco ai voleri della Cpl è la telefonata del sindaco di Ischia Ferrandino al Sindaco di Forio Del Deo. Si tratta di un’annotazione completamente divergente da quanto emerge in sede dibattimentale, in quanto lo stesso capitano Scafarto,  seppur dapprima conferma quanto indicato nella informativa che dimostrava l’asservimento del sindaco Ferrandino, deve poi ammettere di essersi sbagliato in quanto la telefonata è fatta dal sindaco di Forio Del Deo al collega di Ischia». Un ultimo rilievo, ricollegabile a tale presunto asservimento del primo cittadino di via Iasolino, è costituito dalla circostanza sempre inserita nell’attività di indagine da cui si evince che il Sindaco di Ischia fa da tramite per conto della Cpl con il sindaco di un altro comune Lacco Ameno, Carmine Monti, per far accelerare il processo amministrativo in favore della Cpl. «In sede dibattimentale – continua l’avvocato Tortora – il capitano Scafarto, dapprima conferma, poi, dietro insistenza della difesa, è costretto a correggersi, affermando che il sindaco Ferrandino non aveva mai parlato col collega di Lacco Ameno Monti e che la Cpl quando doveva intervenire sul processo amministrativo del comune di Lacco Ameno parlava direttamente col sindaco Monti».

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