CRONACA

Giustizia, anche Pascale scrive a Bonafede

Il sindaco di Lacco Ameno chiede con urgenza un incontro al Ministro per la risoluzione delle gravi problematiche di cui soffrono gli uffici giudiziari dell’isola d’Ischia

Il sindaco di Lacco Ameno, Giacomo Pascale, lancia una richiesta urgente per salvare la barca malferma della giustizia isolana. L’invito è rivolto al Ministro Bonafede, al quale il primo cittadino in rappresentanza dei colleghi isolani e degli avvocati dell’Assoforense locale ha inviato una missiva per ottenere la fissazione di un incontro a Roma in cui poter discutere delle molteplici e ben note criticità di cui soffrono i nostri uffici giudiziari. Lo stesso presidente dell’Assoforense, l’avvocato Francesco Cellammare, alcune settimane fa aveva inviato una richiesta simile al ministro della giustizia. Adesso, Pascale ribadisce la drammatica carenza di personale di cancelleria che impedisce il corretto funzionamento della macchina giudiziaria. «In particolare – scrive Pascale – l’Ufficio del Giudice di Pace di Ischia sino a due anni fa poteva considerarsi un presidio virtuoso, se non il fiore all’occhiello della Giustizia Italiana, un esempio da emulare per efficienza celerità dei giudizi. Oggi, invece, a causa della mancata sostituzione per oltre due anni dell’unico Funzionario di Cancelleria che sovraintendeva a tutte le attività di competenza, costituisce senza ombra di dubbio la punta dell’iceberg dell’inefficienza e della paralisi giudiziaria».

Il sindaco continua soffermandosi su un altro tasto dolente: «La carenza di personale di cancelleria caratterizza anche la Sezione Distaccata di Tribunale, ove il 31 dicembre scorso è stata collocata in quiescenza l’ultima funzionaria del settore civile, con ripercussioni altrettanto gravi per il Tribunale, non essendo stata sostituita da altro funzionario proveniente dalla terraferma. Difatti, in mancanza di un provvedimento di stabilizzazione della Sezione di riconoscimento degli Uffici giudiziari insulari quali Sedi giudiziarie disagiate, con incentivi per il personale, nessun funzionario intende affrontare la trasferta marittima per venire a lavorare a Ischia». Le conseguenze di tale scenario sono facilmente intuibili: «Questa situazione drammatica dell’ufficio del Giudice di Pace di Ischia e della Sezione distaccata del Tribunale di Napoli, forse unica nel suo genere in Italia, attesa la assoluta mancanza di Cancellieri, è causa dell’omessa pubblicazione di migliaia di sentenze ed altri provvedimenti, che giacciono in attesa di essere firmati, con grave danno anzitutto per i Cittadini che attendono invano Giustizia per anni e anni». La missiva ricorda anche i velleitari tentativi di risoluzione finiti nel nulla: «La blanda soluzione, sinora praticata, dell’applicazione di un funzionario da Napoli, per un sol giorno a settimana si è rivelato un palliativo assolutamente insufficiente, dato il carico immane di lavoro e di arretrato accumulatosi in questi due anni. Oltretutto, anche questa soluzione tampone è stata del tutto vanificata dall’eccessiva “morbilità” di chi è stato chiamato e si è subito messo in malattia per evitare l’incomodo.

È tristemente famoso ed è purtroppo assurto alle cronache nazionali il caso dello scorso anno dei sei cancellieri applicati per un ordinario giorno di udienza  penale alla Sezione Distaccata di Ischia ed ammalatisi tutti e sei contemporaneamente (anche i supplenti), così impedendo lo svolgimento dell’udienza e facendo rientrare a Napoli solo nel pomeriggio un detenuto in attesa di giudizio scortato dalla Polizia Penitenziaria». Insomma, la musica non è cambiata, e anzi Pascale preannuncia che «l’attuale stato di paralisi giudiziaria possa essere superato esclusivamente con la definitiva stabilizzazione di apposita Sezione del Tribunale sull’isola d’Ischia, sede altamente disagiata,anche in considerazione dei recenti lavori di ammodernamento dello storico palazzo di giustizia. Va sottolineato peraltro che i presidi di legalità sulla nostra isola meritino tutta l’attenzione da parte dello Stato sia per bacino d’utenza (70.000 cittadini abitanti dell’isola d’Ischia che divengono in media 500.000 con i flussi turistici di oltre 6 milioni di persone da aprile a novembre), che per rilevante numero di giudizi iscritti ogni anno (diverse decine di migliaia), oltre che per l’estrema rilevanza delle spese ed imposte versate all’erario per milioni di euro all’anno». Si attende la risposta da Via Arenula.

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