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GUIDO ROSSA, UNA ESEMPLARE SCELTA DI VITA

DI ANGELO D’ABUNDO

In questi giorni ricorrono i quarant’anni dall’efferato assassinio dell’operaio dell’Italsider di Genova Guido Rossa da parte delle Brigate Rosse. Sindacalista della FIOM CGIL, iscritto al PCI e membro del Consiglio di Fabbrica dell’Italsider di Genova Comigliano, Guido fece la sua coraggiosa ed esemplare scelta di campo a favore delle nostre Istituzioni Democratiche, pagando con la vita la denuncia di alcuni attivisti delle BR che operavano nella fabbrica. Erano i terribili anni di piombo segnati dagli attentati dei brigatisti, con un bilancio di una ottantina di morti, e di altre formazioni terroristiche tra cui i PAC (Proletari Armati  per il Comunismo) di Cesare Battisti.

Quella tragica stagione fu contraddistinta anche da stragi sanguinose come a Piazza Fontana a Milano, a Peteano a Gorizia, alla Questura di Milano, a piazza della Loggia a Brescia, sul treno Italicus (nella quale perse la vita anche la dodicenne Federica Taglialatela) ed infine alla stazione di Bologna. Il tragico bilancio fu di 133 morti e centinaia di feriti. Questo fu il contesto nel quale maturò anche l’assassinio di Guido. La gravità del fenomeno terroristico non fu inizialmente valutata in tutte le sue devastanti conseguenze, anzi sopratutto negli ambienti radical chic si parlò con eccessiva indulgenza di compagni che sbagliano o si assunse una posizione di presunta neutralità con lo slogan né con lo Stato né con le BR. Guido Rossa si rese perfettamente conto che ogni forma di indulgenza o complicità nei confronti dei terroristi avrebbe gravemente indebolito il movimento operaio e compromesso anche la sorte delle Istituzioni Democratiche.

Per questo motivo, incurante dei gravi pericoli, denunciò la presenza degli attivisti BR in fabbrica e per questo motivo fu prima gambizzato e poi freddato dal brigatista Riccardo Dura. Ho un ricordo vivissimo di quegli anni per averli vissuti lavorando nell’impianto fertilizzanti dell’ANIC di Manfredonia, una grande realtà produttiva del Mezzogiorno con migliaia di occupati. Ero anch’io nel consiglio di fabbrica e membro della segreteria provinciale della FULC CGIL di Foggia. Questi temi erano quotidianamente al centro del nostro dibattito nelle assemblee dei lavoratori, ma fortunatamente non registrammo mai la presenza di brigatisti nella nostra fabbrica. Probabilmente la figura prestigiosa di Giuseppe Di Vittorio aveva lasciato una forte impronta in quel territorio e me ne rendevo conto per il continuo richiamo ai suoi valori nelle riunioni sindacali a cui partecipavo.

Partecipai con il consiglio di fabbrica a moltissime manifestazioni che mobilitarono milioni di persone in tutta Italia contro il terrorismo e le stragi. L’uccisione di Guido Rossa segnò una svolta radicale nel rapporto tra terroristi BR e movimento operaio, ponendo fine alle residue ambiguità di pochi disperati che ancora credevano nella lotta armata. Ai funerali di Guido Rossa a Genova parteciparono 250.000 persone! A quelli del suo assassino, Riccardo Dura, l’anno successivo partecipò solo la madre. Il Presidente Mattarella l’altro giorno a Genova ha commemorato la figura di Guido Rossa con queste parole: “Guido Rossa ha pagato, con la sua famiglia, il prezzo supremo di chi ha voluto tener fede ai valori della Repubblica, che a Genova e nelle sue fabbriche hanno trovato radice profonda nell’impegno nato dalla Resistenza”. E ancora: “La democrazia si impose con il contributo fondamentale del movimento dei lavoratori – sicura riserva dei valori della Repubblica – che seppe, sull’esempio di Guido Rossa, rinsaldare le proprie fila e sfidare l’eversione là dove, come nelle fabbriche, pretendeva di costruire un consenso di massa puntando sul disagio sociale, ignorando il carattere profondamente democratico del movimento dei lavoratori”.

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Non saprei rendere meglio onore ad un uomo come Guido, insignito della medaglia d’oro al valor civile dal Presidente Sandro Pertini.

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Rossa Guido

 

Medaglia d’oro al valor civile

SINDACALISTA

Data del conferimento: 26/01/1979

Motivazione:

“Sindacalista componente del consiglio di fabbrica di un importante stabilimento industriale, costante nell’impegno a difesa delle istituzioni democratiche e dei più alti ideali di libertà. Pur consapevole dei pericoli cui andava incontro, non esitava a collaborare a fini di giustizia nella lotta contro il terrorismo e cadeva sotto i colpi d’arma da fuoco in un vile e proditorio agguato tesogli da appartenenti ad organizzazioni eversive. Mirabile esempio di spirito civico e di non comune coraggio spinti fino all’estremo sacrificio. Genova, 24 gennaio 1979.”

 

 

 

 

 

 

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