CULTURA & SOCIETA'

Storia e devozione nell’antica congrega di Ischia Ponte

Tra gli iscritti alla confraternita del borgo di Celsa anche San Giovan Giuseppe, Il padre Giovanni ed il fratello Pancrazio Calosirto

La Congrega più rappresentativa per attività e spirito innovativo è L’Arciconfraternita di Santa Maria di Costantinopoli ad Ischia Ponte che venne fondata nel 1613 da alcuni artigiani del luogo, i quali si erano separati dalla confraternita dei marinai e dei pescatori che aveva sede nella vicina cappella di Santa Sofia, divenuta poi chiesa dello Spirito Santo: fu proprio addossata a questa chiesa, di fronte alla cattedrale di Santa Maria Assunta, che nel 1626 venne costruito l’oratorio, poi completamente ristrutturato nel 1693: al suo interno si svolgevano dibattiti consiliari. Nel corso degli anni sono stati effettuati solo restauri conservativi,come quello ultimo del 2003 che non hanno alterato la struttura dell’edificio. L’Arciconfraternita di Ischia Ponte, ispirata al culto della Madonna di Costantinopoli, affonda le sue radici in tempi lontanissimi, quando cioè cresceva e si popolava l’antico Borgo di Celsa, sede della nuova storia del vecchio centro storico all’ombra del Castello degli aragonesi, che vide nascere e passare personaggi di spessore della vita sociale, culturale e religiosa della parte più nota dell’isola d’Ischia. La Congrega di Ischia Ponte, conosciuta più facilmente con questa naturale denominazione, fa registrare subito il suo ruolo determinante nel tessuto sociale del paese agli albori del suo sviluppo. Si iscrivano alla confraternita le prime 250 persone di fede e “timorate di Diuo”. La lista col passare degli anni si allunga vistosamente fino a raggiungere i duemila iscritti di oggi. Un arco di tempo lungo il quale, la Congrega scrive la sua lunga storia fatta di opere e di personaggi eccellenti che hanno lasciato segni indelebili. Il suo primo Priore fu Giovanni Onorato padrone di barche e benefattore fra gli abitanti del Borgo di Celsa, mentre il primo cappellano, la storia indica il sacerdote Don Giovanni Mirabella di famiglia nota del luogo, fino agli ultimi tre che sono stati Mons- Onofrio Buonocore, Don Liberato Morelli e Don Camillo D’Ambra. Attualmente ricopre degnamente il ruolo di cappellano-rettore Don Carlo Candido. Nei primi venti anni della sua esistenza la Confraternita di Ischia Ponte si dette un regolamento che era ben osservato dai suoi confratelli, assicurati per altro, dall’autorevole approvazione del Vescovo di Ischia del tempo, Mons. Innigo D’Avalos che dalla Torre chiamata poi di Michelangelo, dove risiedeva per vari periodi dell’anno, li gratificò con il conferimento del diritto di patronato che i confratelli seppero farne buon uso. La Confraternita di Santa Maria di Costantinopoli fu elevata al grado di Arciconfraternita il 5 maggio del 1855 per esplicita ed accorata richiesta del Vescovo isolano Mons. Felice Romano a Sua Maestà il Re Ferdinando II di Borbone. Da allora, per diverso tempo, fioccarono in favore dell’Arciconfraternita lasciti e donazioni in titoli di Stato, immobili, rendite e contributi vari. I primi donatori furono il primicerio don Giovanni Califano , Francesco Balestrieri di Michele, Michele Balestrieri fu Francesco, Francesco De Luca fu Camillo e tanti altri ancora che non elenchiamo per mancanza di spazio, ma che si possono verificare negli archivi dell’Arciconfraternita. La nota storica ci indica che fra gli iscritti alla Confraternita di Santa Maria di Costantinopoli ci fosse anche il padre di San Giovan Giuseppe della Croce Giuseppe Calosirto, il fratello Pancrazio e lo stesso San Giova Giuseppe col nome da giovanetto, prima di partire novizio alcantarino, Carlo Gaetano Calosirto.

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