CRONACA

Per 6 italiani su 10 i trent’anni sono l’età giusta per mettersi in discussione

Più precari e con meno certezze rispetto alle generazioni precedenti, i trentenni di oggi non si demoralizzano e pensano che la loro età sia il momento ideale per mettersi in discussione e costruirsi un futuro migliore.

Sono determinati e motivati, hanno maggiore voglia di mettersi in discussione, si sentono più giovani rispetto all’età anagrafica. Per oltre 6 italiani su 10 (62%) i trent’anni rappresentano il momento migliore della vita per innovarsi, perché tutto è ancora in discussione. Nonostante i tempi di oggi diano meno certezze rispetto al passato, i trentenni di oggi non si sentono rassegnati ma si dicono fiduciosi per il futuro (62%) e motivati (57%) nel cercare di migliorare la loro condizione. Più spensierati (51%) e meno realizzati (48%) rispetto alla generazione precedente, i cosiddetti millenials di oggi puntano sulla loro capacità di mantenere uno spirito giovane (52%) e di sapersi innovare (64%) per vincere le sfide quotidiane.

È quanto emerge da un’indagine di Buitoni condotta in occasione dei 30 anni di Bella Napoli La Classica con metodologia SWOA (Web Opinion Analysis) su un campione di donne e uomini definito trasversalmente nella fascia d’età dai 25-40 anni. Attraverso un monitoraggio dei principali social network, blog, forum e community dedicate, si è indagato, mediante un’analisi di opinioni, pareri ed esperienze, cosa significa oggi avere 30 anni, l’approccio alla vita dei 30enni, i loro interessi e il loro modo di rapportarsi con il resto del mondo. 

“Sono stupendi i trent’anni perché sono liberi, ribelli, fuorilegge, perché è finita l’angoscia dell’attesa, non è incominciata la malinconia del declino, perché siamo lucidi, finalmente, a trent’anni” affermava Oriana Fallaci. Ma cosa rappresentano i trent’anni oggi? Per la maggior parte (62%) sono un’età in cui tutto è ancora in discussione, il momento giusto per prendere decisioni importanti (59%) e ricominciare (55%). Per altri rappresenta il periodo della vita in cui consolidare ciò che si è fatto (49%) e un momento di passaggio tra giovinezza ed età adulta (47%). Ma come ci si sente dopo aver compiuto i trent’anni? Principalmente fiduciosi (62%) e motivati (57%), mentre alcuni, guardando al passato, si sentono rassegnati (45%) e nostalgici (51%). Altri ancora sono preoccupati (55%) a causa dei tempi odierni, mentre una buona percentuale (47%), facendo un primo bilancio della propria vita, si sente soddisfatta.

Che i trent’anni siano l’età giusta per afffermarsi lo dimostrano anche le celebrieties: la scrittrice J.K Rowling, dopo una serie di insuccessi e “porte chiuse”, riuscì a sfondare nel mondo della letteratura pubblicando a 32 anni il primo libro della serie di Harry Potter; Oprah Winfrey ha sfondato all’età di 32 anni diventando grazie al suo talk show “The Oprah Winfrey Show” la “regina di tutti i media”, mentre nel mondo dei cinema Silvester Stallone ha raggiunto la notorietà interpretando per la prima volta “Rocky” quando aveva appena compiuto 30 anni. Tra gli esempi più contemporanei troviamo quello dell’attrice Margot Robbie, che dopo diverse apparizioni in film, comunque di successo, ha raggiunto la massima notorietà a 33 anni appena compiuti interpretando il personaggio di “Barbie” nell’omonimo film che quest’estate ha sbancato i botteghini. 

I 30 anni di oggi sono percepiti come i 30 anni di vent’anni fa, quando questa età era un punto di arrivo, un traguardo? Per quasi 7 italiani su 10 (68%) il confronto non è possibile; troppe le differenze tra una generazione e l’altra, principalmente a causa del momento storico diverso (31%), del cambio del periodo in cui si raggiunge la piena maturità (37%), e della diversità con cui oggi si gestiscono i rapporti interpersonali (23%). Ma quali sono le principali differenze? Oggi i trentenni hanno maggiore volontà di mettersi in discussione (65%), si sentono più giovani rispetto all’età anagrafica (59%), sono più spensierati (55%) e maggiormente aperti alle sperimentazioni (55%).

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Chi ha 30 anni “e dintorni”, i cosiddetti millenials (ovvero i nati tra il 1980 e il 1995), oggi deve fare i conti con tanti aspetti che sembrano rallentare ed ostacolare sogni, prospettive, obiettivi di vita: la mancanza di un lavoro stabile (65%), l’assenza di un partner affidabile (61%), il riuscire a bilanciare vita privata/lavorativa (56%) e far quadrare i conti a fine mese (52%) sono le principali preoccupazioni che mettono in discussione l’agognata stabilità. Nonostante tutto, la realtà così “fluida” non scoraggia i trentenni di oggi, i quali si approcciano alle sfide moderne principalmente con determinazione (31%), ottimismo (22%) e fiducia (14%), seppur una sensibile percentuale si mostri comunque preoccupata (18%) per i tempi odierni. La mancanza di certezze, quindi, sembra rappresentare l’opportunità giusta per fare una deviazione e tracciare percorsi alternativi per affermarsi nella vita.

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Cambia la società con le sue richieste e le sue offerte, il mercato è mutevole e dinamico, certi rigidi schemi legati a titolo di studio, posto fisso e famiglia si sono sgretolati per lasciare spazio a una nuova visione che occorre adottare per affrontare le sfide quotidiane. Ma cosa risulta indispensabile per vincere queste sfide? Per i trentenni è indispensabile la capacità di sapersi innovare (64%), l’autostima (59%), il mantenere uno spirito giovane (52%). Un cambiamento di atteggiamento rispetto alle generazioni precedenti, che rende i trentenni di oggi diversi e contraddistinti principalmente per la loro determinazione (61%), riflessività (55%), spensieratezza (51%) e generosità (49%). 

Quali sono le principali attività dei trentenni di oggi? I cosiddetti millenials amano la socialità e preferiscono fare una passeggiata con gli amici (63%), consumare un buon pasto in compagnia (58%), o invitare i propri amici a casa (55%) piuttosto che guardare la tv da soli (44%) o giocare ai videogames (37%). Condivisione e buona compagnia, questi i segreti dei trentenni di oggi per mantenersi giovani e motivati nell’affrontare le sfide quotidiane e trovare la forza per potersi affermare in una società precaria come quella di oggi. 

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