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Ischia supererà anche questo.

DI SALVATORE RONGA

 Ogni qualvolta si pronuncia il nome di “Ischia” in televisione al sobbalzo del cuore che un tempo rendeva orgogliosi si sostituisce il fremito d’imbarazzo: che cosa diranno ancora sul nostro conto? Il nome sembra aver esaurito tutto il potere evocativo che nell’immaginario collettivo richiamava atmosfere vacanziere e bellezze naturali, per diventare un luogo comune di segno ben diverso, ossia l’isola dell’abusivismo.

Sabato scorso, durante la trasmissione “Le parole della settimana” il giornalista Gramellini ha intervistato Erri De Luca su temi di attualità, il TAV e l’immigrazione, tutte questioni che hanno visto lo scrittore coinvolto. A un certo punto il giornalista, insidioso e oracolante, riporta il caso “Ischia”. Lo fa, conoscendo il rapporto che Erri De Luca ha con la nostra isola. Eccolo di nuovo, il fremito d’imbarazzo. Lo scrittore risponde lapidario: “Ischia supererà anche questa temporanea diffamazione.” Vuoi per i tempi televisivi, vuoi per l’assunto pronunciato con un sorriso e senza alcuna incertezza, il giornalista passa ad altro. Sospiro di sollievo? Di più. Gratitudine. Gratitudine per uno scrittore che conosce il suo mestiere: l’uso delle parole. Gratitudine per uno scrittore che ha ricevuto molti anni fa la Cittadinanza onoraria ed è un nostro concittadino a tutti gli effetti. Il romanzo “Tu, mio” è dedicato interamente a Ischia, così come molte altre pagine di suoi scritti. E quando gli è stato possibile, Erri De Luca non si è mai risparmiato. Ricordo la gentilezza e la prontezza con cui rispose alla richiesta (stravagante) di scrivere un tema per le barche di Sant’Anna nell’edizione della Festa del 2014, di cui curai la direzione artistica. L’anno successivo partecipò al Festival di Filosofia curato da Raffaele Mirelli con una suggestiva lezione. Do conto di questi suoi soggiorni sull’isola, solo a testimonianza del fatto che Erri De Luca, Ischia, l’ama davvero, trascurando la questione se in questo amore egli sia ricambiato o meno allo stesso modo.

“Ischia supererà anche questa temporanea diffamazione”. Io non so se meritiamo di essere appellati come “l’isola degli abusivi”, ma l’abusivismo è una piaga che non possiamo ignorare, lo abbiamo già fatto per troppo tempo e ora ne paghiamo le conseguenze: una specie di nemesi che ha il sapore della beffa. La semplificazione giornalistica sembra vietare ogni possibilità di approfondimento. C’è una narrazione già pronta, già codificata. Eppure dei tanti amici di Ischia, dei tanti ambasciatori e cittadini onorari, dei tanti giornalisti e politici ospitati in convegni, manifestazioni, festival e sagre, non una voce che finora si sia levata per dire con forza: non è così, Ischia non può essere ridotta a un luogo comune, è una realtà più complessa e articolata, forse contradditoria. Solo Erri De Luca, con poche semplici parole.

 

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