CRONACA

Ha insegnato dall’ospedale col Covid, Iacono è ancora un precario

La curiosa vicissitudine del docente assurto agli onori della cronaca nazionale. E adesso c’è chi propone di premiare con l’inserimento “di ruolo” la sua dedizione al dovere

Nei giorni scorsi con un nostro servizio giornalistico, abbiamo raccontato la bella e altruistica storia di Ambrogio Iacono, il Professore dell’istituto alberghiero di Ischia il quale, nonostante avesse contratto il coronavirus e fosse stato colpito dalla polmonite e da un infarto polmonare, non ha mai abbandonato i suoi studenti continuando a fare loro lezione dal letto dell’ospedale. Una storia che ormai conosce tutta l’Italia visto che la vicenda è stata ripresa dalle maggiori testate giornalistiche radio televisive e della carta stampata del nostro paese. Ebbene, parlando con lui a microfoni spenti del più e del meno, siamo venuti a conoscenza del fatto che questo professore di cui ha tessuto le lodi persino il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, a ben vent’anni di distanza dal concorso vinto nel lontano 2000, a quasi cinquant’anni è tutt’ora un precario e da allora non è mai diventato insegnante di ruolo. Precario come d’altronde lo sono migliaia e migliaia di suoi colleghi in tutto lo Stivale.

La piaga sociale del precariato nelle scuole pubbliche e nel mondo del lavoro in genere, rappresenta una vergogna storica per l’Italia e che non dovrebbe esistere in un paese degno di definirsi civile e democratico. Intanto, visto che la storia del Professor Ambrogio Iacono ha positivamente colpito persino il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, e allora oltre ai complimenti su twitter, lo Stato italiano attraverso il Premier e il Ministro dell’Istruzione lo promuova, così come meriterebbe da vent’anni a questa parte, insegnante di ruolo. Sarebbe, questa, l’onorificenza migliore e, soprattutto, dovuta per il Professore dal cuore d’oro che nonostante la malattia, le sofferenze, il ricovero in ospedale e la lontananza forzata di circa tre mesi dalla famiglia e dal figlio Francesco, non ha mai abbandonato i suoi studenti, e con abnegazione, spirito di sacrificio e forte attaccamento alla sua professione, ha continuato a lavorare dal letto dell’ospedale, tra bombole d’ossigeno e monitor che proiettano i valori vitali dei degenti. Come se nulla fosse…

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