CULTURA & SOCIETA'

MOLTO FREDDO, MOLTO SECCO CON LIME La “patacca” Invernale e la fretta che sia Primavera

di Lisa Divina

Insegnare agli altri è compito così arduo che neppure le università hanno ancora trovato il bandolo della matassa… [cit.] Figuriamoci, poi, trasmettere il senso di giustizia o ingiustizia; eppure sono concetti che ci riguardano tutti profondamente. Nondimeno la nostra comunità isolana e isolata non è immune all’ingiustizia, anzi. L’ingiustizia, come un’ombra sinistra, si insinua nei meandri della nostra società, lasciando dietro di sé una scia di sofferenza e disillusione. La radice dell’ingiustizia sviscera fuori dalla mancanza di volontà di evidenziare un torto abbandonandolo all’impunità dove si trasforma in tossica eredità, creando il terreno fertile in cui cresce questa insidia. Quando chi ha il potere decide di chiudere gli occhi di fronte a un’ingiustizia, diventa complice di essa. Questo comportamento ipocrita mina la fiducia nella giustizia stessa e alimenta un circolo vizioso di sopraffazione. Fin dall’antichità l’ingiustizia ha assunto molteplici forme nel corso della storia umana. Eppure, spesso, coloro che avrebbero dovuto far rispettare la giustizia hanno preferito voltarsi dall’altra parte, temendo le conseguenze o, peggio, prediligendo i loro egoistici scopi.

Quando i colpevoli rimangono impuniti, la società ne subisce le conseguenze. Ma la nostra responsabilità resta Nostra e non possiamo rimanere indifferenti. Dobbiamo alzarci contro l’ingiustizia, denunciare i torti, e non permettere che l’ipocrisia ci renda complici. Purtroppo, ormai, l’ingiustizia è un po’ come l’inverno, possono sembrare concetti distanti e invece l’inverno come l’ingiustizia porta spesso sensazioni di scomodità come il freddo, l’oscurità e la sensazione di oppressione facendoci sentire intrappolati. In ogni caso diventa inevitabile. Pur cambiando la prospettiva per concedere all’ingiustizia di trovare un significato per adattarci alle circostanze immutabili, come facciamo in inverno accettando il freddo e la cupidigia, resta l’obbiettiva condizione che determinate azioni ledono la nostra piccola comunità. Si parla spesso di questo argomento, io non sono in grado di definire cosa sia giusto o sbagliato, ma va da se che non voler agire in una direzione di sviluppo ti arruola come complice dell’involuzione che attanaglia il nostro scoglio. Allora dovremmo chiederci curiosamente: cosa è giusto fare? E nella ipotesi di poter dare una risposta si evidenzia subito che resta utopico il desiderio di una realtà equa per tutti. Puoi prendere nota dell’ingiustizia ma non puoi eliminare l’azione e, a questo punto, la differenza la farà la posizione che ognuno prende nei riguardi di quell’azione che ai propri occhi risulta dissonante. Si può prendere le distanze da ciò che non ci appartiene e iniziare ad imparare a distinguere la verità dalla “patacca” creando in sé stessi i presupposti che renderanno ognuno immune al “pataccaro” di turno. Magra consolazione che però diventa strumento e mezzo per portare se stessi a un piano di consapevolezza che impedirà di rimanere ancora una volta vittima di ingiustizia. L’inverno come ogni stagione passa, finisce, anche se poi ritornerà, e non può impedire alla primavera di manifestarsi pure se sembrerà non arrivare mai abbastanza in fretta.

Articoli Correlati

0 0 voti
Article Rating
Sottoscrivi
Notificami
guest

0 Commenti
Inline Feedbacks
Visualizza tutti i commenti
Pulsante per tornare all'inizio
0
Mi piacerebbe avere i vostri pensieri, per favore commentatex