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Green pass per i ristoranti al chiuso, l’isola dice sì

A pronunciarsi positivamente sull’obbligo introdotto ieri dal Consiglio dei Ministri a partire dal prossimo 5 agosto i sindaci di Ischia e Casamicciola, il ristoratore Luca Testa ed il medico Carmine Barile

Lo stato di emergenza, in scadenza il 31 luglio, sarà prorogato al prossimo 31 dicembre. Lo ha deciso la cabina di regia a Palazzo Chigi. Ed ancora: Green pass dal 5 agosto per accedere ai tavoli al chiuso di bar e ristoranti, non sarà invece necessario per consumare al bancone. Cambiano i parametri per i passaggi di colore legati al rischio Covid: in giallo col 10% d’occupazione delle intensive e il 15% dei ricoveri. Le discoteche resteranno chiuse. Quarantena ridotta se contatto positivo. Il trasporto locale, tantomeno quello a lunga percorrenza, rientrerà nel testo del decreto Covid: delle modalità di accesso a bus, metrò, treni e aerei si parlerà in un secondo momento, in vista di settembre.

«Non abbiamo piena contezza dei numeri nel nostro Paese. Immagino, quindi, che la decisione dell’istituzione del Green Pass obbligatorio in alcune circostanze, come quella dei ristoranti al chiuso, prenda in considerazione aspetti del pericolo sanitario». A dirlo il sindaco di Ischia Enzo Ferrandino, che chiarisce: «La nostra isola è Covid free perché la maggioranza degli ischitani ha detto di sì al vaccino. Con la presenza di tanti turisti, però, non sappiamo che cosa potrebbe succedere. Per questo sono favorevole all’istituzione di misure, come quella del Green pass, che è volta alla sicurezza sanitaria di tutti». «Nel nostro piccolo – chiosa il primo cittadino di Ischia – abbiamo già previsto il Green pass per la festa di Sant’Anna: un modo per garantire la massima sicurezza a tutti coloro che parteciperanno alla nostra festa». Anche il sindaco di Casamicciola Giovan Battista Castagna è favorevole al Green Pass. «Il vaccino è l’unica strada che al momento abbiamo per poterci mettere alle spalle la pandemia. E se non avere il Green pass non consente di fare alcune cose ben venga perché in questo modo potrebbero convincersi ad aderire alla campagna vaccinale anche chi è ancora scettico». Il sindaco di Casamicciola è netto: «Non credo che per il nostro turismo ci possano essere degli effetti particolari. Sull’isola la maggioranza dei ristoranti dispone di terrazze e spazi all’aperto. Probabilmente il problema potremmo averlo in inverno, ma per allora spero che l’intera popolazione isolana si sia vaccinata». Combattuta, invece, la posizione del ristoratore Luca Testa proprietario della ‘Pizzeria del Corso’ a Casamicciola. «Ancora una volta siamo noi ristoratori a pagarne le spese», esordisce. «Personalmente dispongo di tavoli all’aperto ed il nuovo decreto non mi tange, ma mi chiedo: come faranno i ristoranti al chiuso? Ed i ristoranti degli alberghi? Dovranno prevedere personale all’ingresso necessario per la ‘selezione’ facendo accomodare ai tavoli solo chi ha il Green Pass?». «Una situazione – continua – davvero ingarbugliata. Una situazione nuova che, ancora una volta, crea una limitazione per il mondo della ristorazione». «Sin dall’inizio della pandemia – incalza – a pagarne maggiormente le spese siamo stati noi ristoratori, con i baristi ed i gestori delle discoteche». «A stagione turistica finita – chiosa Luca Testa – quando rientreremo al chiuso, ci porremo il problema sperando che per allora non ci siano nuove limitazioni e chissà se per allora anche il vaccino potrebbe diventare obbligatorio».

Parere positivo al Green Pass anche da parte del dottor Carmine Barile. «È un buon rimedio anche per chi ha più paura del virus che in questo modo può sentirsi più tranquillo ad andare al ristorante o in altri luoghi dove si può accedere solo con il pass». «Credo – continua il medico isolano – che però chi un convinto ‘no vax’ o comunque non si è vaccinato fino ad oggi non cambierà le proprie posizioni nemmeno dinanzi all’istituzione del pass obbligatorio. Piuttosto faranno un tampone ogni volta che sarà richiesto».

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I ristoranti degli alberghi sono frequentati perlopiù dagli ospiti delle camere, e loro il green pass dovrebbero già averlo esibito…
Del resto non c’è altro rimedio che possa scongiurare nuove chiusure.
Personalmente trovo che più sicurezza sia un incentivo a frequentare ristoranti e locali pubblici.
Fin’ora ho evitato di andarci, anche se all’aperto, quando troppo pieni… Figuriamoci!

Carlo

Dott. Barile, quello che lei e quelli come lei definisce vaccino è una cura genica in fase sperimentale fino a dicembre 2023. Quindi invece del green pass, che non serve a niente, il governo mettesse il vaccino obbligatorio, assumendosi le responsabilità in caso condizioni avverse, eliminando lo scudo penale. Evidentemente è poco informato, del resto non credo che abbia mai presentato pubblicazioni scientifiche. Il cosiddetto vaccino innanzitutto non farma la diffusione del virus ma in teoria, visto che è ancora in fase di sperimentazione, ma solo la malattia. Informazione che un medico dovrebbe già conoscere visto che è presente sul bugiardino del siero benedetto e resa nota dall’Oms. In ogni caso, peg quanto mi riguarda possono morire di fame i ristoranti, I bar e tutte le attività commerciali del paese, peraltro tutti i miei acquisti provvedo a farli on line. Più chiudono e più guadagno, quindi se l’Italia fallisce io guadagno più soldi, caro il mio dottore senza pubblicazioni scientifiche.

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