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Balneari, ecco le norme per le future concessioni

Di Francesco Ferrandino

ISCHIA. Come annunciato ieri, l’approvazione del collegato alla Finanziaria 2016 da parte della Regione Campania ha accolto pienamente le istanze del settore balneare. Vediamo nel dettaglio quali sono le modifiche che hanno raccolto il plauso dei tanti imprenditori e rappresentanti di categoria. La direttiva europea “Bolkestein”, emanata nel 2006, impone di mettere a bando qualsiasi tipo di concessione, dal 2020 ma forse anche dal 2019. Tuttavia, al fine di evitare speculazioni su concessioni che spesso sono state valorizzate nel corso di vari decenni dal  lavoro di imprese spesso a carattere strettamente familiare, nella finanziaria si è deciso di prevedere un congruo indennizzo a favore del concessionario precedente, per compensare l’avviamento e i tanti investimenti profusi nel corso degli anni.  Come stabilito dalle norme per lo sviluppo del turismo balneare esposte nell’art. 17, quando sarà indetta la gara per il rinnovo della concessione, il Comune acquisirà dall’originario concessionario una perizia di stima redatta da un professionista abilitato, da cui risulterà  il valore aziendale dell’impresa balneare operante sull’area oggetto della concessione. Nel caso in cui un nuovo soggetto si aggiudichi la concessione di quella determinata area, dovrà corrispondere entro trenta giorni dall’aggiudicazione un indennizzo pari al 90% dell’ammontare del valore della perizia anzidetta all’originario concessionario. In tal modo, quest’ultimo pur avendo perso la concessione si vedrà pur sempre riconosciuti gran parte degli investimenti effettuati e del valore aggiunto all’area precedentemente gestita. Tale normativa, tuttavia, vale solo per le aree del demanio comunale, e non anche per quelle insistenti sul demanio portuale. Nella prospettiva di risolvere l’evidente disparità, il consiglio regionale campano ha quindi preparato un ordine del giorno in cui si invita la giunta regionale a predisporre una uniforme modalità di rilascio delle concessioni marittime, qualunque sia il demanio su cui insistono, comunale o portuale, o comunque di intervenire presso il Governo nazionale al fine di adottare norme idonee per garantire parità di trattamento. Già, perché circa la metà dei lidi balneari insistono sul demanio dell’Autorità Portuale. Il Consiglio Regionale non può ovviamente legiferare sul demanio portuale, tuttavia sarebbe assurdo e ingiusto che, poniamo, nello stesso tratto di litorale, di cui una parte sul demanio comunale e parte su quello portuale, si applicassero due differenti tipi di norme: la prima, quella appena esposta, con un giusto indennizzo per le concessioni su demanio comunale, e l’altra che invece tuttora non prevede alcun “paracadute” per le concessioni sul demanio portuale. Il consigliere regionale Francesco Emilio Borrelli, del gruppo Campania Libera, Psi, Davvero Verdi, ha dichiarato: «Una gran parte di chi fa impresa nel settore balneare la fa in modo corretto, rispettando la legge, con passione per il proprio lavoro e dando a sua volta possibilità di lavoro a tanta gente. Col criterio approvato dalla Regione, si farà in modo di evitare la partecipazione di meri speculatori alle gare che verranno indette tra pochi anni: chi si aggiudicherà la concessione di un lido già avviato e rinomato da decenni, dovrà pagare anche, mediante valutazione effettuata da un soggetto terzo, il valore aggiunto da chi vi ha investito e lavorato in precedenza. Ovviamente, per i tratti di litorale mai dati prima in concessione, tale indennizzo non è dovuto». Continua Borrelli: «Noi abbiamo regolamentato ciò che era nelle nostre competenze, cioè le concessione su demanio comunale, ma sarebbe inaccettabile che rimanesse una differenza di trattamento con le concessioni su demanio portuale. Fino al 2020 (o al 2019 se l’UE deciderà di anticipare, data l’inadempienza dell’Italia nei confronti della direttiva “Bolkestein”), quando le concessioni dovranno essere necessariamente messe a bando, vi è tutto il tempo affinché il governo possa regolamentare in modo adeguato il settore, e uniformare così la disciplina delle concessioni sui due tipi di demanio. La nostra proposta di legge, approvata in regione, è davvero all’avanguardia, e riteniamo possa essere recepita dal Governo nazionale, affinché in tutta Italia venga applicato sul demanio portuale lo stesso criterio che la Campania applica sin d’ora sul demanio comunale. La nostra soluzione è quella ideale per tutti: sia per gli attuali imprenditori balneari, sia per chi vorrà partecipare alle prossime gare per ottenere una concessione, perché  tutela il sacrosanto diritto alla concorrenza, ma anche coloro che lavorano da tempo nel settore. In tal modo non si vanifica il lavoro di famiglie e generazioni che per decenni hanno investito in questa attività», conclude il consigliere dei Verdi.

 

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