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I lavori alla palestra della Scotti e il paradosso di Fukoka

di Corrado Roveda

ISCHIA. Qualche giorno fa su Facebook girava l’immagine di una voragine che si era aperta in una strada a cinque corsie nella città di  Fukoka, nel sud del Giappone. Larga trenta metri, profonda quindici, ha comportato tutta una serie di problemi tra i quali quello, tutt’altro secondario, di minacciare la solidità strutturale degli edifici.

Nel giro di 48 ore il sindaco di Fukoka ha fatto eseguire i lavori consolidamento della strada ed ha chiesto scusa ai cittadini per l’attesa. A ritardare l’apertura, ha spiegato, sono stati i controlli eseguiti dai funzionari locali, che hanno dovuto testare la sicurezza dell’area. Nei lavori eseguiti in tempi record erano comprese anche la riparazione di un grosso tubo fognario e la sostituzione di semafori e pali della luce inghiottiti dal crollo.

Perché questa premessa, vi starete chiedendo. Perché ieri il vicesindaco di Ischia ha pubblicato, anche lui su Facebook, il seguente post: «Continua a passi spediti la messa in sicurezza della palestra della scuola media G. Scotti. Come da progetto ecco alcune delle componenti realizzate dall’officina incaricata dalla ditta che sta portando avanti i lavori urgenti e necessari alla struttura. Le capriate, le sezioni portanti del tetto, sono state quasi tutte realizzate, come anche altre componenti che saranno, di qui a breve, trasferite al cantiere di Ischia».

A noi secca rigirare il coltello nella piaga, anche perché passiamo sempre per i cattivi della situazione. Però un paio di riflessioni sono inevitabili e, di conseguenza, anche un paio di domande che giriamo – indirettamente – agli interessati.

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La prima, più evidente: possibile mai che nessuno dell’amministrazione ricordi l’excursus dei lavori di ristrutturazione della palestra della Scotti? Andando un po’ a scavare negli archivi del quotidiano, siamo risaliti ad una data: 2 agosto 2011.

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In quel giorno, l’amministrazione di Ischia emanò il bando di gara per i lavori i quali, dopo cinque anni, secondo il vicesindaco procedono «a passi spediti». Per carità: sappiamo di non essere in Giappone e nemmeno abbiamo la pretesa che si raggiunga un tale livello di efficienza.

Però dopo 1825 giorni dalla data di pubblicazione del bando, se proprio si vuole strumentalizzare la questione – in fondo siamo a sei mesi dalle elezioni ed ognuno vende quel che puo’ – sarebbe almeno auspicabile evitare la retorica dell’incedere inesorabile dell’amministrazione e spostare l’attenzione sull’imminente lieto fine di una vicenda travagliata le cui ripercussioni sono ricadute su almeno tre generazioni di studenti, alcuni dei quali – mentre i lavori alla palestra procedevano a passo spedito – sono arrivati all’università.  

Oltretutto, lo scorso settembre ci fu una sorta di sommossa popolare dei genitori della Scotti per lo stato di decadenza della palestra. Ricordate le immagini di Gennaro Savio con la pioggia che cadeva dal soffitto ed il campo allagato? Ricordate le polemiche per le scuse accampate dall’amministrazione per giustificare i ritardi?

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