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Basta Vivara “blindata”, i privati cedano l’isolotto

Il Cai propone l’acquisizione dell’isolotto al patrimonio pubblico, coinvolgendo nell’iniziativa della raccolta fondi le altre associazioni ambientaliste, a partire dalla Lipu

Acquisire l’isolotto di Vivara al patrimonio pubblico. È questa la proposta che si sta facendo largo da mesi per cercare di risolvere in maniera – se possibile decisiva – la questione della gestione della riserva naturale statale istituita sull’isola. Il CAI, il Club Alpino Italiano, sta sostenendo con forza l’ipotesi di valutare la possibilità di acquisto dell’isolotto di Vivara dai privati che ne detengono la proprietà. Tale procedura fu adottata dal WWF Italia per l’acquisto di Monte Arcosu per la protezione del cervo sardo. In tempi più recenti, l’8 gennaio 2014, è stato acquisito da parte dello Stato il Real Sito di Carditello, tramite l’allora Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Massimo Bray, che si fece interprete attento dell’azione di tutela e recupero al degrado, svolta disinteressatamente dal compianto Tommaso Cestrone, noto come l’angelo di Carditello.

Nel caso in questione, è rilevante la presenza dell’importante stazione ornitologica per la nidificazione e il passaggio dell’avifauna migratoria, tanto da far proporre dal Comitato di gestione un Osservatorio Ornitologico, per un Museo diffuso dell’avifauna con Ventotene e con le zone umide dei canali delle Soglitelle, sequestrati dalla LIPU alle attività illecite di bracconaggio, nell’Ente Riserve Volturno Licola Falciano.

In più su Vivara va segnalata l’importante presenza di scavi archeologici per gli antichi insediamenti micenei, che sarebbero dovuti rientrare nelle visite aperte nell’ambito della mostra in corso “I Greci prima dei Greci” per Procida22, purtroppo impedite per la negata fruizione pubblica dell’isolotto per continui problemi irrisolti di gestione. 

Tra questi problemi il più rilevante è appunto costituito dal peso della figura di una proprietà privata all’interno dell’istituzione della Riserva Naturale dello Stato Isola di Vivara.

Il Cai ritiene che soltanto un intervento risolutore come l’acquisto (fra l’altro i privati titolari non si sono dichiarati contrari sulla proposta di esproprio) da parte della LIPU con il favore esplicito degli enti di ricerca italiani, possa liberare l’isola dalle pastoie amministrative in cui versa da venti anni

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Il Cai auspica che si possa arrivare a una ragionevole soluzione dei problemi in conflitto con i fini istituzionali di nascita della Riserva.

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Pertanto la proposta d’acquisto pare la più idonea e conciliante con gli interessi della proprietà, rispetto alla già avanzata richiesta di esproprio da parte di alcuni enti, tra cui il Comitato di gestione, che non ha sortito alcun esito, dando solo una giustificazione allo stato attuale di immobilismo.

La segnalazione viene rivolta in primis alla LIPU, avendo la paternità storica dell’area, con la speranza che si faccia interprete di una campagna di acquisizione con tutti le associazioni ambientaliste, le istituzioni culturali e scientifiche e gli enti pubblici e privati, che hanno a cuore la salvaguardia di un gioiello della nostra terra campana e penisola, e per la restituzione di un patrimonio di valore unico all’intera collettività.

Secondo il CAI, è necessario sapere se la LIPU è interessata a tale ipotesi, coinvolgendo nella raccolta fondi le altre associazioni ambientaliste, come lo stesso CAI, insieme a Legambiente, WWF e altri. Solo una tale disponibilità potrebbe attivare un circuito virtuoso di iniziative quali: la valutazione del costo, tramite Agenzia delle Entrate, già presa in considerazione, per stabilire il valore di mercato (delibera n.°8/’21 del Comitato di Gestione, con i fondi già disponibili per le relative pratiche); acquisito il valore di mercato, iniziare a intavolare una trattativa con i proprietari; interessamento degli Istituti di Ricerca Italiani, ovvero: Area Marina Protetta Regno di Nettuno, Comando Tutela Forestale, Carabinieri, Dipartimento di Agraria, Università degli Studi Federico II di Napoli, Ornitologici vari( ISPRA – Area avifauna migratrice /ALI Flegree, ecc.), Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli, Università degli Studi di Napoli Federico II – Dipartimento di Biologia, Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli – CEM. Il tutto per costituire un Coordinamento di personalità interessate alla realizzazione degli scopi fissati dagli atti istitutivi sia del Ministero Transizione Ecologica che della Regione Campania per i Siti di importanza comunitaria (Sic) a terra e a mare.

Bisognerebbe poi dare attuazione di quanto già deliberato dai piani di Gestione del Comitato, a partire dall’Osservatorio Ornitologico, in analogia e cooperazione con altre Stazioni, come per esempio già concretizzato a Ventotene dalla Regione Lazio e nell’Ente Riserve Volturno Licola Falciano – zone umide Soglitelle a Villa Literno (CE) – dalla Regione Campania, per un Museo Diffuso della Migrazione.

Il Cai ritiene che soltanto un intervento risolutore, quale l’acquisto (fra l’altro i privati titolari non si sono dichiarati contrari sulla proposta di esproprio, ma si sono astenuti) da parte della LIPU, nei tempi e nei modi dovuti, con il favore esplicito degli enti di ricerca italiani, possa liberare l’isola dalle pastoie amministrative in cui versa da venti anni. Se questa prospettiva non dovesse essere condivisibile dalla Lipu, si potrebbe valutare allora la possibilità di chiedere al Ministero Competente l’istituzione di una Riserva Integrale, come avviene per Montecristo, con l’affidamento diretto ai Carabinieri Forestale.

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Aniello Di Iorio

Mi chiedo quale è lo scopo del CAI, dall’articolo non si capisce bene! Faccio presente che “CAI” significa “Club Alpino Italiano” quindi è un’associazione privata anche se sostenuta dallo stato italiano!
Si vuole forse far diventare l’isolotto di Vivara come Ischia ove su ogni sentiero, più o meno percorribile, si trovano segni di pittura bianco rosso! Messi là in modo insensato e che sembrano grafiti e disturbano l’occhio di chi vuole andare in montagna a godersi la natura. Inoltre non dicono niente né per quando riguarda la direzione, il tempo di percorrenza e neanche ove portano! Le poche targhette indicative danno informazioni sbagliate e in buona parte non decifrabili da persone che cercano di seguire i grafiti rosso bianco!
Non so se si rendono conto che la montagna non è la città ove si possono apporre grafiti (pittura bianco rosso!) su ogni albero o roccia sporgente! Se deve diventare così anche Vivara spero tanto che non vi sarà mai un accordo!
Ischia e Vivara non sono zone alpine e quindi sarebbe forse meglio: rilegare il CAI nella loro zona di compensa, le Alpi! Sono gli isolani che si devono impegnare a ripristinare e curare i sentieri e non certo un nascondersi dietro un “Club Alpino” che non ha attinenza con le nostre realtà isolane (parlo di Ischia e Vivara)!

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