CULTURA & SOCIETA'

Vi presento il CAI, il Club Alpino Italiano raccontato a Forio

Appuntamento sabato 6 aprile presso la sede dei Marinai d’Italia alle ore 17: focus sulle tante iniziative realizzate sull’isola

DI GIOVANNANGELO DE ANGELIS (reggente CAI Ischia)

Nel 2009 durante una vacanza estiva sulle montagne del Trentino (fino ad allora conoscevo bene solo la montagna d’inverno), percorrendo dei sentieri incredibilmente belli, venni in contatto con il mondo del CAI attraverso la segnaletica bianca e rossa, che impeccabilmente mi accompagnava lungo il sentiero, senza aver bisogno di una guida e senza il rischio di perdermi non conoscendo la zona. Indagando scoprii che quella segnaletica non era il frutto di un capriccio personale di qualche artista o di qualche guida del posto, ma bensì, una grammatica internazionale ben codificata e normata, che attraversava l’Europa intera da Canterbury a Santa Maria di Leuca lungo la via Francigena e non solo. Subito feci un paragone con Ischia e, a parità di intensità emotiva e bellezza naturalistica, mi vennero in mente due concetti, il caos e l’anarchia (ahimè, ancora oggi, chi frequenta la montagna nostrana sa di cosa sto parlando, alberi segnati con vernice di tutti i colori, corde intorno agli alberi, frecce ognuna diversa dall’altra, ecc.). Fu così che mi posi una domanda: perché non fare in modo che anche ad Ischia si realizzi una “INFRASTRUTTURA” cosi importante? Fu cosi che mi iscrissi con tutta la famiglia al CAI di Napoli e venni in contatto con questa meravigliosa realtà associativa con più di 150 anni di storia basata sul volontariato professionale e su l’altruismo. Conobbi cosi chi già da anni era socio e lavorava a questo obiettivo, Riccardo d’Ambra, Vincenzo Di Gironimo, Simone Merola e Francesco Mattera. Dopo due anni (2012) e con circa venti soci (oggi più di sessanta), nacque la sottosezione Ischia del CAI Napoli, di cui, dopo 6 anni di impeccabile guida da parte di Francesco Mattera, oggi ho l’onore e onere di rappresentare e guidare.

Ma cosa è il CAI?

Costituito il 23 ottobre 1863 a Torino (dopo la celeberrima salita al Monviso ad opera di Quintino Sella, Giovanni Barracco, Paolo e Giacinto di Saint Robert) il Club Alpino Italiano è una libera associazione nazionale che, come recita l’articolo 1 del suo Statuto, “ha per iscopo l’alpinismo in ogni sua manifestazione, la conoscenza e lo studio delle montagne, specialmente di quelle italiane, e la difesa del loro ambiente naturale”.

L’Associazione è costituita da Soci riuniti liberamente in Sezioni, coordinate in raggruppamenti regionali: a dicembre 2018 i Soci del CAI risultano essere 322.022, che partecipano alle attività di 496 Sezioni e 309 Sottosezioni appartenenti a 21 gruppi regionali di cui 2 raggruppamenti provinciali (Trentino e Alto Adige) ’interno dell’ordinamento italiano, la struttura centrale del Club Alpino Italiano si configura come un Ente pubblico non economico, mentre tutte le sue strutture periferiche (Sezioni, raggruppamenti regionali e provinciali) sono soggetti di diritto privato. particolare, in applicazione della legge 24 dicembre 1985, n. 776 relativa a nuove disposizioni sul Club Alpino Italiano, l’Associazione provvede, a favore sia dei propri Soci sia di altri e nell’ambito delle facoltà previste dallo Statuto:

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• alla diffusione della frequentazione della montagna e all’organizzazione di iniziative alpinistiche, escursionistiche e speleologiche, capillarmente diffuse sul territorio nazionale;

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• all’organizzazione ed alla gestione di corsi d’addestramento per le attività alpinistiche, sci-alpinistiche, escursionistiche, speleologiche, naturalistiche volti a promuovere una sicura frequentazione della montagna;

• alla formazione di 23 diverse figure di titolati (istruttori, accompagnatori ed operatori), necessarie allo svolgimento delle attività citate;

• al tracciamento, alla realizzazione e alla manutenzione di sentieri, opere alpine e attrezzature alpinistiche;

• alla realizzazione, alla manutenzione ed alla gestione dei rifugi alpini e dei bivacchi d’alta quota di proprietà del Club Alpino Italiano e delle singole Sezioni – quantificati ad oggi in 774 strutture per un totale di 23.044 posti letto – fissandone i criteri ed i mezzi;

• all’organizzazione, tramite il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS), struttura operativa del CAI, di idonee iniziative tecniche per la vigilanza e la prevenzione degli infortuni nell’esercizio delle attività alpinistiche, escursionistiche e speleologiche, per il soccorso degli infortunati o dei pericolanti e per il recupero dei caduti;

• alla promozione di attività scientifiche e didattiche per la conoscenza di ogni aspetto dell’ambiente montano nonché di ogni iniziativa idonea alla protezione ed alla valorizzazione dell’ambiente montano nazionale, anche attraverso l’operato di organi tecnici nazionali e territoriali;

• alla promozione di iniziative di formazione di tipo etico-culturale, di studi dedicati alla diffusione della conoscenza dell’ambiente montano e delle sue genti nei suoi molteplici aspetti, della fotografia e della cinematografia di montagna, della conservazione della cultura alpina;

• all’organizzazione ed alla gestione di corsi di preparazione professionale per guida speleologica nonché di corsi di formazione professionale per esperti e rilevatori del Servizio Valanghe Italiano (SVI).

L’entusiasmo del grande apporto volontaristico che lo contraddistingue nel panorama associazionistico italiano ha permesso di concretizzare nel tempo un ampio ventaglio di realizzazioni a favore della montagna e dei suoi frequentatori quali rifugi, bivacchi, sentieri, rimboschimenti, opere sociali.

Il Club riceve fondi dallo stato che usa per la formazione in particolar modo nel formare il soccorso alpino.

Nel 2015 viene siglato tra il CAI ed il Mibact il protocollo d’intesa per la valorizzazione della rete sentieristica e dei rifugi montani per un turismo sostenibile e responsabile, che prevede oltre alla nascita del catasto dei sentieri anche la promozione “in ambito nazionale e internazionale dell’offerta di turismo sostenibile”, una collaborazione “con le Regioni per una uniformità della segnaletica sentieristica a livello nazionale” e “un accordo con l’Anci sulla manutenzione di sentieri e rifugi”.

Cosa fa il CAI ad Ischia?

Sulla scia dell’attivismo nazionale anche sul territorio isolano sono state sviluppate una serie di iniziative. Prima tra tutte la sottoscrizione di protocolli d’intesa con tutti i Comuni con lo scopo di:

  • Svolgere azione propositiva nei confronti delle amministrazioni nelle azioni di  tracciatura, mappatura, e segnatura di conforto dei sentieri già presenti  o da realizzare che attraversano il territorio comunale.
  • Manutenzione e conservazione degli itinerari non motorizzati nell’ambito del Comune, arricchendo e sviluppando quei percorsi che propongono un elevato rapporto tra interesse naturalistico o culturale e fruizione – redazione della “Carta Georeferenziata dei Sentieri di Ischia”  per uso turistico-escursionistico ,
  • Realizzazione di itinerari georeferenziati da pubblicare su web, e la creazione di una banca dati “ambientale” sugli itinerari proposti, nonché lo studio e  la caratterizzazione di itinerari cicloturistici “non invasivi”.
  • Disponibilità a realizzare progressivamente la rete escursionistica, a coordinare gli interventi d’opera sui sentieri, a sorvegliare che non si alterino le caratteristiche fondamentali di questa viabilità minore (pedonalità) ed eventualmente a studiare la creazione di by-pass per il ricongiungimento di viabilità pedonale interrotta.

In sintesi il CAI offre un supporto specialistico gratuito alle amministrazioni che intendano investire risorse economiche ed intellettuali negli ambiti sopracitati, ma non può ovviamente sostituirsi ad esse per la gestione, manutenzione e pulizia del territorio, essendo interamente basato sul volontariato dei soci.

Di tutti questi nobili ed ambiziosi intenti cosa riesce a fare concretamente il CAI ad Ischia? Prima di entrare nel merito, urge fare una precisazione (mi perdonino tutti quelli che conoscono già bene cosa vuol dire essere volontario, ma se devo precisarlo è perché qualcuno sull’isola lo ignora profondamente…), il volontariato non prevede alcun compenso, in nessuna occasione, mai, punto. Potrebbe prevedere un rimborso spese in caso di spostamenti per missioni associative, ma anche in questo caso, ad Ischia decidiamo di autotassarci e pagarci anche quelle, sia quando andiamo a seguire dei corsi di formazione, sia quando andiamo a fare manutenzione e sia quando andiamo ad accompagnare i soci in escursione, perché quel 10% circa della quota di iscrizione che rimane sul territorio preferiamo spenderlo in segnaletica, attrezzature per sicurezza, attrezzature per la manutenzione dei sentieri, progetti didattici, e cose simili. Nessuna delle sei amministrazioni Comunali o qualsiasi ente Regionale o Nazionale ha mai finanziato il CAI Ischia per le attività che svolgono su base volontaria i suoi associati. Siamo al fianco delle istituzioni per spronarle a fare dando per primi l’esempio, ma, come accennato in precedenza, non spetta a noi l’obbligo legale di manutenere e pulire i sentieri. Detto questo, poveri ma felici e soprattutto preparati e motivati, nel 2012 abbiamo iniziato a tracciare con le bandierine bianco/rosse seguendo la grammatica normata del CAI i primi cinque sentieri entrati nel catasto nazionale realizzati per la Regione Campania dalla geologa Lucilla Monti nella guida geologica ambientale. Questa che in gergo viene chiamata “segnatura orizzontale di conforto”, nel caso del  sentiero “501” che va da Forio all’Epomeo, nel 2015, grazie al contributo del Rotary Ischia è stata realizzata anche la “segnatura verticale” fatta di pali e frecce. Purtroppo però, c’è da “segnalare”, che una parte di questi lavori vengono metodicamente distrutti, ostacolati e boicottati da chi non ha interesse a regolamentare, liberalizzare, e democratizzare l’utilizzo della sentieristica e della montagna, ma bensì a mantenere il caos e l’anarchia, intravedendo nel CAI un ostacolo al raggiungimento dei propri scopi economici.  Manutenere i sentieri è un compito non facile, soprattutto con una natura rigogliosa come quella ischitana che nell’arco di pochi mesi si riconquista i propri spazi. Le azioni che principalmente facciamo anche in collaborazione con altre associazioni quali la Proloco di Panza e Nemo, si limitano a una/ due pulizie l’anno. Di più non riusciamo a fare. Sono anni che stimoliamo le amministrazioni a vedere nei sentieri una “INFRASTRUTTURA TURISTICA” al pari delle strade e dei porti ed ad investirci una quota della tassa di soggiorno.

Tornando alle attività svolte, sempre nel 2012 abbiamo istituito con la Proloco Panza e l’associazione NEMO la manifestazione “Andar per Sentieri”;

Nel 2015 abbiamo organizzato un corso di aggiornamento nazionale per insegnanti dal titolo: “Biodiversità tra terra e mare nell’isola d’Ischia”;

Nel 2016 il CAI Ischia ha guidato la battaglia civica (vincendola) contro la realizzazione della centrale Geotermica di Serrara Fontana (NB: siamo a totale favore della geotermia, ma non a tutti i costi) preparando e firmando insieme ad altre realtà associative le contro osservazioni al progetto. Su questo tema si è anche organizzato un convegno dal titolo “Ischia: Geotermia, Economia e Sostenibilità ambientale”;

Sempre nel 2016, è stata organizzata, insieme all’associazione PIDA la tappa isolana del Convegno Mondiale sui paesaggi terrazzati;

Dal 2015 organizziamo campi lavori in collaborazione con l’associazione IBO, che vedono impegnati giovani di tutto il mondo i quali gratuitamente  offrono il loro lavoro con l’obiettivo di sistemare la sentieristica ed i muri a secco;

Infine nel 2018 abbiamo offerto supporto alla Regione Campania nell’ambito del COV (Convegno Mondiale di Vulcanologia).

Tutte realizzate su base volontaria,  guadagnando solo la soddisfazione di sentirsi utili e non parassiti di un territorio.

Queste importanti attività elencate (sono solo alcune tra le principali) realizzate grazie al numero dei soci ed amici della montagna in costante crescita, mi fanno sperare che l’isola abbia giovato dello spirito altruista ed associativo del CAI e di tante altre bellissime realtà simili presenti sul territorio conosciute in questi anni di collaborazioni.

Per conoscere il programma per i prossimi anni invito il lettore a venirci a conoscere da vicino al prossimo convegno dal titolo “La libertà è una forma di disciplina” previsto per il sabato 6 aprile 2019 alle ore 17 presso la sala “Marinai d’Italia” del Comune di Forio. La speranza che anche Ischia possa raggiungere, e perché no superare, la qualità dei risultati ottenuti dalle sezioni dell’arco alpino accennati in prefazione, non ci appare più un tabù, anzi, per dirla con Seneca, “Anche se il timore avrà sempre più argomenti, tu scegli la speranza.”

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