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I bigliettai Caremar e la protesta infinita

Di Marco Gaudini

ISCHIA – Non è stato certamente un buon capodanno, quello trascorso dai lavoratori della biglietteria della Caremar di Napoli, licenziati il 31 dicembre. Un inizio dell’anno nuovo, per loro, all’insegna della protesta, che ieri, nel terminal di Porta di Massa, all’imbarco dei traghetti nel Porto di Napoli, ha visto mettere in atto la scena di una vera e propria veglia funebre con tanto di bara. Una veglia ed una bara, simbolo inequivocabili di una morte, quella del lavoro per gli addetti alla biglietteria. La causa di tutto ciò è il mancato accordo tra la compagnia di navigazione e la società concessionaria del servizio, la Travel and Holidays, che da ventiquattro anni gestiva ininterrottamente le operazioni di emissione dei titoli di viaggio per i passeggeri. Un esito drammatico che getta nella disperazione tante famiglie, molte delle quali chiamate quotidianamente a fronteggiare situazioni difficili: c’è chi ha figli adulti colpiti da gravi disabilità, chi invece ha appena messo su famiglia. Molti di essi, in servizio da oltre trentacinque anni, hanno trascorso l’intera vita lavorativa sempre al servizio della Caremar, alcuni perfino da quando essa si chiamava SPAN (cioè fino al 1975, anno in cui mutò denominazione), attraversando le varie gestioni succedutesi. Della vicenda, ne abbiamo scritto più volte negli ultimi giorni, ma questo, che i lavoratori vivono come un dramma, è  in realtà  deflagrato già la scorsa estate, quando la storica Compagnia di navigazione, in quel momento di proprietà della Regione Campania, venne definitivamente assorbita dal gruppo Snav-Rifim. Nonostante le ampie rassicurazioni iniziali espresse verso i dipendenti delle biglietterie circa la continuità del rapporto di lavoro, alle varie società concessionarie del servizio di bigliettazione la dirigenza appena insediata decise di proporre nuove condizioni, che prevedono il dimezzamento della percentuale di provvigione finora percepita dalle concessionarie. Tale decurtazione venne accettata dalle ditte che gestiscono le biglietterie di Procida, Pozzuoli, Capri e Sorrento, tutte strutture a conduzione praticamente familiare, composte da una o al massimo due unità lavorative. Ben diverse le biglietterie di Napoli e Ischia che, visto il grande traffico d’utenza, contemplano organici più estesi: otto persone a Porta di Massa, altre sei al porto d’Ischia (che saranno licenziate salvo altre diverse auspicabili risoluzioni il prossimo 28 febbraio). La Travel and Holidays, non avendo ricevuto formalmente proposta di rinegoziazione delle precedenti condizioni da parte della Caremar, si trova così a chiudere dopo un quarto di secolo l’attività di bigliettazione per la Compagnia: ecco che i quattordici dipendenti precipitano nel dramma. Da più parte, anche se si tratta ancora solo di voci, sui motivi di questo mancato accordo, si crede che la Caremar abbia deciso di passare ad una nuova gestione, licenziando i lavoratori delle biglietterie, perché in caso contrario, la Travel and Holidays, avrebbe avuto un’arma in più in un’eventuale azione legale contro la nuova società di navigazione marittima. Ma queste al momento, come dicevamo, sono solo voci, quello che conta è la situazione attuale, con i lavoratori costretti a mettere in atto una scena macabra, con il posizionamento di una bara, anche per alzare il livello d’attenzione su quanto sta accadendo. Infatti, anche se quelli che sono trascorsi sono stati giorni di festa, tra i lavoratori in protesta si percepisce la delusione per il totale disinteressamento da parte dei Sindaci dei Comuni delle isole e dell’ex “proprietaria” della Caremar, la Regione Campania. Infatti alle note che i lavoratori hanno inviato a tutte le istituzioni, rappresentando la loro situazione, ha risposto solo il Comune di Carpi, attraverso il suo primo cittadino, esprimendo vicinanza. Poi vi sono state altre manifestazioni di solidarietà e vicinanza da parte di alcuni Consiglieri Regionali, sia di maggioranza che di opposizione, ma il tutto è rimasto lettera morta. Per il momento si attende il prossimo 4 gennaio quando durante la III Commissione Regionale, si discuterà anche di questa vicenda. Intanto i lavoratori non si fermeranno e la protesta continuerà ad oltranza. Alcuni di loro saranno presenti anche sotto la Regione, il giorno della convocazione della Commissione permanente, con la speranza di potervi partecipare ed intervenire, ma soprattutto che finalmente dalle istituzioni venga una risposta netta.

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