CRONACA

Due case lesionate ma niente CAS, ora ottiene 35.000 euro

Si chiude la paradossale vicenda di Assunta Pisani: nel 2017 due suoi immobili, uno a Casamicciola e uno a Lacco, erano rimasti danneggiati ma non aveva ottenuto alcun ristoro per oltre tre anni. Poi il Comune termale (e Schilardi) fanno giustizia

Una storia assolutamente paradossale, ma che fortunatamente si è conclusa nel migliore dei modi. Una cittadina di Casamicciola, Assunta Pisani, pur risultando tra le persone colpite dal sisma e senza più un’abitazione agibile, ha rischiato di rimanere senza veder riconosciuto il suo diritto al contributo di autonoma sistemazione (Cas). Il paradosso sta nel fatto che la signora prima del sisma del 2017 disponeva di due abitazioni, entrambe duramente danneggiate e completamente inagibili, cosa che a maggior ragione avrebbe dovuto conferirle senza alcun dubbio il diritto al contributo. E invece, per una di quelle vicende che possono nascere soltanto grazie alla proverbiale burocrazia, la cittadina per quasi quattro anni si è vista negare regolarmente tutte le mensilità del Cas. La particolarità della singolarissima vicenda sta nel fatto che le due abitazioni in questione erano situate in due comuni diversi, l’una a Casamicciola e l’altra a Lacco Ameno. Eppure nonostante ciò, oppure forse proprio a causa di questo, le ripetute domande di accesso al contributo inoltrate al Commissariato alla ricostruzione sono state respinte per anni.

L’odissea iniziò proprio un mese dopo il sisma che lasciò la signora Pisani e il proprio coniuge senza un tetto. Di qui la richiesta di accesso al Cas tramite il Comune di Casamicciola, riferita all’ordinanza di sgombero della propria abitazione in località La Rita, ma ecco la prima doccia fredda: dopo vari mesi di silenzio, a metà 2018 il Comune termale rigettò l’istanza, specificando che “non ricorrevano i presupposti” in quanto la Polizia municipale aveva rilevato che i due coniugi “in prevalenza dimorano presso il Comune di Lacco Ameno”. Senza perdersi d’animo, il marito della signora presentò quindi istanza al Comune del Fungo all’inizio del 2019, ma anche qui la domanda sbatté contro il muro di gomma della burocrazia, in quanto da Piazza Santa Restituta fecero sapere con nota di preavviso negativo che “dagli accertamenti effettuati dal Comando di Polizia Urbana, non sono emersi elementi per poter stabilire il requisito della dimora abituale e continuativa presso l’abitazione danneggiata dall’evento sismico del 21.08.2017 sita in Lacco Ameno alla Fundera..”.

In sostanza, la signora si era vista incredibilmente respinta la domanda da entrambi i comuni, quasi fosse diventata apolide. Due case, entrambe inagibili, ma nessun riconoscimento al contributo. A quel punto, l’avvocato Maria Grazia Di Scala agli inizi del 2020 scrisse per conto della signora una nota al Commissario alla ricostruzione Schilardi chiedendo di effettuare gli accertamenti volti a verificare l’esistenza del diritto della cittadina al contributo, accogliendo le ripetute istanze. Ma un mese dopo, la struttura commissariale ripassava la palla al “Comune di residenza ove insiste l’immobile”, l’unico in grado di esprimersi sull’accertamento del requisito della “stabile dimora” di chi chiede il Cas vista l’inagibilità dell’abitazione. Insomma, un rimpallo di responsabilità e competenze da far impallidire anche i più logori e beceri luoghi comuni sulla macchina burocratica italica. Finalmente, a dicembre del 2020, quindi pochi mesi fa, la Commissione Cas del Comune di Casamicciola ha riesaminato la richiesta della signora Pisani, stavolta suffragata dall’articolata informativa della Polizia municipale, che confermava la legittimità dell’istanza. La presa d’atto del Comandante della polizia Municipale a febbraio è stata poi trasmessa dal Comune di Casamicciola alla struttura commissariale, che adesso, a ben tre anni e sette mesi di distanza dal sisma, ha riconosciuto le ragioni di Assunta, disponendo la liquidazione di tutte le mensilità arretrate. La donna ha quindi ottenuto l’emissione di pagamento di oltre 35mila euro, una cospicua cifra in grado di ripagare almeno in parte il dipanarsi della paradossale e kafkiana vicenda, alla vigilia di una Pasqua che, nonostante la pandemia, potrà essere vissuta in maniera certamente più serena.

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