GRAFFITI Aspettando la Biennale d’Arte 2023
DI ENZO RUIU
Nel panorama delle arti visive i graffiti preistorici raccontano dei primi uomini, nel caso ominidi, dalla vita nomade, trasferimenti da luoghi ad altri luoghi per la loro sopravvivenza. Scene di caccia, di vita quotidiana i graffiti trovati nelle caverne rappresentano le prime testimonianze di comunicazione scritto-grafiche. Un giornale dal vecchio stivale all’Europa, chilometri a piedi per terre promesse e colonizzare altri territori.
Se si pensa il primo giornale stampata a opera del tedesco orafo tipografo Johannes Gutemberg la prima comunicazione a distanza. Oggi la comunicazione è cambiata con formule cartacee e on line nella gestione RAI Mediaset e Web. Nel panorama artistico l’obiettivo, tra proposte e incertezze la Biennale d’arte a Napoli per favorire i linguaggi artistici ha una dovuta visibilità. Non dimentichiamo il riciamo della Sirena partenope, non solo, la Napoli vetrina del Mediterraneo. In studio la possibile organizzazione della Biennale per contenuti la seconda edizione. La prima biennale a Napoli risale al 1921 poco dopo la prima guerra mondiale realizzata a Palazzo Reale con la presenza dello storico filosofo Benedetto Croce. Oltre un secolo (cento anni) senza biennale. Napoli merita una vetrina delle arti visive in quanto specchio di antiche civiltà e realtà dell’arte contemporanea. La capitale del Sud nel Romanticismo attende con orgoglio la Biennale d’arte 2023.
* CRITICO D’ARTE