«I concorsi dell’EVI non solo validi»
Clamorosa nota indirizzata all’azienda dal liquidatore del Cisi, avvocato Rossella Buono che sulle procedure bandite non nutre dubbi, le norme non consentono una sola prova se la stessa è orale e non scritta. E sintetizza così: “Tale impianto procedurale va approfondito, in particolare alla luce dei principi di trasparenza, pubblicità e imparzialità”

Una bocciatura chiara, netta, perentoria, che non ammette replica. E che conferma come i bandi di concorso dell’EVI siano quantomeno discutibili o meglio possano essere definiti a tutti gli effetti e senza mezzi termini “pezzotti”. E a scriverlo senza mezzi termini non è una figura professionale qualsiasi, ma il liquidatore unico del CISI Luciarosa Buono, per tutti Rossella. Proprio la Buono ha indirizzato una nota al presidente pro tempore dell’assemblea del consorzio ed alla Evi spa avente ad oggetto “Bandi di concorso Evi, verifica di legittimità ai sensi della delibera assembleare n. 7/2025”.
Ecco che cosa scrive testualmente il liquidatore unico del Cisi: “In esecuzione dell’invito formulato dall’Assemblea del CISI con Delibera n. 7/2025, volto a disporre una formale verifica della legittimità delle procedure concorsuali indette da EVI S.p.A., il sottoscritto Liquidatore Unico ha proceduto ad un’attenta lettura dei bandi di concorso pubblicati e alla valutazione dell’iter selettivo in essi delineato, incentrato sull’unica prova orale quale modalità di selezione dei candidati. Tale impianto procedurale appare meritevole di approfondimento, in particolare alla luce dei principi di trasparenza, pubblicità e imparzialità sanciti dal D.Lgs. n. 175/2016 e della consolidata giurisprudenza in materia di selezione nelle società a controllo pubblico. Si prende atto del parere legale predisposto dalla società Alese, incaricata da EVI S.p.A., dal quale emergono – pur nel generale riconoscimento del rispetto formale dei principi normativi – alcune criticità. Alla luce di quanto sopra, e in coerenza con il mandato ricevuto, questo Ente si riserva espressamente di procedere alla nomina di un consulente legale esterno e indipendente, di comprovata competenza in materia, al fine di acquisire un parere motivato e definitivo sull’effettiva conformità dei bandi ai requisiti normativi e giurisprudenziali. La presente nota sarà trasmessa al Presidente dell’Assemblea ing. Ferrandino e alla EVI S.p.A. per opportuna conoscenza e per ogni eventuale determinazione di competenza. Ogni ulteriore iniziativa sarà assunta nel rispetto delle attribuzioni Istituzionali e delle disposizioni vigenti”.
Il testo della nota dell’avvocato parla chiaro ed evidenzia una palese anomalia. Per i concorsi, è vero, recentemente è stata varata una norma transitoria secondo cui dopo quella preselettiva (laddove si renda necessaria) si può anche sostenere una sola prova piuttosto che due. Ma viene anche specificato, e non ci vuole molto a comprenderne la ratio, che quella prova deve essere tassativamente scritta e non orale. Anche perché rimane traccia dell’elaborato prodotto dal candidato. Non ce ne voglia nessuno, ma il fatto che all’EVI si sia deciso di puntare su quello orale – anche al netto delle normative vigenti – è chiaro che si presta a molteplici e malevoli interpretazioni. Insomma, al termine di un esame orale c’è il criterio della discrezionalità nell’attribuire questo o quel punteggio ai candidati ed allora viene facile pensare che volendo si possa favorire chiunque. A pensar male, diceva il buon Giulio Andreotti, si fa peccato ma spesso si indovina. E che dalle parti di via Leonardo Mazzella abbiano pensato a provare a percorrere (perché oggettivamente non ci riusciranno) a percorrere questa strada nonostante ci sia un’indagine in atto da parte della Guardia di Finanza – che sicuramente avrà acceso i suoi riflettori anche su questi concorsi – la dice lunga su un atteggiamento troppo azzardato e che può essere tranquillamente definito border line.
Insomma, a questo punto la convinzione sempre più diffusa è che questi bandi non siano validi e che vadano necessariamente modificati. Anche se questo, dal punto di vista procedurale, rende tutto più complesso soprattutto dopo che l’EVI si è trovata a fare i conti con l’assenza dei dipendenti somministrati cui non è stato possibile rinnovare il contratto dopo il 30 marzo ma che a breve (almeno una quota parte) potrebbe tornare in servizio e rimpolpare l’organico dell’azienda. Lo scorso febbraio l’EVI aveva pubblicato sul suo sito istituzionale ben 6 avvisi pubblici per l’assunzione di 18 figure, tra part time e full time. In particolare le figure ricercate erano così suddivise: 6 operai, 6 addetti alla clientela, 1 tecnico esperto di direzione lavori, 1 responsabile della progettazione e direzione dei lavori, 2 assistenti tecnici impianti e 2 addetti assistenza lavori. Sul portate nella sezione “bandi di gara” era possibile visualizzare i singoli avvisi pubblici con indicati tutti i requisiti per poter partecipare. Il termine ultimo indicato era quello del 28 febbraio scorso ma poi come detto la pratica e l’iter si sono completamente arenati. E adesso, oggettivamente, paiono destinati a sgonfiarsi.