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Guida Michelin: “brinda” La Tuga, conferme per Dani Maison e Indaco

Ieri mattina al Teatro Municipale di Piacenza presentata la 65esima edizione, confermate in toto le anticipazioni del nostro giornale: il ristorante santangiolese porta a casa la sua stella

E’ stata presentata nella mattinata di ieri, al Teatro Municipale di Piacenza, la 65a edizione della Guida Michelin Italia. Nessuna sorpresa soprattutto dopo le anticipazioni del nostro giornale, che aveva anticipato la stella per il ristorante La Tuga, ubicato nella incantevole cornice della Costa del Capitano a Sant’Angelo, nel Comune di Serrara Fontana. Riconoscimento che di fatto è da attribuire a Crescenzo Scotti anche se di fatto all’atto della premiazione è stato citato il nome di Adriano Dentoni Litta, che fa parte del team dello stesso Scotti che per motivi di rapporti di lavoro di fatto non poteva figurare in prima persona. Per il resto conferma le due stelle Michelin Nino Di Costanzo con il suo “Danì Maison”, lo stesso dicasi per l’Indaco (ristorante del Regina Isabella) che mantiene la sua stella Michelin. Chi invece scompare dalla prestigiosa guida è il ristorante “Mosaico” di Casamicciola Terme, dell’Hotel Manzi per intenderci, con la speranza e l’auspicio che sappia riconquistarla al più presto. Scopriamo tutti i premiati nell’ambito dell’appuntamento gourmet più atteso dell’anno.

Le strutture gestite da Nino Di Costanzo e Pasquale Palamaro conservano rispettivamente due e una stella. Tra i tredici ristoranti italiani che scompaiono dalla “bibbia” della gastronomia c’è purtroppo anche il Mosaico dell’Hotel Manzi

GUIDA MICHELIN 2020: LE TRE STELLE- Nella Guida Michelin 2020, i ristoranti che propongono una cucina che “vale il viaggio”, e quindi le 3 stelle Michelin, sono: Piazza Duomo ad Alba (CN), Da Vittorio a Brusaporto (BG), St. Hubertus, a San Cassiano (BZ), Le Calandre a Rubano (PD), Dal Pescatore a Canneto Sull’Oglio (MN), Osteria Francescana a Modena, Enoteca Pinchiorri a Firenze, La Pergola a Roma, Reale a Castel di Sangro (AQ), Mauro Uliassi a Senigallia (AN) Enrico Bartolini al MUDEC a Milano, new entry. “Sono visibilmente emozionato – ha detto Bartolini appena indossata la giacca con le tre stelle Michelin – è bello per la città di Milano che mi ha accolto tre anni fa, una città esplosiva, di sicuro tra le più belle d’Italia. Oggi è un po’ come vincere l’oro alle Olimpiadi”.GUIDA MICHELIN 2020: LE DUE STELLE – sono due le novità tra i 35 ristoranti che “meritano una deviazione“, e quindi le 2 stelle Michelin. La Madernassa, a Guarene in provincia di Cuneo e GLAM di Enrico Bartolini a Venezia.

GUIDA MICHELIN 2020: UNA STELLA – sono 328 i ristoranti dalla “cucina di grande qualita‘, che merita la tappa”, dei quali 30 new entry: le regioni più ricche di novità sono la Lombardia, la Campania e la Toscana, alle quali sono state assegnate più del 50% delle nuove stelle. Il panorama stellato della Guida Michelin 2020: 1 stella 328 ristoranti (30 novità), 2 stelle 35 ristoranti (2 novità), 3 stelle 11 ristoranti (1 novità). Per un totale di 374 ristoranti stellati. 

GUIDA MICHELIN 2020: IN 13 PERDONO LA STELLA – Da oggi perdono la stella Michelin 13 ristoranti italiani secondo il giudizio degli ispettori della guida n. 65. Sono i Due Buoi ad Alessandria, San Marco a Canelli (At), Pomiroeu a Seregno (Mi), La Locanda del notaio a Pellio Intelvi, Locanda Stella D’oro a Soragna (Pr), Poggio Rosso a Castelnuovo Berardenga (Si), Winter garden by Caino a Firenze, Relais blu a Massa Lubrense, Mosaico a Casamicciola Terme, Vairo del volturno a Vairano Patenora (Ce), Caffè Les paillotes a Pescara, Zass a Positano (Sa), Terra a Sarentino (Bz). 

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RETROCESSO A UNA STELLA ANCHE LO CHEF VISSANI – Perdono una delle due stelle Michelin “Al Sorriso” (Soriso, No), “Locanda Don Serafino” (Ragusa), Locanda Margon (Ravina, TN) e “Vissani” (Baschi, TR), il ristorante dello chef Gianfranco Vissani, storico volto televisivo.

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STORIA DELLA GUIDA MICHELIN – La Guida Michelin nasce in Francia nel 1900. Si trattava di una piccola guida voluta dai fratelli Édouard e André Michelin, i fondatori della Michelin, per aiutare le poche migliaia di automobilisti francesi alle prese con un viaggio che, allora, era spesso avventuroso. Conteneva informazioni pratiche (dove fare rifornimento, dove trovare un’officina, dove cambiare gli pneumatici) e indicazioni su dove mangiare e dormire. Le ormai famose “stelle” sono legate ad una valutazione esclusivamente connessa al valore della cucina: non del comfort (indicato dal simbolo della forchetta e del cucchiaio incrociati, da uno a cinque) né dello charme del ristorante (nome del locale evidenziato in rosso). I criteri per l’assegnazione della stella sono gli stessi in tutto il mondo: qualità della materia prima, tecnica di cottura, personalità della cucina, costanza nel tempo e rapporto qualità-prezzo. 

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