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I balneari in piazza a Roma, il monito di Del Deo: «Occhio ai capitali malavitosi»

Ieri mattina nella capitale la manifestazione in Piazza Santi Apostoli organizzata dal SIB ed alla quale ha partecipato anche una folta delegazione isolana: su tutti i sindaci di Forio e Lacco Ameno, Francesco Del Deo e Giacomo Pascale

Gli imprenditori balneari italiani sono sul piede di guerra e ieri mattina a Roma – come già annunciato nei giorni scorsi sul nostro giornale – in centinaia, provenienti da tutta Italia, si sono radunati in piazza Santi Apostoli per dar vita alla “Manifestazione nazionale dei balneari contro la legge vergogna. Nella manifestazione, organizzata da Sib (Sindacato italiano balneari aderente a Fipe Confcommercio) e dalla Fiba (l’associazione dei balneari di Confesercenti) era presente una folta delegazione isolana, tra cui alcuni operatori del settore – in primis il responsabile locale Giuseppe La Franca – e anche i sindaci di Lacco Ameno e Forio, Giacomo Pascale e Francesco Del Deo. L’occasione è stata propizia anche per manifestare vicinanza al popolo ucraino. Non a caso la prima a salire sul palco è infatti Alessia Romani, rappresentante dell’ambasciata ucraina. “Viva l’Italia e viva l’Ucraina, grazie per tutto quello che l’Italia sta facendo per noi. Sono orgogliosa come non sono stata mai di essere ucraina ma sono orgogliosa anche di voi italiani. Tanti sindaci e tanti di voi mi hanno telefonato e scritto per mandare aiuti. Sono convinta che ce la faremo e la pace vincerà”. “Non siamo disposti a mettere a gara e a perdere le nostre aziende per pagare il debito dell’Italia”, “sappiamo lavorare e gestire imprese ma sappiamo anche essere dei leoni per difendere il lavoro nostro, delle nostre famiglie e dei nostri dipendenti”, dice il vicepresidente del Sindacato italiano balneari- Confcommercio, Enrico Schiappapietra.

La protesta, come è noto, aveva lo scopo di esprimere dissenso e contrarietà rispetto all’emendamento del Governo al DDL Concorrenza sulla riforma delle concessioni demaniali per adeguarsi alla Direttiva Bolkestein e a una conseguente sentenza del Consiglio di Stato che ha decretato la messa a gara pubblica delle concessioni dopo il 31 dicembre 2023.  Quando è salito sul palco con tanto di fascia tricolore, il sindaco di Forio Francesco Del Deo è stato categorico: “Avrei preferito che i parlamentari avessero parlato dopo dei sindaci e dei rappresentanti del mondo associazionistico. Voi stamane siete qui, avete perso una giornata e sostenuto delle spese per recarvi a Roma, per difendere i vostri sacrosanti e legittimi. Abbiamo ascoltato diversi parlamentari, espressione di altrettanto diverse anime: a questo punto se sono o meno dalla nostra parte lo dicano in maniera chiara, con un sì o con un no. Se come mi pare di capire sono dalla nostra parte, allora ce ne diano la prova tangibile, altrimenti abbiano il coraggio di andarsene a casa. Non voglio ripetere quello che hanno detto altri miei colleghi, ma questo è un problema che non può ricadere sulle sole spalle dei cittadini”. Francesco Del Deo ha poi continuato ad arringare la folla: “Sono più di dieci anni che questa situazione va avanti, se davvero vogliamo trovare una soluzione è arrivata l’ora che i nostri governanti si siedano a un tavolo con sindaci e associazioni dei balneari. Che ci chiamassero subito, noi siamo pronti perché sappiamo benissimo cosa significa dover vivere in questo clima di incertezza in un periodo già caratterizzato da una profonda crisi. Non ci sono prenotazioni verso l’Italia e già questo è un brutto segnale”. Poi Del Deo lancia un monito: “E’ a rischio la nostra economia, ma attenzione a un altro spettro che si aggira e mi riferisco ai potenziali capitali malavitosi che spesso si nascondono dietro a fondi o soggetti con giacca e cravatta. Chi è in piazza questa mattina, invece, fa parte della gente sana, che lavora da decenni su quelle spiagge ed ha bisogno di ottenere certezze. Se qualcosa va rivisto, lo si faccia subito: viva i balneari, che sono la prima risorsa del nostro turismo, prima ancora di quello culturale”.

Del Deo: «E’ a rischio la nostra economia, ma attenzione a un altro spettro che si aggira e mi riferisco ai potenziali capitali malavitosi che spesso si nascondono dietro a fondi o soggetti con giacca e cravatta. Chi è in piazza questa mattina, invece, fa parte della gente sana che lavora da decenni ed ha bisogno di certezze»

Altrettanto chiaro nel corso del suo intervento è stato il primo cittadino lacchese, Giacomo Pascale: “Il popolo dei balneari non è composto da delinquenti, non possiamo essere cacciati così dalle nostre aziende. Oggi arriva il Consiglio di Stato arriva e mi dice che la mia proroga concessa da sindaco fino al 2033 non è più valida e bisogna andare a gara. Allora io mi pongo una domanda: ma in questo paese, chi cazzo comanda, i tribunali o la politica? Dobbiamo farci sentire tutti insieme, voglio ringraziare i deputati e i senatori che si sono presentati qui ed hanno assunto una serie di impegni. Anche perché adesso è davvero giunta l’ora di passare dalle parole ai fatti. Mi sia consentita un’altra riflessione: tanti rappresentanti della politica non possono non sapere che andare all’asta significa mandare a casa tante famiglie che magari da 43 anni operano con professionalità e laboriosità”.

Pascale: «Oggi arriva il Consiglio di Stato arriva e mi dice che la mia proroga concessa da sindaco fino al 2033 non è più valida e bisogna andare a gara. Allora io mi pongo una domanda: ma in questo paese, chi cazzo comanda, i tribunali o la politica? Dobbiamo farci sentire tutti insieme»

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Le ragioni della protesta dei balneari sono state sintetizzate in un volantino. Innanzitutto, la riforma deve “assicurare la corretta applicazione della direttiva servizi che impone un preliminare accertamento della scarsità di risorse e/o interesse transfrontaliero, tuteli la proprietà aziendale e gli altri diritti fondamentali dei concessionari”. Inoltre, deve assicurare “il legittimo affidamento dei concessionari che hanno avuto l’unico torto di credere nelle leggi dello Stato“, “la validità delle proroghe già rilasciate in applicazione della legge Madia”, e ancora “una disciplina transitoria” che preveda tra l’altro “un diritto di prelazione per il concessionario“. Infine ma non meno importante la riforma deve assicurare “il valore aziendale da chi riconoscere a chi eventualmente dovesse perdere l’azienda”.

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Umberto Di Maio

Nel 2016 mi è stata tolta la spiaggia ed il lavoro. A casa sono finite 6 famiglie. Ci siamo dovuti reinventare. Ecco, siamo ancora vivi e conduciamo tutti una vita dignitosa. Non è la fine del mondo. Ho poi compreso la bontà della cosa: un bene pubblico, non è uno strumento privato che va di padre in figlio. Si tratterebbe di proprietà privata, cosa che fino ad oggi , erroneamente, è stata. Dott. Umberto Di Maio

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