CRONACA

Giustizia, a rischio la proposta di legge per salvare il Tribunale

Si attende da Roma un segnale sul testo che già da giorni sarebbe dovuto passare nelle mani del Ministro allo scopo di ottenere una corsia preferenziale bipartisan

Serpeggia una certa preoccupazione tra le file dell’avvocatura locale. Lo scorso lunedì era il termine stabilito da settimane affinché venisse consegnato al Ministro della Giustizia la proposta di legge di stabilizzazione delle sedi giudiziarie distaccate delle isole minori, eppure nessun testo risulta essere stato recapitato a via Arenula.

La tensione si taglia con il coltello, anche perché quasi un mese fa l’assoforense aveva inviato un dettagliatissimo dossier, con tutti i dati raccolti relativamente alle isole di Ischia, Elba e Lipari, all’Osservatorio del Consiglio Nazionale Forense, affinché tale proposta di legge potesse essere redatta e inviata in tempo utile per ottenere una corsia preferenziale in Parlamento. Invece la Finanziaria è ormai chiusa, senza che il testo sia stato reso noto, e nemmeno il Milleproroghe potrebbe servire per un provvedimento legislativo che l’avvocatura vuole definitivo, mettendo una buona volta la parola fine alle proroghe triennali con cui finora è stata salvata la sede distaccata dalla chiusura. Adesso i tempi stringono, e la rinnovata richiesta di documentazione da parte degli estensori della proposta non è il migliore dei presupposti per far “stare sereni” gli avvocati isolani, che da mesi e anni combattono per ottenere la stabilizzazione della sede di via Michele Mazzella tramite il riconoscimento di sede disagiata dei tribunali delle isole. Trasferte nella Capitale a ritmo mensile, poi quasi settimanale, accompagnati da sindaci ed esponenti politici a vari livelli, riunioni con sottosegretari, potrebbero finire nel nulla per un ritardo le cui cause sono ancora tutte da decifrare.

Uno scenario che ieri mattina ha messo in ambasce l’avvocatura isolana: il direttivo dell’Assoforense attende in queste ore un riscontro da Roma, mentre due giorni fa una delegazione era stata ricevuta dal Presidente del Tribunale di Napoli. Quest’ultimo si è detto disposto ad aiutare la sede ischitana, spiegando di aver inviato alcune note al Ministero negli ultimi due mesi, in cui venivano spiegate tutte le criticità del presidio isolano, a partire dalla grave carenza di personale, ma esse sono rimaste senza alcuna risposta. Tra l’altro, anche una possibile nuova nota a sostegno della proposta di legge sul riconoscimento di sede disagiata per le sedi distaccate sulle isole minori finirebbe lettera morta in quanto tale testo, come detto, ancora non si è visto. Una situazione paradossale, che prevedibilmente genera tensioni. La proposta sarebbe dovuta passare dal Consiglio nazionale forense direttamente al Ministero, per sottrarla alle strumentalizzazioni politiche e farla nascere come proposta bipartisan, sostenuta poi dai parlamentari campani, siciliani e toscani anche di diverso colore politico.

E mentre si attende un segnale da Roma, il Presidente del Tribunale è intenzionato a inviare a Ischia dal prossimo gennaio un funzionario assistente per mettere in ordine la Cancelleria di Ischia, ma non c’è garanzia che non si ripeta la surreale sequenza di “messa in malattia” che negli anni scorsi ha vanificato simili iniziative. C’è tuttavia da registrare la disponibilità di un cancelliere che già sta lavorando “da remoto”. Nelle intenzioni, dovrebbe venire almeno un giorno a settimana. Si vedrà. Intanto il settore penale della sede distaccata è praticamente paralizzato. Dopo la fugace apparizione del giudice Montesarchio, anche il successore, dottoressa Mancini, sembra intenzionata ad abbandonare quanto prima la sede ischitana alla quale avrebbe dovuto dedicare un’udienza alla settimana. Adesso tale cadenza sembra essere stata dimezzata, e nei giorni in cui la catasta di fascicoli di causa tocca al Got si assiste a una lunga serie di rinvii, nei quali vengono risucchiati anche diversi processi di grande rilevanza, la cui trattazione viene continuamente posticipata, come ad esempio, ieri mattina, quello relativo al costruendo parcheggio della Siena e quello della scomparsa della giovane Maria Diotallevi. Ecco perché la questione della sospirata stabilizzazione tramite un espresso provvedimento legislativo diventa l’unica via percorribile per mantenere in vita una sede ormai agonizzante, mentre alcuni avvocati sembrano maturare la rassegnata consapevolezza che continuare a tenerla aperta in queste condizioni è inutile e insensato.

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