CRONACAPRIMO PIANO

Hanno falsificato le carte distrutte

Emergono nuovi inquietanti sviluppi sul caso raccontato in esclusiva dal nostro giornale e che ha portato all’apertura di un’indagine. Adesso si apprende che i documenti su condoni legati a pratiche di ricostruzione sono stati addirittura sostituiti con altri falsificati come avrebbero accertato una serie di riscontri. E adesso…

La notizia lanciata in esclusiva domenica scorsa nell’edizione del nostro giornale non poteva passare inosservata e non avere un effetto deflagrante. Al punto tale che, nonostante il clima prettamente natalizio, per l’intera settimana nella cittadina termale non si è parlato d’altro. Che fosse il palazzo municipale, piuttosto che Piazza Marina o altri luoghi di ritrovo come i bar, l’argomento legato agli atti sottratti dal Comune da un funzionario per essere distrutti ha tenuto banco ininterrottamente. Tutti a porsi una serie di domande ma forse la meno gettonata è proprio la più interessante, quella che inevitabilmente si porrà non appena la Procura della Repubblica si metterà in moto (atteso che non lo abbia già fatto) su una vicenda che difficilmente potrà chiudersi con un colpo di spugna. E allora il quesito che rappresenta il “cuore” di questa storia è il seguente: il professionista ha agito spontaneamente o dietro c’è un mandante? In tutta onestà, ci sentiamo di escludere a priori la prima ipotesi, anche perché secondo le indiscrezioni che filtrano dal Comune di via Salvatore Girardi non ci sarebbe correlazione alcuna tra le pratiche sottratte e la figura del tecnico. Che, dunque, non avrebbe avuto alcun vantaggio a liberarsi di questi atti. Ma allora chi gli ha chiesto la “cortesia” e perché?

E’ chiaro che una svolta alle indagini potrebbe darla proprio colui che è stato pizzicato dagli agenti del commissariato di polizia di Ischia, diretti dal vicequestore Ciro Re, con questi documenti tra le mani. Ma per adesso pare che ciò non sia accaduto. Anzi, sembra che l’uomo negli uffici di via delle Terme abbia reso delle dichiarazioni spontanee agli investigatori di cui non conosciamo i dettagli ma che pare abbiano spinto sull’assoluta estraneità vantata su ogni addebito mosso nei suoi confronti. Non è dato sapere nemmeno se lo stesso sia stato denunciato in stato di libertà all’autorità giudiziaria, ma considerata la dinamica e lo svolgimento degli eventi la cosa appare abbastanza scontata. Intanto, però, emerge un altro inquietante dettaglio su questa vicenda davvero a tinte fosche ed è sempre legata ai documenti portati via dal municipio di Casamicciola. I poliziotti ovviamente hanno cercato una serie di riscontri e sarebbero arrivati ad una conclusione oggettiva e inequivocabile: come ci ha raccontato sempre un inquilino del Comune termale, infatti, i documenti portati via erano destinati a sparire non perché non dovessero lasciare traccia ma per un altro motivo: di fatto, erano stati sostituiti con altri analoghi ma palesemente falsi, contenenti cioè informazioni e “coordinate” diverse rispetto a quelli originali. E per giunta anche con timbri ritenuti non originali. Insomma, un pastrocchio che si aggiunge al pastrocchio e che regala (si fa per dire…) un’ulteriore nota di “giallo” ad una vicenda già di suo abbastanza misteriosa. E’ verosimile, dicevamo poc’anzi, che il pm presto sentirà il tecnico in servizio a Casamicciola (a meno che non deleghi le forze dell’ordine presenti sul territorio, ma cambierebbe poco) e capiremo allora quale sarà il suo atteggiamento una volta messo alle strette.

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