ARCHIVIO 3ARCHIVIO 5

Giuseppe Luongo: «No ai facili allarmismi»

Alcuni giorni fa ha provocato un certo rumore mediatico la trascrizione di una conversazione telefonica tra due ricercatori dell’Osservatorio Vesuviano. Fra l’altro i due facevano riferimento a possibili preoccupazioni circa l’aumento di una serie di valori cui non aveva fatto seguito un aumento del livello di allerta. Abbiamo chiesto un commento al professor Giuseppe Luongo, esperto geologo e vulcanologo, per fare un po’ di chiarezza e diradare i non pochi dubbi generati dagli ultimi eventi.

Professore, cosa emerge dalla conversazione intercettata?

«Ci sono alcune premesse da considerare. Innanzitutto, quando si parla tra tecnici, le parole non si pesano più di tanto, perché ci si capisce al volo. Il valore di un termine cambia se chi ascolta è un tecnico con competenze nella materia in questione oppure se è un “profano”, perché nei due casi avremo due giudizi completamente differenti. Quindi dobbiamo fare attenzione a non trarre facili conclusioni. Se io parlo con un collega di rischi sismici, egli sa bene che parliamo della valutazione di astratte probabilità di un danno, ma se faccio un discorso del genere con un normale cittadino, che non è chiamato a possedere competenze specifiche nel campo della sismologia, potrebbe andare nel panico perché assegnerebbe un diverso significato alle mie parole, e magari penserebbe che subirà sicuramente il danno in questione. Il linguaggio è dunque importante. Seconda cosa:  chi fa ricerca si lamenta spesso, perché oggettivamente in questo momento ci sono minori risorse, meno personale disponibile. Basti pensare alla crisi della ricerca universitaria, iniziata almeno dieci anni fa se non di più. Ecco, questi elementi costituiscono le indispensabili premesse da tener sempre presente, per valutare una conversazione come quella che i media hanno pubblicato».

Quindi nel caso concreto cosa pensa sia accaduto?

«Potrebbe anche essere che sia arrivata una notizia al giornalista, il quale per diffonderla e renderla meglio fruibile, abbia poi “costruito” la conversazione sottoforma di telefonata. Fra l’altro, chi e perché dovrebbe intercettare due ricercatori? Se l’intercettazione c’è stata, allora vuol dire che chi doveva “contenere” la diffusione di tali informazioni le ha invece lasciate trapelare. È comunque possibile che la magistratura si stia occupando della questione del rischio sismico, visto l’allarme sociale provocato dal terremoto di Ischia e dal tragico incidente alla Solfatara, ma anche le scosse registrate e spesso “gonfiate” dai media nonostante si tratti di scosse piccolissime. Qualcuno dice che un clima d’allarmismo ingiustificato sia “preparato ad arte”, ma io non ci credo. La spiegazione probabilmente è molto più semplice: i giornalisti cercano “la” notizia, l’opinione pubblica è impaurita, e si crea quindi una “miscela” dal potenziale allarmistico eccessivo. In questi giorni ho letto persino riferimenti a una scossa avvenuta nel Cilento, al Vallo di Diano, che viene legata in modo completamente improprio alla situazione che stiamo vivendo qui. Il cittadino che è all’oscuro dei dati e della loro interpretazione, finisce dunque con l’allarmarsi inutilmente».

Ads

In quella intercettazione si parla anche di stridenti contrasti tra i dati scientifici e ciò che veniva comunicato alla Protezione Civile.

Ads

«Le dirò cosa penso io: il livello di attenzione fissato ai Campi Flegrei per me è troppo alto rispetto alla situazione reale. I livelli sono quattro: tralasciando il primo e il quarto, quando si arriva al secondo livello resta solo un gradino prima di dover procedere all’evacuazione. Abbiamo già avuto due esperienze con due momenti di crisi, nel periodo 1970-72 e 1982-84: se non si raggiungono i livelli di quei due periodi, c’è da stare abbastanza tranquilli».

Eppure nella conversazione si parlava di certi valori rilevati in misura molto maggiore rispetto al 1984.

«Beh, si tratta della parte geo-chimica, settore che si è enormemente sviluppato in un momento successivo. Nell’84 si era ancora agli inizi. Si tratta di confronti difficili da fare, visti i progressi raggiunti nei vari settori in questi decenni».

Alcuni parlavano anche di “complotti” in cui gli interessi legati alla ricerca geotermica potevano aver minimizzato i rischi reali..

«Qualche errore è stato fatto a livello di ricercatori, ma non c’è alcun complotto. L’Ingv ha un ruolo di controllo, quindi di garanzia per il bene della comunità. Certo, anche in questo ruolo si può cadere talvolta in errore».

L’Ingv ha quindi un ruolo di controllo, eppure soffre di mancanza di personale, e quindi forse anche di capacità interpretativa della mole di dati rilevati.

«Diciamo che è più un problema di quantità che di qualità. La questione è molto articolata: da una parte bisogna combattere il monopolio della ricerca, altrimenti viene a mancare il confronto dialettico in grado di velocizzare il progresso della conoscenza: questo è un problema, senza dubbio, ma dall’altra parte cerchiamo di non esagerare tirando in ballo inesistenti “complotti”. Al massimo, come ho detto, talvolta si fanno errori. Inoltre, spesso quando alcuni ricercatori vanno in pensione, non vengono prontamente sostituiti, e certe lungaggini burocratiche non aiutano. Indubbiamente sono difficoltà che dovremo superare, ma non esistono sabotaggi occulti».

Lei, più che al sisma del 1881 o del 1883, ha paragonato il terremoto del 21 agosto a quello del 1828.

«Il sisma dell’81 fu più forte di quello che abbiamo appena vissuto. Quello del 1828 a sua volta fu più basso del 1881, ed è più prossimo a quello del 2017. Per completezza va detto che anche nel 1796 si verificò un’altra scossa, ma i dati a disposizione non sono così chiari da poter stabilire un confronto valido. Ecco perché, con le informazioni in nostro possesso, vedo più similitudini con quello del 1828».

Francesco Ferrandino

Articoli Correlati

0 0 voti
Article Rating
Sottoscrivi
Notificami
guest

0 Commenti
Inline Feedbacks
Visualizza tutti i commenti
Pulsante per tornare all'inizio
0
Mi piacerebbe avere i vostri pensieri, per favore commentatex