CRONACA

I comuni e quegli autovelox spenti

Molti comuni sono stati costretti a spegnere gli autovelox per il grosso contenzioso, creato, soprattutto, su iniziativa di alcuni avvocati, e le sentenze che hanno visto soccombenti gli enti nei confronti dei trasgressori. Il motivo? dispositivi non omologati. Ma è degli ultimi giorni una sentenza della Corte di Cassazione che ribadisce che la sola approvazione di un apparecchio da parte del Ministero non rende affatto validi i verbali e la decurtazione dei punti patente.

Con l’ordinanza 26521/25 depositata il 1° ottobre la Corte di Cassazione ha ribadito che “per essere considerato a norma, e quindi per poter legittimamente sanzionare gli eccessi di velocità, un dispositivo di rilevamento elettronico deve aver completato il processo di omologazione”. Per la Cassazione, quindi, “la semplice approvazione non può essere considerata equipollente all’omologazione”. In attesa di un eventuale intervento attraverso una legge, l’ordinanza della Cassazione è da considerarsi indirizzo per tutti i Tribunali d’Italia. L’accertamento fatto con autovelox non omologato è da ritenersi illegittimo, e di conseguenza la sanzione nulla.

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